Anche lui come Rossetti insegnò al King's College
Qualche giorno fa, parlando di Luigi Ricci, c’eravamo lasciati affermando che esule a Londra, ha seguito le orme di un altro illustre personaggio: il poeta Gabriele Rossetti. Patriottismo, l’insegnamento nella stessa università e l’amore per Dante sono alcuni elementi essenziali che accomunano questi due grandi personaggi, che hanno lasciato una traccia indelebile in patria e nella loro città adottiva.
Uomo di lettere Luigi Ricci si guadagnò da vivere insegnando all’Università di Londra, il famoso King’s College, dove aveva già insegnato lingue e letteratura italiana il poeta vastese, quindi al Collegio della Regina, al Politecnico, al City of London College e al Birkbech College.L’esule vastese scrisse una grammatica per lo studio dell’italiano (The Italian Principia: a first italian reader), ma la sua notorietà è data soprattutto dalla sua opera di traduttore nella lingua inglese, di alcune importanti opere italiane quali la Vita Nuova di Dante (The New Life, 1903, Londra) e Il Principe (The Prince) di Machiavelli, ancora oggi ristampate in edizioni economiche, Fiammetta di Boccaccio e Aminta del Tasso. Ha dato il suo contributo al Sir G. Grove’s Dictionary of Music and Musicians, traducendo alcuni libretti d’opere come La Cavalleria Rusticana , I Pagliacci e L’Amico Fritz. Nel maggio del 1907 ha dato alle stampe “Le cento migliori liriche della lingua italiana”, dove non poteva mancare La Costituzione di Napoli, del suo concittadino Gabriele Rossetti. Prima della fine dello stesso anno venne data alle stampe la seconda edizione riveduta e corretta.
Membro di molte società letterarie, fra le quali la Società di belle Arti di Londra e la Società Reale di Orticultura dell’Inghilterra, cavaliere della Legion d’Onore e decorato della medaglia militare francese, nel 1881 ha fondato la “Dante Society”, una società per lo studio e la diffusione della letteratura dantesca e italiana, con sede al numero 38 di Conduit Street, W., particolarmente interessante per l’alto numero di iscritti e per la pubblicazione degli atti delle conferenze (The Dante Society Lectures, London, The Athenaeum Press). Tra i suoi interventi molto interessanti troviamo un saggio su Francesca da Rimini (conferenza del 24 aprile 1907), Fair Women in the Divina Commedia e su Beatrice.
“Fu 25 anni fa, quando io avevo una classe di bravi studiosi di Dante al Collegio della City di Londra, che la prima idea di una Società Dantesca mi venne in capo”. È lo stesso Luigi Ricci a spiegare durante un’assemblea la storia della Dante Society, “A quel tempo io avevo la buona fortuna di contare fra i miei amici il dottore Plumptre, il dott. Boyd-Carpenter ed il chiaro signor James Russell Lowell, tutti ardenti ammiratori del sommo Poeta italiano, ed essi tutti caldamente mi incoraggiavano a porre in pratica siffatta idea di fondare la Dante Society … Sino a 8 anni fa la nostra Società proseguiva senza denaro, perché non avevamo spese; ma nel 1898, quando io richiesi a due miei allievi di unirsi a noi, Lady Northcote e Sir Stafford, questi mi diede una ghinea come sottoscrizione. Fu una vera rivelazione e domandai a me stesso: -Perché non dovrebbe ogni membro pagare una ghinea e dotare la Società ?- Da quel momento il successo fu assicurato e costante. Da poche dozzine, il numero dei membri è gradatamente aumentato a 648. Quando al lavoro della Società, essa ha tenuto oltre a 1000 letture nel venerdì, circa 100 conferenze sessionali, e stampato e distribuito in due volumi ai suoi soci 18 letture, rapporti annuali, ecc. ecc.”.
Luigi Ricci non dimenticò mai la sua patria, per la quale aveva gloriosamente combattuto, intrattenendo rapporti con varie società letterarie e collaborando anche con il Museo su Dante a Ravenna. Non dimenticò neanche la sua città natale, rendendola partecipe di tutte le sue iniziative londinesi, con le cronache puntualmente pubblicate sulle pagine del giornale Istonio, e non mancò di inviare alla nostra Biblioteca alcune sue preziose pubblicazioni.
Luigi Ricci morì nella capitale inglese il 14 settembre 1913.
Lino Spadaccini
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