domenica 3 ottobre 2010

Il Vescovo Bruno Forte ed il suo richiamo ai politici

"Sono le parole del popolo pronunciate dall’altare. La speranza è che abbiano maggior forza di persuasione", commenta Davide D'Alessandro
Verrebbe da scrivere: giù le mani da Padre Bruno, il suo partito è la verità! Perché appaiono fuori luogo, se non intollerabili, i mugugni, le lamentele, i distinguo di una certa classe politica in seguito alle parole pronunciate da Mons. Forte. Parole di richiamo e di sprone, parole che invitano a operare per il bene comune. Parole di preoccupazione, dopo l’angustia in cui versa la Chiesa italiana. I vescovi si sentono angustiati per un Paese dilaniato dalla conflittualità politica e dall’incapacità di attuare le riforme più urgenti. La Conferenza episcopale conosce il valore alto e nobile della politica e misura quotidianamente lo smarrimento dei cittadini, la disaffezione di chi ha smesso di credere. Lo sguardo della Chiesa si fa lungimirante ed eterno, ma l’invito a percepire il dramma, che accompagna le nostre giornate, continua a essere inascoltato. Il senso d’impotenza dei rappresentati si scontra con il delirio d’onnipotenza dei rappresentanti. Non è una politica rivolta all’esterno, ma all’interno, rinchiusa nel proprio fortino. A dibattere di nulla, a conservare privilegi, a consolidare un sistema in disfacimento. Se rimprovero si può muovere, all’amato custode della fede, è di essere giunto con un po’ di ritardo. Sono diciassette anni che la nostra classe politica, a Roma come a Vasto, senza distinzione di schieramenti, parla parla parla di riformare il Paese, di garantirgli stabilità ed efficienza, proprio mentre la grande Germania non parla ma fa e celebra i venti anni della (ri)unificazione, di un intervento senza precedenti, di una fatica immane che ha (ri)unito popoli e speranze. E noi? Noi discutiamo ancora di “Porcellum”, di un parlamento di nominati. Ben vengano le omelie calde dei nostri vescovi, che denunciano la cementificazione selvaggia e l’ingordigia del potere. Non sono comizi, come ritiene certa Destra. Sono le parole del popolo pronunciate dall’altare. La speranza è che abbiano maggior forza di persuasione.
Davide D’Alessandro
Coordinatore di “Alleanza per Vasto

Nessun commento: