lunedì 4 ottobre 2021

Lu Ciardinette (piazza Caprioli) un luogo ricco di storia

di Lino Spadaccini

Piazza Caprioli da sempre ha rappresentato un punto di riferimento per i vastesi. Ancora oggi viene chiamato “lu ciardinette”, per la presenza di un piccolo giardino circondato dalle inferriate, al centro del quale c’era un grosso lampione di ferro a quattro luci, poi sostituito il 15 agosto 1924 con un busto dedicato al pittore Filippo Palizzi, realizzato dallo scultore Achille d’Orsi (foto tratte dall’Archivio di Beniamino Fiore).

L’idea di rendere omaggio al pittore vastese venne dal poeta Romualdo Pantini, il quale ottenne dallo scultore napoletano la promessa di realizzare il busto. Dietro l’interessamento del sindaco Florindo Ritucci-Chinni ed alla cospicua somma elargita dall’Unione Esercizi Elettrici, l’idea iniziale divenne presto realtà.
Nel 1598 Virgilio Caprioli, nella sua casa tra la piazza e via Barbarotta, fondò la prima tipografia, per pubblicare i suoi scritti e quelli del figlio. Sempre lì c’era il vecchio municipio con la torre dell’orologio e poi tante botteghe di artigiani e commercianti che si sono avvicendati nel corso degli anni. Agli inizi del secolo c’era la cartoleria di Luigi Anelli, la farmacia di Domenico Giovine, che la sera funzionava come ritrovo di amici, che si riunivano intorno ad un tavolo e si divertivano nel gioco del tressette. “All’angolo di Via del Forno Rosso”, ricordava in una pubblicazione il compianto Giuseppe Pietrocola, “c’era un Caffè che credo fosse di Crispino Bottari. Lo ricordo perfettamente perché era assolutamente proibito a quelli della mia età e consisteva in uno stanzone con sul fondo un lungo banco su cui vi erano due o tre macchinette napoletane per il caffè da una, due o quattro tazze, una lampada a spirito per far bollire l’acqua e poche tazze e bicchieri”.
Dal dicembre del 1954, in occasione dell’Anno Mariano, sulla facciata di una abitazione, ci guarda dall’alto una delicata maiolica rappresentante la Madonna con Bambino. “Or nel silenzio e nella nostalgia”, declamava Giuseppe Catania in una poesia,” un lume splende vivo nella sera, / e il volto celestiale di Maria / invita ogni passante alla preghiera”.
Tanti i negozi che hanno aperto e chiuso, ma tante anche le trasformazioni della piazza stessa, comprese la sparizione del giardino e del monumento al pittore vastese (solo dopo molti anni è stato collocato all’ingresso del Municipio), in tempi più recenti poi venne realizzata una discutibile fontana, fortemente contestata dai commercianti della zona, ma anche da semplici cittadini, con commenti anche molto pesanti a riguardo: “La piazza è sempre bagnata, come se piovesse in continuazione”, commentava lo scrittore Francesco Paolo Cieri, in un’intervista rilasciata al quotidiano “Il Centro”, “Quella non è una fortuna, è un abbeveratoio, una specie di vespasiano per cani. Una volta c’erano i giardinetti, con una palma ed al centro il busto di Filippo Palizzi. Avevo proposto di ripristinarli, ma ho l’impressione che dovremo tenerci questo obbrobrio di fontana”.
Rimossa la fontana delle polemiche, nel 1996, la Piazza ha accolto, manco a dirlo anche questa volta accompagnata da tante polemiche, il Monumento ai Caduti, rimossa dalla sua collocazione originale di Piazza Lucio Valerio Pudente davanti Palazzo d’Avalos.
Negli anni ’50 Peppino Catania, decano dei giornalisti vastesi,  ha pubblicato sulle pagine dell’Histonium di Espedito Ferrara, alcune poesie molto belle dedicate alla sua cara piazzetta. Chiudo proprio con una sua composizione dal titolo Piazza Caprioli 1944:
Eri odorosa simile ad un fiore,
piccola piazza, luogo benedetto,
che quando ognun ti chiama “giardinetto”
di dolci rimembranze sogna il cuore
Eri la meta d’ogni rondinella,
che a ritrovare il nido sen tornava;
e te, giungendo, ella celebrava
come del mondo l’oasi più bella.
Eri pur cara quando, a primavera,
d’ogni beltade il fiore t’adornava,
ed assumevi l’aria di villetta,
dolce adorando nella quieta sera,
e l’alma lieta teco si beava.
Or sei svanita, imago prediletta,
d’una serena, piccola piazzetta.



4 commenti:

NICOLA D'ADAMO ha detto...

da Enzo La Verghetta ricevo e pubblico

C’era una volta un giardinetto

Leggere la poesia di Espedito Ferrara dedicata a Piazza Caprioli e ricordarla come era questa estate c’è da “ritravutà lu maste” e dire come siamo caduti in basso.

Passare da:

Eri odorosa simile ad un fiore,

piccola piazza, luogo benedetto,

che quando ognun ti chiama “giardinetto”

per diventare un pub o birreria all’aperto, certo come vastese non mi inorgoglisce.

Se “rivitalizzare il Centro Storico” vuol dire passare da

ed assumevi l’aria di villetta,

dolce adorando nella quieta sera,

e l’alma lieta teco si beava.

ad un enorme “casciara” serale.

Grazie non mi interessa.

Enzo La Verghetta

Unknown ha detto...

Interessante articolo sulla piazzetta Caprioli.

Una domanda: dove ha preso la notizia che Romualdo Pàntini, il cui palazzo tra l'altro è all'angolo della piazza all'inizio di Via Barbarotta, ha avuto l'idea del monumento a Palizzi?

Lino Spadaccini ha detto...

La notizia su Romualdo Pantini è tratta dall'articolo pubblicato su Il Vastese d'Oltre Oceano del 10 agosto 1924. Cito testualmente: "L'idea del doveroso ricordo all'insigne maestro fu di Romualdo pantini, il quale ottenne dal D'Orsi la promessa di riprodurre l'interessante opera d'arte, eseguita quando il Palizzi era in vita ed indossava il camice da lavoro".
Lino Spadaccini

Unknown ha detto...

Grazie per la precisazione!
Sto scrivendo una tesi sull'attività di Romualdo Pàntini come critico d'arte e una parte riguarda proprio il suo impegno profuso nella realizzazione di monumenti per personaggi di spicco della sua città natale. Su quello di Rossetti ero informato, dal momento che ci sono abbastanza documenti in archivio, ma per quanto riguarda il busto di Palizzi devo riconoscere che non sapevo nulla.