Un ideale, dolente quanto affettuoso: "Ciao Davide, noi non ti scorderemo". Ma a ciò va aggiunta una considerazione e una dovuta riflessione. La morte di Davide, come di altri suoi giovani compagni di studi, là nella Casa Studente a L'Aquila, la dice lunga di come troppo spesso: a. la gestione e il controllo politico-amministrativo del Bene Comune sono nelle mani di gente non capace e talora anche disonesta, seppur elettoralmente ...eletta; b. la gente, nel suo essere cittadino-elettore, dovrebbe porre maggior accortezza nel suo esprimere voto e consenso.
Pensare a questo, e pensarci bene, è - a mio avviso - far sì che la vita spezzata di questo nostro giovane concittadino non sia riguardata, e poi ricordata, pur in presenza di un terremoto, come un fatal caso della natura.
Condivido pienamente il pensiero di giusfra... Mi permetto di riportare una piccola parte di un pensiero che ho scritto il 6 aprile...
"Bisogna ricordare anche per poi ricostruire e costruire con strutture adeguate, mai pensare che tanto che vuoi che sia... Bisogna ricordare per fermare ogni tipo di speculazione edilizia, affinchè ogni uno pensi che potrebbe succedere, perchè purtroppo, succede!!!! Se la casa dello studente di L'Aquila fosse stata costruita a norma, forse Davide sarebbe ancora con la sua mamma e la sua zia che ancora lottano per avere giustizia, una giustizia giusta!"
Ringrazio Maria per aver esplicitato meglio il mio pensiero. Evviva la concretezza delle donne. Prova che se ci fossero più donne "a comandare"... Insomma, meno parole e più fatti, e che le parole siano quelle giuste, con un significato preciso e univoco.
Capisco che in momenti come questi, pervasi come siamo dalla commozione e dallo stupore per eventi così imponenti, possa apparire fuori luogo fare queste personali riflessioni accostando due vicende luttuose che hanno colpito la nostra comunità cittadina. Un anno fa’ il povero Davide veniva travolto da uno spaventoso evento naturale che, assieme ad altre numerose anime, ha spazzato via la sua giovane vita. A gennaio di quest’anno, un’altra giovane vita è stata spezzata; Cinzia Menna, anch’ella, se vogliamo, rapita ai suoi affetti dalla natura, talvolta incomprensibile ai nostri occhi. Pace alle loro Anime nelle braccia del Signore. Due giovani vite quindi, circondate dallo stesso immenso affetto della famiglia e degli amici; entrambi accomunati da un destino crudele che non ha consentito loro di dispiegare appieno la loro vita, di mettere a frutto la loro intelligenza, di programmare il futuro, di costruire qualcosa per se stessi e per la società. Nessuno dei due giovani ha scritto libri di scienza, o costruito città, o scoperto nuovi farmaci, o ricevuto Nobel o Pulitzer; semplicemente perché non ne hanno avuto il tempo. Avevano in comune la giovinezza, la voglia di vivere, l’affetto di quella comunità cittadina che li ha visti crescere e la profonda commozione che in tutti noi ha procurato la loro sorte personale. Ora se è giusta la targa per Davide, ed è sempre giusto ricordare le persone che abbiamo amato, mi chiedo in quale scuola c’è quella per Cinzia. Chiedo scusa ai famigliari dei due giovani se, involontariamente, qualcuna delle mie parole avrà procurato loro dispiacere. Intendevo abbracciare tutti i giovani che vengono strappati alla vita prematuramente, chi per uno schianto in curva chi sui posti di lavoro chi per la malattia, e rifiutarmi di pensare che il ricordo che lasciano in noi dipende da come il destino ha scelto di farli morire.
E' il dolore che non si dovrebbe mai provare, questo tipo di dolore, quello di dover per forza di cose accettare che una giovane vita, in un modo o nell'altro, vada via così, stappata da qualcosa, che sia uno schianto fatale, un evento naturale od una malattia... Ci sono giovani vite che nascono e che muoiono, di cui nessuno sa nulla e restano inesorabilmente solo nei cuori di quei pochi che hanno avuto la fortuna di conoscerli... Fosse pure il cuore di un cane, ma sempre in un cuore... Facciamo che queste targhe, siano, valgano come portanomi di tutti i giovani che vanno via... Affinche ci sia una lotta, contro le speculazioni e le malattie ed anche l'inciviltà di alcuni al volante... Ci sono giovani di cui nessuno a detto nulla, ne per la loro nascita e ne per la loro morte... Nonostante tutto, tutti sappiamo come ha anche detto ciccosan, che purtroppo molti giovani hanno perso la vita. Non è una gara, e spero umilmente e sinceramente, di non arvere urtato io qualcuno con queste mie parole.
6 commenti:
Un ideale, dolente quanto affettuoso: "Ciao Davide, noi non ti scorderemo". Ma a ciò va aggiunta una considerazione e una dovuta riflessione.
La morte di Davide, come di altri suoi giovani compagni di studi, là nella Casa Studente a L'Aquila, la dice lunga di come troppo spesso:
a. la gestione e il controllo politico-amministrativo del Bene Comune sono nelle mani di gente non capace e talora anche disonesta, seppur elettoralmente ...eletta;
b. la gente, nel suo essere cittadino-elettore, dovrebbe porre maggior accortezza nel suo esprimere voto e consenso.
Pensare a questo, e pensarci bene, è - a mio avviso - far sì che la vita spezzata di questo nostro giovane concittadino non sia riguardata, e poi ricordata, pur in presenza di un terremoto, come un fatal caso della natura.
Perdonaci Davide...
Condivido pienamente il pensiero di giusfra...
Mi permetto di riportare una piccola parte di un pensiero che ho scritto il 6 aprile...
"Bisogna ricordare anche per poi ricostruire e costruire con strutture adeguate, mai pensare che tanto che vuoi che sia... Bisogna ricordare per fermare ogni tipo di speculazione edilizia, affinchè ogni uno pensi che potrebbe succedere, perchè purtroppo, succede!!!!
Se la casa dello studente di L'Aquila fosse stata costruita a norma, forse Davide sarebbe ancora con la sua mamma e la sua zia che ancora lottano per avere giustizia, una giustizia giusta!"
Ringrazio Maria per aver esplicitato meglio il mio pensiero. Evviva la concretezza delle donne. Prova che se ci fossero più donne "a comandare"... Insomma, meno parole e più fatti, e che le parole siano quelle giuste, con un significato preciso e univoco.
Capisco che in momenti come questi, pervasi come siamo dalla commozione e dallo stupore per eventi così imponenti, possa apparire fuori luogo fare queste personali riflessioni accostando due vicende luttuose che hanno colpito la nostra comunità cittadina.
Un anno fa’ il povero Davide veniva travolto da uno spaventoso evento naturale che, assieme ad altre numerose anime, ha spazzato via la sua giovane vita.
A gennaio di quest’anno, un’altra giovane vita è stata spezzata; Cinzia Menna, anch’ella, se vogliamo, rapita ai suoi affetti dalla natura, talvolta incomprensibile ai nostri occhi.
Pace alle loro Anime nelle braccia del Signore.
Due giovani vite quindi, circondate dallo stesso immenso affetto della famiglia e degli amici; entrambi accomunati da un destino crudele che non ha consentito loro di dispiegare appieno la loro vita, di mettere a frutto la loro intelligenza, di programmare il futuro, di costruire qualcosa per se stessi e per la società.
Nessuno dei due giovani ha scritto libri di scienza, o costruito città, o scoperto nuovi farmaci, o ricevuto Nobel o Pulitzer; semplicemente perché non ne hanno avuto il tempo.
Avevano in comune la giovinezza, la voglia di vivere, l’affetto di quella comunità cittadina che li ha visti crescere e la profonda commozione che in tutti noi ha procurato la loro sorte personale.
Ora se è giusta la targa per Davide, ed è sempre giusto ricordare le persone che abbiamo amato, mi chiedo in quale scuola c’è quella per Cinzia.
Chiedo scusa ai famigliari dei due giovani se, involontariamente, qualcuna delle mie parole avrà procurato loro dispiacere. Intendevo abbracciare tutti i giovani che vengono strappati alla vita prematuramente, chi per uno schianto in curva chi sui posti di lavoro chi per la malattia, e rifiutarmi di pensare che il ricordo che lasciano in noi dipende da come il destino ha scelto di farli morire.
E' il dolore che non si dovrebbe mai provare, questo tipo di dolore, quello di dover per forza di cose accettare che una giovane vita, in un modo o nell'altro, vada via così, stappata da qualcosa, che sia uno schianto fatale, un evento naturale od una malattia...
Ci sono giovani vite che nascono e che muoiono, di cui nessuno sa nulla e restano inesorabilmente solo nei cuori di quei pochi che hanno avuto la fortuna di conoscerli... Fosse pure il cuore di un cane, ma sempre in un cuore...
Facciamo che queste targhe, siano, valgano come portanomi di tutti i giovani che vanno via... Affinche ci sia una lotta, contro le speculazioni e le malattie ed anche l'inciviltà di alcuni al volante...
Ci sono giovani di cui nessuno a detto nulla, ne per la loro nascita e ne per la loro morte...
Nonostante tutto, tutti sappiamo come ha anche detto ciccosan, che purtroppo molti giovani hanno perso la vita.
Non è una gara, e spero umilmente e sinceramente, di non arvere urtato io qualcuno con queste mie parole.
Posta un commento