Duecento anni fa, il 10 aprile del 1810, per i meriti conseguiti nella lotta al brigantaggio, i vastesi acclamarono il generale Charles Antoine Manhes cittadino onorario della loro città.
Per l’occasione una lapide fu collocata sulla facciata della chiesa di S. Giuseppe, dove tuttora si trova, anche se in pessime condizioni: con il passare degli anni l’iscrizione si sta di fatto sgretolando, tanto che una parte della lapide ormai non è più leggibile.
Nato il 4 novembre 1777 ad Aurillac, dopo gli studi nella sua città natale, fu nominato tenente nel 1799. Dopo una rapida carriera militare, nel 1808 ricevette l’incarico di reprimere il brigantaggio nel Regno delle Due Sicilie. Dapprima in Campania, con una fulminea escursione, riuscì a catturare 600 briganti. I metodi usati dal Manhes erano spaventosi, ai limiti della legalità, ma molto efficaci. In Calabria lo schiamavano “lo sterminatore”. Per i meriti conseguiti, nel settembre del 1809, venne nominato generale di brigata.
La seconda spedizione del Manhes fu negli Abruzzi: “Non con grandi apparecchi di forze”, si legge nelle Memorie Autografe del Generale Manhes intorno a’ briganti compilate da Francesco Montefredini, “perché egli teneva i soldati regolari non atti a combattere le guerre strane ed improvvise dei briganti, ma animando, entusiasmando le guardie civiche col suo ardore, mettendo sott’occhio i danni che patirebbero dagli assassini, i dolci riposi della pace sterminandoli”. Arrivato nella nostra città agli inizi del 1810, il generale prese alloggio presso la casa del barone Luigi Cardone.
Nel suo ordine del giorno del 17 maggio 1810 proclamò che la tranquillità era ristabilita in Abruzzo e che nella sola provincia di Chieti furono uccisi 125 briganti e arrestati altri 166.
Fra i molti briganti che il Manhes riuscì a catturare vi fu anche il famoso Saverio Pomponio, alias Centodiavoli, il quale venne rinchiuso nelle carceri vecchie di S. Maria (oggi Palazzo Mucci) per poi essere giustiziato il 13 febbraio del 1810.
Nella provincia di Chieti scorazzava il famigerato brigante Antonelli. Catturato, fu condotto a Lanciano e il generale Manhes “ordinò che lo ponessero sopra un cattivo asino, di cui portava la coda stretta in mano, a guisa di briglia. Un cartello gli era stato appiccato in fronte con questa scritta: Ecco l’assassino Antonelli… All’apparire del bell’originale”. Si legge ancora nelle Memorie: “fu un tumulto, una tempesta di grida, fischi, imprecazioni, che n’andavano alle stelle. Alcuni offesi da lui, ne venivano narrando la triste storia, notandone i più enormi delitti; ed ora si pascevano del vederlo così governato, come ben gli stava. E poiché sulla piazza gli furono lette tutte le atrocità che avea fatto, lo mandarono ad impiccare nel suo luogo natìo a Fossaceca”.
Altre spedizioni altrettanto crudeli, ma efficaci, furono effettuate in Calabria e in Basilicata, tanto che in soli sei mesi il brigantaggio cessava di essere un problema.
Questo il testo dell’iscrizione posta sulla facciata della cattedrale di S. Giuseppe: AL FORTE GUERRIERO D’AURILLAC / CARLO ANTONIO MANHES / MEMBRO DELLA LEG. D’ONORE E CAV. DELLE DUE SIC. / GENER. AJUT. DI CAMPO DI S.M. / GIOACCHINO NAPOLEONE / DISTRUTTORE DE’ BRIGANTI / RESTAURATORE DELLA PUBBLICA QUIETE / NELLE CONTRADE D’ABRUZZO / PER VOTO UNIVERSALE ACCLAMATO / PRIMO CITTADINO / DEL / VASTO / NEL GIORNO X APRILE MDCCCX / A RICONOSCENZA DEL POPOLO VASTESE / QUESTO MONUMENTO CONSACRA
Lino Spadaccini
Nato il 4 novembre 1777 ad Aurillac, dopo gli studi nella sua città natale, fu nominato tenente nel 1799. Dopo una rapida carriera militare, nel 1808 ricevette l’incarico di reprimere il brigantaggio nel Regno delle Due Sicilie. Dapprima in Campania, con una fulminea escursione, riuscì a catturare 600 briganti. I metodi usati dal Manhes erano spaventosi, ai limiti della legalità, ma molto efficaci. In Calabria lo schiamavano “lo sterminatore”. Per i meriti conseguiti, nel settembre del 1809, venne nominato generale di brigata.
La seconda spedizione del Manhes fu negli Abruzzi: “Non con grandi apparecchi di forze”, si legge nelle Memorie Autografe del Generale Manhes intorno a’ briganti compilate da Francesco Montefredini, “perché egli teneva i soldati regolari non atti a combattere le guerre strane ed improvvise dei briganti, ma animando, entusiasmando le guardie civiche col suo ardore, mettendo sott’occhio i danni che patirebbero dagli assassini, i dolci riposi della pace sterminandoli”. Arrivato nella nostra città agli inizi del 1810, il generale prese alloggio presso la casa del barone Luigi Cardone.
Nel suo ordine del giorno del 17 maggio 1810 proclamò che la tranquillità era ristabilita in Abruzzo e che nella sola provincia di Chieti furono uccisi 125 briganti e arrestati altri 166.
Fra i molti briganti che il Manhes riuscì a catturare vi fu anche il famoso Saverio Pomponio, alias Centodiavoli, il quale venne rinchiuso nelle carceri vecchie di S. Maria (oggi Palazzo Mucci) per poi essere giustiziato il 13 febbraio del 1810.
Nella provincia di Chieti scorazzava il famigerato brigante Antonelli. Catturato, fu condotto a Lanciano e il generale Manhes “ordinò che lo ponessero sopra un cattivo asino, di cui portava la coda stretta in mano, a guisa di briglia. Un cartello gli era stato appiccato in fronte con questa scritta: Ecco l’assassino Antonelli… All’apparire del bell’originale”. Si legge ancora nelle Memorie: “fu un tumulto, una tempesta di grida, fischi, imprecazioni, che n’andavano alle stelle. Alcuni offesi da lui, ne venivano narrando la triste storia, notandone i più enormi delitti; ed ora si pascevano del vederlo così governato, come ben gli stava. E poiché sulla piazza gli furono lette tutte le atrocità che avea fatto, lo mandarono ad impiccare nel suo luogo natìo a Fossaceca”.
Altre spedizioni altrettanto crudeli, ma efficaci, furono effettuate in Calabria e in Basilicata, tanto che in soli sei mesi il brigantaggio cessava di essere un problema.
Questo il testo dell’iscrizione posta sulla facciata della cattedrale di S. Giuseppe: AL FORTE GUERRIERO D’AURILLAC / CARLO ANTONIO MANHES / MEMBRO DELLA LEG. D’ONORE E CAV. DELLE DUE SIC. / GENER. AJUT. DI CAMPO DI S.M. / GIOACCHINO NAPOLEONE / DISTRUTTORE DE’ BRIGANTI / RESTAURATORE DELLA PUBBLICA QUIETE / NELLE CONTRADE D’ABRUZZO / PER VOTO UNIVERSALE ACCLAMATO / PRIMO CITTADINO / DEL / VASTO / NEL GIORNO X APRILE MDCCCX / A RICONOSCENZA DEL POPOLO VASTESE / QUESTO MONUMENTO CONSACRA
Lino Spadaccini
9 commenti:
Una storia davvero interessante. Ringrazio ancora una volta Lino Spadaccini per i suoi contributi storici.
Ma questo Pomponio, era il fratello di Giuseppe originari di Liscia della cui storia ne ha cantato Lara Molino in "Pomponio"?
Stupenda canzone in dialetto sansalvese il cui ritornello fa:
"Pe' vincere Pomponio
ci vò nu gran demonie.
Cande lu pere è matùre
casche senza tirtùre."
correggo:
"Per vincere Pomponio
ci vuole un gran demonio
Cande lu pere è matùre
casche senza tirtùre."
come vedete, la storia si sta ... cancellando.
Mi scusi FP D'Adamo, non so da quando e per quanto tempo lei a Vasto è stato Assessore alla cultura, forse lo è stato anche quando io ero residente vastese, ma non credo che il marmo si stia sgretolando da quando lei non è più assessore...
La storia resiste anche attraverso i racconti, le canzoni ed anche i monumenti, almeno quelle locali...
Del Pomponio che sera e mattina correva tra lu Trigne e li Zimarìne, io ne ho saputo da articoli interessanti sul sito di San Salvo, oltre che dal forum e dalla canzone che ho citato di Lara Molino...
Come vede la storia passa attraverso ogni cosa, compresi i muri di cui cantava Guccini...
La storia, senza le prove, diventa leggenda o favola. La pietra arenaria (non marmo) si sgretola, semplicemente perchè si inzuppa d'acqua. In qusto caso specifico, si forma una pozzanghera sotto l'iscrizione. La pietra "beve" come un foglio di carta assorbente o come un "orosaiva" inzuppato nel the, poi si sbriciola, quindi si cancella. Io canto Guccini ma leggo Ruskin. Comunque ...
A maggior ragione, io non sono nemmeno " un povero cadetto di Guascogna", Lei architetto, è stato Assessore, Comunque ora Consigliere, credo, in più appassionato di Ruskin, di certo saprà molto più di me sul restauro architettonico ecc. ecc.
Piuttosto che buttarla sul rovinoso... Poteva, ma potrebbe fare qualcosa!!!
Buona Domenica...
Forse avrei potuto. Comunque non sono più nemmeno consigliere. Ciao!
Mi spiace, avevo dimenticato il fatto di legge che un consigliere, se nominato assessore, una volta perso l'assessorato, non resta nemmeno consigliere....
Che dirle, le auguro di riavere opportunità nel prossimo futuro, con le nuove amministrative...
Buona sttimana...
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