Il 7 novembre dl 1935, all’età di 94 anni, moriva con fama di santità il P. Filippo Maria di San Giovanni Ev., al secolo Filippo Fanti.
Tornato nella sua città natale, don Filippo venne chiamato da mons. Luigi M. De Marinis, vescovo della diocesi teatina, come suo segretario personale. Incarico che ricoprì per nove anni, prima di maturare la decisione di farsi passionista, come il giovane S. Gabriele dell’Addolorata, morto solo qualche anno prima, ed anche dopo attente riflessioni e sotto la spinta soprattutto del Venerabile Ludovico da Casoria.
Il 31 ottobre 1878 emise i voti e due anni più tardi fu chiamato ad assumere l’ufficio di Rettore degli studenti di Monte Argentario. Fu anche insegnante dei suoi confratelli studenti e ricoprì il ruolo di Direttore degli Esercitanti a Roma, Vicario e Superiore a S. Eutizio, Superiore a Pontefelcino e Moricone. Gli ultimi trentacinque anni della sua vita li passò nel Santuario della Madonna della Stella, nelle vicinanze di Spoleto.
Ammirato e stimato da tutti per la grande fede e l’amore per la Croce , P. Filippo Fanti viene ricordato come “Angelo di amabilità, sorridente con tutti, compassionevole con gl’infelici, ai quali porgeva ogni conforto con le parole, col soccorso, e col chiedere elemosine per loro. Cortese, educato, nobile nel tratto, attirava grandi e piccoli con parole di santità e verità. Passava come un Santo, parlava da Santo, era proclamato un Santo. Cardinali, Vescovi, Prelati andavano da lui per consiglio e per venerarlo”.
Grande comunicatore e predicatore di eccelse qualità, Padre Filippo era richiestissimo ovunque per predicazioni, corsi ed esercizi spirituali. Nel giugno del 1913, ricevette da S. Pio X il privilegio di erigere la Via Crucis vivente, che richiamava migliaia e migliaia di persone.
L’ultimo anno di vita fu un prolungato martirio: perse prima l’udito, la vista, le gambe e poi… la vita.
Chi lo ha conosciuto parla di lui come un Santo. Il Cardinale Ascalesi disse: “come è vero che i santi si trovano anche oggi… La chiesa non è venuta mai meno nel dare spettacolo della santità dei suoi figli… Il P. Filippo, ma è un santo già canonizzabile”.
Qualche anno fa sono stato al Santuario della Madonna della Stella dove Padre Filippo è morto, ed è stato sepolto nel vicino cimitero, nella tomba dei passionisti. Ho chiesto al Padre che mi ha accolto se aveva qualche immagine di Padre Filippo. Lui, visto che avevo fatto tanti chilometri per visitare il luogo che aveva accolto per tanti anni quella Santa persona, mi ha donato una sua immagine, l’unica che aveva, che conservava sopra il suo letto.
Su Padre Filippo nel 1953 è stato pubblicato un bellissimo profilo biografico dal titolo “Umile, ascese…”, attingendo materiale soprattutto dal suo fedele Diario e arricchito da alcuni disegni realizzati dal Barberis.
Chiudo con le parole di un altro grande oratore, Don Salvatore Pepe, che in un articolo scrisse: “Morire in concetto di santità, come si dice, significa aver lasciato fama di virtù eroicamente esercitate e da altri conosciute, ammirate, godute, invocate, sulle quali, a suo tempo, interviene il riconoscimento dell’autorità della Chiesa, che ne assicura l’autenticità, ne indica l’imitabilità, ne autorizza la venerazione pubblica”. Tale era Padre Filippo Fanti.
Lino Spadaccini
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