L’11 marzo del 1992 ci lasciava Espedito Ferrara, un dei più grandi cultori di storia vastese del ‘900.
Nicola D’Adamo, attraverso le pagine del suo mensile Vasto Notizie ne annunciava la morte con questo titolo “È morto Espedito Ferrara. Scompare un pezzo di storia”: in un breve titolo è riassunto tutto quello che il giornalista, commediografo e poeta vastese ha rappresentato per la nostra città.
A buon ragione, nello stesso giornale, il decano dei giornalisti vastesi Giuseppe Catania, definiva Espedito Ferrara “uno dei pionieri del giornalismo e della cultura vastese degli anni a cavallo dell’ultimo conflitto mondiale”, ed ancora, “Vera tempra di scrittore forbito di acuto ingegno, conoscitore profondo del vernacolo abruzzese e del caratteristico, tipico dialetto vastese, svolse un’arguta e meticolosa ricerca di motti e proverbi della parlatura paesana”.
Nel 1947 ha fondato il periodico d’informazione Histonium, riprendendo l’esperienza de Il Vastese d’oltre Oceano di Luigi Anelli, realizzando un giornale di informazione locale per il popolo vastese e per i tanti emigranti sparsi per il mondo. Come ricordava Giuseppe Catania, l’Histonium era “palestra di confronto aperto e leale, di tanti avvenimenti che hanno tracciato un solco profondo negli annali civili”: un giornale ricco di cronaca locale (basta ricordare le memorabili pagine sulla la sciagura aerea del 1951 e sulla frana del 1956), di spunti e riflessioni sulla vita cittadina, le vicende politiche con particolare evidenza all’attività di Giuseppe Spataro, ed ancora poesie dialettali e in lingua, le “effemeridi” con simpatiche storielle di vita paesana e tanto altro ancora.
Continuatore dell’esperienza teatrale dialettale di Luigi Anelli, Espedito Ferrara rappresenta l’ultimo autore significativo di questo genere: “Ssa fa’ Dde” (1931), “Giacobbe, Raffajèle e Sprecaciànnere” (1931), “Aria di città” (1932), “Terre nostre” (1943) la commedia musicale inedita “Sta Madùnnelle” (1942) e soprattutto la commedia “Core mè”, musicata dal maestro Aniello Polsi, rappresentano dei piccoli grandi capolavori che di tanto in tanto vengono ancora riproposti all’attenzione del pubblico. In particolare proprio quest’ultima opera è stata rappresentata con notevole successo in vari paesi abruzzesi ed anche all’estero e dall’ultimo allestimento, messo in piedi dal Coro Polifonico Histonium, è stata realizzata anche un’incisione discografica.
Nell’introduzione alla pubblicazione della commedia “Aria di città” avvenuta nel 1990, Tito Spinelli scriveva: “Parlare di una società popolare vastese nelle commedie di Ferrara, dunque, non è azzardato. Gli intrecci esposti sono alla portata di tutti ed evidenziano una fertile opzione individuale, anche se la simpatia dello scrittore va maggiormente ai meno abbienti per la loro capacità di permanere spontanei e di manifestarsi con un linguaggio concreto e per la loro adattabilità all’avventura e per quel senso di precario che presiede alla loro giornata. Non vi sono nobili o ricchi borghesi nelle opere del Ferrara”, proseguiva Tito Spinelli, “né esistono ambienti asettici ove si consumano vizi. Sotto tale aspetto la sua commediografia, pur senza essergli debitrice, potrebbe riallacciarsi all’Anelli migliore…”.
Nel 2002 la famiglia di Espedito Ferrara ha edito un CD dal titolo Il nostro calendario, contenente detti, proverbi, versi e aneddoti dialettali raccolti o composti negli anni ‘80. Ma c’è ancora tanto materiale inedito e ci auguriamo che fra due anni, in occasione del ventennale dalla morte, possa essere pubblicato altro materiale di sicuro interesse per la collettività vastese.
Lino Spadaccini
A buon ragione, nello stesso giornale, il decano dei giornalisti vastesi Giuseppe Catania, definiva Espedito Ferrara “uno dei pionieri del giornalismo e della cultura vastese degli anni a cavallo dell’ultimo conflitto mondiale”, ed ancora, “Vera tempra di scrittore forbito di acuto ingegno, conoscitore profondo del vernacolo abruzzese e del caratteristico, tipico dialetto vastese, svolse un’arguta e meticolosa ricerca di motti e proverbi della parlatura paesana”.
Nel 1947 ha fondato il periodico d’informazione Histonium, riprendendo l’esperienza de Il Vastese d’oltre Oceano di Luigi Anelli, realizzando un giornale di informazione locale per il popolo vastese e per i tanti emigranti sparsi per il mondo. Come ricordava Giuseppe Catania, l’Histonium era “palestra di confronto aperto e leale, di tanti avvenimenti che hanno tracciato un solco profondo negli annali civili”: un giornale ricco di cronaca locale (basta ricordare le memorabili pagine sulla la sciagura aerea del 1951 e sulla frana del 1956), di spunti e riflessioni sulla vita cittadina, le vicende politiche con particolare evidenza all’attività di Giuseppe Spataro, ed ancora poesie dialettali e in lingua, le “effemeridi” con simpatiche storielle di vita paesana e tanto altro ancora.
Continuatore dell’esperienza teatrale dialettale di Luigi Anelli, Espedito Ferrara rappresenta l’ultimo autore significativo di questo genere: “Ssa fa’ Dde” (1931), “Giacobbe, Raffajèle e Sprecaciànnere” (1931), “Aria di città” (1932), “Terre nostre” (1943) la commedia musicale inedita “Sta Madùnnelle” (1942) e soprattutto la commedia “Core mè”, musicata dal maestro Aniello Polsi, rappresentano dei piccoli grandi capolavori che di tanto in tanto vengono ancora riproposti all’attenzione del pubblico. In particolare proprio quest’ultima opera è stata rappresentata con notevole successo in vari paesi abruzzesi ed anche all’estero e dall’ultimo allestimento, messo in piedi dal Coro Polifonico Histonium, è stata realizzata anche un’incisione discografica.
Nell’introduzione alla pubblicazione della commedia “Aria di città” avvenuta nel 1990, Tito Spinelli scriveva: “Parlare di una società popolare vastese nelle commedie di Ferrara, dunque, non è azzardato. Gli intrecci esposti sono alla portata di tutti ed evidenziano una fertile opzione individuale, anche se la simpatia dello scrittore va maggiormente ai meno abbienti per la loro capacità di permanere spontanei e di manifestarsi con un linguaggio concreto e per la loro adattabilità all’avventura e per quel senso di precario che presiede alla loro giornata. Non vi sono nobili o ricchi borghesi nelle opere del Ferrara”, proseguiva Tito Spinelli, “né esistono ambienti asettici ove si consumano vizi. Sotto tale aspetto la sua commediografia, pur senza essergli debitrice, potrebbe riallacciarsi all’Anelli migliore…”.
Nel 2002 la famiglia di Espedito Ferrara ha edito un CD dal titolo Il nostro calendario, contenente detti, proverbi, versi e aneddoti dialettali raccolti o composti negli anni ‘80. Ma c’è ancora tanto materiale inedito e ci auguriamo che fra due anni, in occasione del ventennale dalla morte, possa essere pubblicato altro materiale di sicuro interesse per la collettività vastese.
Lino Spadaccini
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