martedì 16 novembre 2010

Piano Centro Storico: il punto di vista dell'architetto

Da Francescopaolo D'Adamo riceviamo e pubblichiamo


Il piano elaborato dal professor Pier Luigi Cervellati e dallo staff incaricato da Comune permetterà "aggiustamenti e allineamenti", che dovrebbero consentire di migliorare l'aspetto estetico della città antica. Un balcone naturale affacciato sul mare. "Pensate ad esempio al rifacimento delle casette allineate lungo corso Garibaldi e via Vittorio Veneto".  (da Vasto Web)
Questo non lo dice uno  qualunque, lo dice il sindaco di Vasto, che aggiunge: “Trattandosi di urbanistica, le procedure saranno complesse”.
Come se la composizione architettonica e l’estetica di un luogo si possano ricondurre all’allineamento di una piccola e povera casetta con un nobile palazzetto, senza considerare proporzioni, caratteri stilistici, valenze storiche e quanto altro. Come se le norme dettate dal piano di recupero di un centro storico, possano “annullare” quelle stabilite dal Codice Civile. Come se fosse “l’urbanistica”, intesa come il sindaco la lascia intendere, il vero problema del centro storico.
(Certo, intendendo allontanare altri abitanti ed altri servizi da questa zona – penso alla volontà di realizzare il “satellite Sigma Siv” - è “anche” l’urbanistica, intesa come miglioramento funzionale della città, il problema.)
Pensate al “rifacimento” delle palazzine liberty allineate su corso Garibaldi e delle case settecentesche di via Vittorio Veneto. Pensate!
Se chiudo gli occhi e ci penso, mi viene in mente corso Marrucino a Chieti.
Secondo me, l’ignoranza di chi ritiene che in un centro storico si possa, o addirittura si debba, intervenire come in un condominio di un quartiere popolare nelle città della Germania dell’est, è un male peggiore della “speculazione” che ha prodotto il “sacco di Palermo” o, se vogliamo risalire a tempi precedenti, della “ideologia” che ha compiuto gli sventramenti di Roma; la Spina di Borgo, tanto per fare un esempio.
In ogni caso, come dice il Consigliere Comunale Nicola D’Adamo, il nostro centro storico non ha bisogno di un piano di recupero “edilizio” ( o almeno non solo di quello) ma di un piano di “rivitalizzazione”.
Questo, a quanto pare, non è stato ancora capito.

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