L'INGEGNERE SCOMPARE A 43 ANNI. A VASTO REALIZZA IL POLITEAMA RUZZI E IL CASTELLO ARAGONA
A 90 anni dalla prima edizione, torna nelle librerie la ristampa di Pagine di guerra e di prigionia, dell’ingegnere vastese Antonio Izzi. Curato dalle figlie Maria Teresa, Anita, Giuliana e Gabriella, sotto la supervisione di Puccio Benedetti, il libro non è la semplice ristampa di un volume ormai introvabile, ma è anche la voglia di riportare all’attenzione dei vastesi un personaggio prematuramente scomparso all’età di 43 anni, arricchendo la pubblicazione con interessanti note biografiche dell’autore, una lettera di Luigi Benedetti indirizzata al prof. Mario Sacchetti e un inedito quanto piacevole saggio di Puccio Benedetti attraverso l’analisi di alcuni stralci di conferenze tenute a Vasto “per una migliore comprensione della personalità di Antonio Izzi improntata costantemente dalla volontà di contribuire al progresso socioeconomico della sua terra, senza mai perdere di vista il significato etico del vivere”.
Tematiche di sicuro interesse, che vanno dall’Elettricità e carbone in Italia all’opera di Alessandro Volta, fino ad un argomento fin troppo attuale, che ci riguarda ancora da vicino come Idrografia e sistemazione idraulica dell’Abruzzo citeriore, dove ritroviamo alcuni riferimenti alle frane sul lato orientale di Vasto, analizzando le infiltrazioni delle acque ed anche la mancanza di alberi. “Se nella storia di Vasto”, afferma l’ingegnere Antonio Izzi, “sotto il muro delle Lame, nei territori adiacenti alla Strada Nazionale si proibisse con una espropriazione per pubblica utilità, di tenere gli orti che appesantiscono il terreno per la necessità d’irrigazione, aumentandone la facoltà di scorrimento, e al posto degli orti sorgesse un magnifico parco di pini, si verrebbe a diminuire di molto la probabilità di franare, per il terreno soprastante, assicurando alla città una maggiore protezione”.
Antonio Izzi è nato a Vasto il 9 dicembre 1898 da Michele e Maddalena Desiati. Dopo aver conseguito il diploma a Teramo, frequenta la facoltà d’ingegneria a Pisa. Compiuti i 18 anni viene richiamato alle armi e, dopo un breve corso per allievi ufficiali, viene inviato al fronte dove si distingue per il coraggio, tanto da meritarsi una medaglia d’argento e una croce al merito.
Nel 1920 pubblica Pagine di guerra e di prigionia “un diario che è testimonianza della sua esperienza militare, degli entusiasmi e delle delusioni, così come la premessa al diario stesso dimostra lo stato di disorientamento e disagio nel quale quanti, di ritorno dal fronte, vivono una situazione politica confusa e socio-economicamente incerta”.
Nel dopoguerra Antonio Izzi consegue la laurea in ingegneria civile a Napoli e torna nella sua città natale per svolgere l’incarico di ingegnere capo del Comune di Vasto. In pochi anni realizza alcuni piccoli gioielli di architettura quali il Politeama Ruzzi ed il Castello Aragona, solo per citarne alcuni, e chissà cos’altro avrebbe potuto progettare se una polmonite non lo avesse prematuramente strappato alla vita.
Il libro, pubblicato per le Edizioni Cannarsa, è formato da 112 pagine ed è in vendita al prezzo di 12 euro.
Lino Spadaccini
Tematiche di sicuro interesse, che vanno dall’Elettricità e carbone in Italia all’opera di Alessandro Volta, fino ad un argomento fin troppo attuale, che ci riguarda ancora da vicino come Idrografia e sistemazione idraulica dell’Abruzzo citeriore, dove ritroviamo alcuni riferimenti alle frane sul lato orientale di Vasto, analizzando le infiltrazioni delle acque ed anche la mancanza di alberi. “Se nella storia di Vasto”, afferma l’ingegnere Antonio Izzi, “sotto il muro delle Lame, nei territori adiacenti alla Strada Nazionale si proibisse con una espropriazione per pubblica utilità, di tenere gli orti che appesantiscono il terreno per la necessità d’irrigazione, aumentandone la facoltà di scorrimento, e al posto degli orti sorgesse un magnifico parco di pini, si verrebbe a diminuire di molto la probabilità di franare, per il terreno soprastante, assicurando alla città una maggiore protezione”.
Antonio Izzi è nato a Vasto il 9 dicembre 1898 da Michele e Maddalena Desiati. Dopo aver conseguito il diploma a Teramo, frequenta la facoltà d’ingegneria a Pisa. Compiuti i 18 anni viene richiamato alle armi e, dopo un breve corso per allievi ufficiali, viene inviato al fronte dove si distingue per il coraggio, tanto da meritarsi una medaglia d’argento e una croce al merito.
Nel 1920 pubblica Pagine di guerra e di prigionia “un diario che è testimonianza della sua esperienza militare, degli entusiasmi e delle delusioni, così come la premessa al diario stesso dimostra lo stato di disorientamento e disagio nel quale quanti, di ritorno dal fronte, vivono una situazione politica confusa e socio-economicamente incerta”.
Nel dopoguerra Antonio Izzi consegue la laurea in ingegneria civile a Napoli e torna nella sua città natale per svolgere l’incarico di ingegnere capo del Comune di Vasto. In pochi anni realizza alcuni piccoli gioielli di architettura quali il Politeama Ruzzi ed il Castello Aragona, solo per citarne alcuni, e chissà cos’altro avrebbe potuto progettare se una polmonite non lo avesse prematuramente strappato alla vita.
Il libro, pubblicato per le Edizioni Cannarsa, è formato da 112 pagine ed è in vendita al prezzo di 12 euro.
Lino Spadaccini
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