martedì 15 febbraio 2011

Cattedrale di S. Giuseppe: l'intrigante storia della campana dei "quarti"

Qualche settimana fa abbiamo parlato dell’ultimazione dei lavori di restauro e messa in sicurezza della torre campanaria della Cattedrale di S. Giuseppe. Intervento che ha permesso di studiare il sistema di ancoraggio della cuspide di ferro alla muratura e anche di apprendere ulteriori indicazioni importanti in merito alla storia delle due campane poste sulla sommità della torre. Della campana di più grande, fatta fondere nel 1815 dal sindaco Pietro Muzii, abbiamo già parlato in altre occasioni. Oggi, grazie all’approfondimento di alcuni documenti conservati presso l’Archivio storico di Casa Rossetti, ci soffermeremo sulla campana più piccola, quella dei “quarti”, risalente al 1858.
Su di essa è presente una scritta in greco e al di sotto l’iscrizione HISTONIENSIS MUNICIPII / CURA ET SUMTIBUS / MCICCCLVIII / THOMAS MARINELLI ANGLONENSIS. Sul lato opposto è presente l’effigie della Madonna con Bambino.

La firma ci riporta alla grande famiglia di fonditori di Agnone: i Marinelli. L’autore è Tommaso, figlio di Gaetano, autore tra l’altro di un importante manuale dal titolo Dell’arte delle campane, memoria di Tommaso Marinelli ai suoi parenti fonditori.
Interessante e curioso il motivo della fusione di questa campana, visto che sul campanile già era presente quella dei “quarti”. Ma andiamo per ordine.
Dopo la soppressione del convento dei Domenicani a Portanuova, una campana venne trasferita nella chiesa di fronte, quella dell’Annunziata, mentre l’altra, più grande, venne collocata sulla torre del campanile di San Giuseppe. Nel 1839 Giuseppe Antonio Rulli acquistò il Patronato della chiesa dei domenicani, e con essa tutti i relativi diritti, con l’impegno di restaurarla e riaprirla al culto. Terminati i lavori, il Rulli chiese al Comune di Vasto la restituzione della campana dei “quarti”. Messo alle strette, solo dopo molti mesi, con l’ordine imposto addirittura dal Re, e dopo numerosi solleciti da parte del Sottintendente, il Comune si rese disponibile alla sua restituzione.
A questo punto bisognava darsi da fare per far fondere una nuova campana delle stesse dimensioni del precedente e coordinare nello stesso momento la discesa della campana vecchia e la collocazione di quella nuova. Una operazione non semplice visto il loro notevole peso.
Venne chiamato a Vasto per una perizia il mastro campanaro di Agnone Tommaso Marinelli. L’importo del preventivo, redatto in data 2 maggio del 1858, risultò piuttosto cospicuo perché “Per togliere la detta campana sulla cima del campanile, e calarla; e poi risalire, e risistemare la nuova, ad un’altezza straordinaria, e che perciò bisognano travi, tavole, funi, ed altro per formare varii ponti…”.
Meccanismo del rintocco
La campana venne fusa già nell’estate, con ottimi risultati, ma per il trasporto si dovette rimandare: “Ora vi dico che la campana è già fatta”, scrisse il Marinelli al sindaco Vitaliano Codagnone, “ed è riuscita bene, e del peso di rotoli circa 165, e sarebbe stata portata se il vittorino con cui avevo pattuito non mi avesse mancato di parola, ed ora aspetto altri vittorini che hanno promesso di portarla; speriamo che il tempo sia buono per potervela recare al più presto possibile”.

Il 6 novembre la campana si trovava a Vasto, come dimostra il verbale redatto dopo la verifica della campana da parte della commissione nominata dal Comune: “Hanno trovata costruita e fusa in piena regola, essendo essa del peso di rotola cento settantuno e libbra quindici; e hanno dichiarato in conseguenza che il prezzo convenuto di ducati cento settantatre può ritenersi come giusto, ed anzi vantaggioso per gl’interessi del Comune”. Inoltre, il regolatore dell’orologio pubblico, Michele Pietrocola, aggiunse “che il tuono di essa campana è migliore di quella a cui va sostituita”.
Ma non è finita qui. Bisognava risolvere il problema più ostico, la sostituzione della campana. L’offerta fatta dal Marinelli venne ritenuta troppo elevata, così passarono ancora altri mesi, non senza le continue intimazioni da parte della Sottintendenza. Si arrivò così all’estate del 1859 quando la campana venne portata sopra la torre dal muratore vastese Giuseppe Del Prete, mentre la vecchia venne finalmente restituita al suo legittimo proprietario.

Lino Spadaccini

1 commento:

davide ha detto...

domenica mi sono divertito a fotografare la campana che e' posta in Via Adriatica vicino il portale di S.Pietro.E' bellissima!Mica piu' in la potete scrivere anche la Storia delle campane di S.Pietro? Grazie.