Cinquant’anni fa, il 6 ottobre del 1960, si spegneva Pietro Suriani, sindaco e podestà durante il periodo fascista e amato preside della Scuola Tecnica “Gabriele Rossetti”.
Grande invalido del primo conflitto mondiale, Pietro Suriani sin dai primi anni ’20 ha ricoperto un ruolo da protagonista nella politica vastese. Stimato e apprezzato da tutta la classe dirigente locale, per circa un decennio ha guidato l’amministrazione comunale: succeduto al commissario prefettizio Cesare Perdisa, ha praticamente ricoperto la carica di sindaco e podestà ininterrottamente dal 1924 al 1933.
Tra le iniziative principali ricordiamo l’erezione del Monumento ai Caduti, l’inizio dei lavori per la costruzione del Campo sportivo, la presentazione al Ministero dell’Educazione Nazionale della richiesta dell’istituzione nella nostra città di una scuola tecnica ad indirizzo commerciale, la cessione alla Curia del palazzo in Via Vescovado, per permettere l’apertura del Collegio Istonio, i lavori per la realizzazione del monumento a Gabriele Rossetti e la realizzazione dei Palazzi Scolastici.
In molti vastesi di una certa età è ancora vivo il ricordo del preside della Scuola Tecnica “Gabriele Rossetti”, a cui si deve un’intensa ed appassionata opera di elevazione sociale e morale, oltre che culturale dell’istituzione scolastica. “La storia e la geografia erano insegnate da don Pietro Suriani”, ricordava in un articolo lo storico Giuseppe Pietrocola, “reduce della prima guerra mondiale con la mutilazione che lo accompagnò per tutta la vita. Era un insegnante molto pilillare specialmente in istoria: ricordate, vecchi alunni della Scuola Tecnica, l’incubo dei lunghi elenchi delle cause prossime e delle cause remote delle guerre puniche e della rivoluzione francese? Per la geografia bisognava fare delle cartine relative alle località studiate e che si ricalcavano dagli atlanti attraverso i vetri delle finestre”.
Di Pietro Suriani ricordiamo anche l’istanza fatta nel luglio del 1931 al governo fascista per il riconoscimento di Vasto e del suo intero territorio come aventi il carattere di stazione di cura, soggiorno e turismo e per la costituzione dell’Azienda autonoma per l’amministrazione della stazione stessa.
Nella relazione redatta per l’ottenimento del riconoscimento, Pietro Suriani così descrive la nostra città: “Per la luminosità del suo cielo, per il rigoglio dei suoi olezzanti giardini, rimane un insigne rifugio di poeti; ed in nessun altro luogo, come qui, può vedersi una maggior gloria di sole sulle case degli umili uomini, una più diffusa epifania di luce fra la montagna e il mare”. E, dopo aver brillantemente esposto le bellezze, le ricchezze e i personaggi illustri della nostra città, riepiloga le motivazione della richiesta: “Luogo di cura di primissimo ordine, per la salubrità dell’aria che vi si respira, per la luminosità del suo sole, per gli effluvii balsamici dell’incantevole sua marina; elementi tutti che beneficamente concorrono a restituire il vigore alle gracili membra di coloro che vi vengono per le cure salso-iodiche ed elioterapiche; luogo di soggiorno gradito, per la costante dolcezza del suo clima, per la purezza del suo cielo, per l’abbondanza di ogni suo prodotto della sua terra e del suo mare; infine, luogo di turismo, per la varietà del suo pittoresco paesaggio, per i tesori artistici che offre all’ammirazione di quanti sono cultori del bello”.
Sulla lapide collocata nella tomba di famiglia presso il cimitero comunale, si può leggere la seguente epigrafe: DOV’ERA L’OMBRA OR LA QUERCIA GIACE / IMMOTA, NE’ PIU’ FRA I TURBINI TENZONA. / DICE LA GENTE : ERA PUR GRANDE / DICE LA GENTE : ERA PUR BUONA! / ANIMA ELETTA DI EDUCATORE / COMBATTENTE VALOROSO / AMMINISTRATORE INTEGERRIMO / DIMOSTRO’ CON LA VIRTU ’ DELL’ESEMPIO / LA FEDE NEL CULTO DELLA FAMIGLIA / NELLA GIOIA DEL LAVORO / NEI VALORI ETERNI DELLA PATRIA / NELLA MISERICORDIA DI DIO.
Lino Spadaccini
nella foto Pietro Suriani in una caricatura di Alfredo Anelli
Nessun commento:
Posta un commento