martedì 22 marzo 2011

Filippo Betti, apprezzato letterato, matematico, filologo e filosofo (2)

di Lino Spadaccini


A qualche giorno di distanza, riprendiamo il discorso lasciato in sospeso su Filippo Betti, apprezzato letterato, matematico, filologo e filosofo, completamente cieco dall’età di tre anni.
Di notevole interesse sono le sue pubblicazioni e i tanti saggi manoscritti conservati presso l’Archivio Storico di Casa Rossetti. Sull’Artista Napolitano, giornale diretto da Sebastiano Fenice, pubblicò nel 1841 Trisezione di molti angoli rettilinei, oltre il retto, ed anche il Comento al verso: Amor che a nulla amato amar perdona. Con lo pseudonimo di Ippioflauto Tediscen, nel 1862 stampò a Napoli, per i tipi di Gaetano Nobile, Alcune applicazioni alla Chimica del Linguaggio, ossia rettificazione alla Grammatica Italiana; nel 1866, per la Tipografia del Fibreno, diede alle stampe I tentativi circa alcune etimologie disperate nei lessici, mentre non riuscì a terminare il Comento della Divina Comedia, una corposa pubblicazione di quasi 1200 pagine, data alle stampe nel 1873, a cura degli amici Giacinto Barbarotta e Francesco Saverio Cianci.
Un altro saggio su Dante e sulla Divina Commedia, lo possiamo trovare in una lunga lettera indirizzata al letterato Salvatore Betti e pubblicato sul Giornale Arcadico di Scienze Lettere ed Arti nel dicembre 1839, intorno ad un passo del canto XI del Purgatorio.
Molte le opere manoscritte ancora inedite: Saggio di alcune nuove Quistioni Ideologiche, Nuove applicazioni della chimica elocutoria (dedicate al fratello Roberto Betti), La Stornelleide, una raccolta di 136 sonetti improvvisati per puro divertimento, Noterelle alla pronunzia francese di Chiaromonte, Sulla natura dell’accento tonico, Testi rimarchevoli di varii autori, Osservazioni alle Considerazioni sulla pena di morte, ed ancora altri interessanti e dotti saggi soprattutto di filologia.
Per dare solo un breve saggio della sua poesia, mi piace riportare alcuni versi tratti da Addio, ripresi già da Giovanni Peluzzo in Scrittori a Vasto. Un testo tenero e suggestivo, come puntualizza lo stesso Peluzzo “in cui il poeta prende congedo dalle bellezze naturali della terra. È un canto questo che commuove, se si pensa che l’infelice e cieco poeta non aveva mai potuto ammirare le bellezze da lui sognate”. Ecco l’inizio e la fine di questo canto:
Poggio ridente, ed ilare
Addio, terre fiorite e fortunate
Vi lascio, e forse, l’ultimo
Questo è ch’io dono a voi, piagge beate;
Nel rammentar i dolci versi vari
Che in cor sentii, mi saran sempre cari.
Mesta, e smarrita l’alma
Staccasi a stento dalla dolce calma
Del tuo felice seno;
Aprico piano, verde campo ameno,
Questo ch’io dono a voi, ultimo addio
Accogliete cortesi, al partir mio.
Canzon saluta que’ beati colli,
Que’ prati verdi e molli;
Tu che fra i cari oggetti
Svegliasti nel mio sen, teneri affetti,
Di questi sensi miei, nunzio cortese,
Il lagrimato addio, fa lor palese.
Lo stesso Filippo Betti ha dato un forte contributo alla nascita della nostra Biblioteca Comunale: istituita con delibera comunale del 29 maggio1865, tra il 1865 ed il 1871 fu allestita nel Palazzo Betti, in via Anelli, in alcuni locali affidati in comodato d'uso gratuito da Filippo Betti. Lo stesso letterato vastese si impegnò a donare la sua e soprattutto la ricca biblioteca del fratello Roberto, altro illustre personaggio, che ha ricoperto prestigiosi incarichi pubblici, per un totale di circa 4500 volumi.
Per la lapide del cimitero, il suo amico Giacinto Barbarotta, compose la seguente iscrizione: A / FILIPPO BETTI / CIECO A DUE ANNI / ESPERTO NELL’ARTE MUSICALE CHITARRISTA INSUPERABILE / PRESO A GIOVENTÙ DAL DESIO DI SAPERE / MERCÈ L’ALTRUI VOCE / LE LETTERE E SCIENZE PROFONDAMENTE STUDIÒ / UOMO PRODIGIOSO! / PER TUTTO CHE LA LUCE MEGLIO ABBISOGNAVA / DIRESSE LA POSSANZA DEL PROPRIO INGEGNO / LA FISICA LA MATEMATICA APPRESE / E LA CALLEGRAFIA CON INDUSTRIOSISSIMI TROVATI / I SUOI STUDÎ ORIGINALI SULLA GRAMMATICA / IL SUO COMENTO ALLA DIVINA COMMEDIA / E LA SUA LOGOCHIMICA / AI POSTERI / CON LODE E GLORIA / LO RICORDERANNO / SEMPRE / VISSE ANNI LXXV – MORÌ ADDÌ XI MARZO MDCCCLXXVII





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