venerdì 25 marzo 2011

Davide D'Alessandro contro i "comunisti"

Riceviamo e pubblichiamo

I nipotini di Vendola
(e di Lapenna)
di Davide D’Alessandro

Come sapete, il partito della rifondazione comunista in parlamento non c’è più. È stato cancellato dal popolo italiano. A Vasto c’è ancora, ha persino un assessore. Insieme a Sel sognano di vedere un giorno Vendola premier. In città si accontentano di (ri)vedere Lapenna sindaco.
Hanno affollato in massa il Palazzetto dello Sport per battere Giuseppe Forte tanto che, se avesse vinto, non l’avrebbero mai appoggiato. Parlano di etica, di ambiente, di tolleranza, di multiculturalismo, di saccheggio urbanistico, di città a misura di bambino. Predicano male e razzolano peggio. Come sempre. Non sono mai cambiati. Non sono mai convinti che possano esistere diverse sfaccettature della verità. Una sola è la verità. La loro. Non leggono Boudon, che in “Perché gli intellettuali non amano il liberalismo” spiega l’avversione, di chi si sente depositario della verità, verso le idee liberali, che non solleticano, per varie ragioni, le ambizioni dei cosiddetti maestri del pensiero. Così come non leggono Dahrendorf, che in “Erasmiani. Gli intellettuali alla prova del totalitarismo”, sostiene che il dio da tanti cercato, aveva fallito perché era un falso dio e scrive: ”Nel comunismo si parla in continuazione di ‘fede’ e anche di una fede equiparata a quella religiosa”. Il comunismo attirò con il legame e la speranza. Era ideologia del futuro. Ma non era obbligatorio lasciarsi conquistare. Dahrendorf dimostra che ci furono persone impermeabili alle tentazioni: Karl Popper, Raymond Aron e Isaiah Berlin su tutti. Rimasero forti, annota lo scienziato sociale, quando la maggior parte degli altri diventarono deboli: ”Difesero, anche nelle situazioni più sfavorevoli, le idee su cui si fondavano gli ordinamenti liberali”. Così come non hanno mai letto Montanelli che, prima di andarsene, nel 2001, scrisse sul Corriere della Sera: ”L’ntellighenzia di sinistra è davvero insopportabile e - quel che è peggio - inseppellibile. Autoinvestitasi - quando aveva tutto dalla sua, compresa la contestazione - della esclusiva del Verbo, ci ha costruito sopra un reticolo clientelare di posti di potere culturali a prova di tutto, compresi i certificati della sua incultura. Questi titolari del «Sale e Tabacchi» della ragione storica, li abbiamo avuti sul gobbo, noi del Giornale, per vent' anni con tutta la loro prosopopea, per fortuna corretta dalla illeggibilità dei loro saggi, o per meglio dire, delle loro truffe. Che continuano, imperturbabilmente, come se il muro di Berlino fosse ancora lì, a occultarci quello che c'era dietro”. Continuano a Roma come a Vasto. Nipotini di Vendola e di Lapenna. La loro verità non è mai verità.

5 commenti:

maria ha detto...

D'Alessandro, ma lo sa che "anche chi non legge Freud può vivere cent'anni"?
Le sue analisi per abbassare la stima dei possibili elettori verso SEL ed RC è davvero particolare: sembra di assistere a quei discorsi fatti in piazza, e non so quanto politici, in quanto non mi riferisco per questo esempio alla politica e, mi scusi, a nessun autore, che esprimono opinioni ritenendole personali e veritiere poichè l'hanno sentito in TV.
La mia opinione personale, per quel che le può interessare e' questa: preferivo leggerla quando ancora la campagna elettorale non era così viva... E pensare che l'intellettualismo, non che la filosofia, mi ha sempre affascinata: forse perchè ancora non leggo Proust?!

Ell ha detto...

Se anche quello che dice D'Alessandro fosse vero, e ovviamente non lo é, sarebbe molto meno grave leggere tutto questo ben di Dio rispetto al leggerlo e usarlo, essendo finiti gli argomenti, per fare campagna elettorale per una consultazione cittadina.

Da piccolo avrà avuto un compagno di banco che leggeva Marx e che non gli faceva copiare i temi d'italiano con i risultati che tutti oggi possiamo apprezzare (ma anche no).


Aspetto l'articolo di domani quando sosterrà che Lapenna vuol sostituire la statua di Rossetti con la salma imbalsamata di Lenin. Sarebbe impagabile!

NICOLA D'ADAMO ha detto...

Ell, mi hai fatto venire un'idea a proposito di Statue. Siccome Marx e Rossetti sono già vicini di Tomba al Cimitero di Highgate a Londra, perchè non mettiamo anche Marx a fianco a Gabriele a piazza Rossetti?

Ell ha detto...

Vasto come Berlino allora: davanti il municipio della capitale della comunista Germania c'è una statua di Marx and Engels. Vede quei due mangiabambini sono incidentalmente anche due tra i più grandi pensatori tedeschi e nonostante la Germania abbia subito pesantamente un regime comunista non si sogna di farsi beffe e ostracizzare filosofi e persone di quell'area.

Qualcuno dovrebbe lavare i panni nello Sprea...

Alessandro ha detto...

La montagna che ha partorito il topolino. Tutto quest'articolo per cosa? Per rivangare la sua pseudo teoria complottistica dei comunisti radice di ogni male. Che palle!