sabato 3 dicembre 2022

LA STORIA DEL CONVENTO DI SANTA CHIARA


Si è tornato a parlare del Monastero di S.Chiara. Oggi affronteremo l’argomento dal punto di vista storico, mentre nel prossimo intervento entreremo in merito all’abbattimento della struttura avvenuto negli anni ’30.

Nel 1585 l’Università del Vasto inviò istanza al Viceré del Regno di Napoli, affinché si istituisse a Vasto un monastero di suore. Il Viceré concesse l’autorizzazione e l’Università stanziò 500 ducati per dare inizio ai lavori di costruzione del monastero.

Costruito il monastero, denominato dell’Eucarestia o del Corpus Domini e successivamente di Santa Chiara, il 30 settembre 1609 vennero dall’Aquila tre suore del Monastero delle Clarisse, in due lettighe del Marchese del Vasto. Le suore erano Suor Feliciana Barone, abbadessa, Suor Arcangela Antonelli, vicaria e Suor Adaria Valverde, maestra delle novizie. Le tre religiose si trattennero per quattro giorni della casa della fondatrice ed il 5 ottobre successivo si chiusero in clausura insieme ad altre nove ragazze: Chiara Barone, Maddalena de Litiis, Virginia e Candida de Litiis, Zenobia Sottile, Grazia Gennari, Francesca e Domenica Monaco e Innocenza Pansa.

La cerimonia della vestizione delle suore si svolse solennemente alla presenza del Marchese del Vasto. Fu eletto confessore D. Giovanni Battista Moschetta, a cui veniva corrisposto uno stipendio di 50 ducati annui, con l’obbligo di dire la messa ogni giorno e di confessare e comunicare le suore ogni otto giorni ed in altre festività a discrezione dell’abbadessa.
Il 2 novembre dello stesso anno entrarono nel monastero altre due giovani di Casalanguida, Costanza e Brigida De Sanctis.

Il Monastero si sviluppava sempre di più tanto che nel 1622 fu fatto il Capo Altare, il dormitorio nuovo, la loggia grande e l’altare della Madonna degli Angeli. Nel 1627 si costruì la loggetta, che esisteva fino alla demolizione dell’edificio, che possiamo intravedere in alcune cartoline d’epoca.
Nel 1653 il Marchese d’Avalos donò al Monastero le reliquie di San Candido Martire e nel 1655 venne eretto l’altare del Rosario.

L’anno successivo fu murata sopra la porta della chiesa una pietra della Basilica di San Michele del Gargano, affinché allontanasse il contagio della peste.

A periodi di massimo splendore, come nel 1771 quando si contavano ben 24 monache, seguivano periodi di scarsa vocazione, come nel 1824 quando si rischiò la chiusura del Monastero a causa della presenza di sole tre monache. Ma nel 1838 si registrò la presenza di 22 monache del Coro, 3 Converse, 13 Educande e 3 Servienti.
A causa della scarsa rendita e della mancanza di stanze, nel 1840 si stabilì in 24 il numero massimo di monache che potevano essere presenti nel Monastero.

Il 2 agosto 1859, fino a tutto il 1863, fu nominato confessore delle clarisse Padre Raffaele da Larino, dimorante nel Convento di Sant’Onofrio, che fu Procuratore Generale e Prefetto delle Missioni all’Estero, dopo essere stato Missionario Apostolico in Palestina. Le suore di Vasto così lo ricordano nel loro Diario: “Di santi costumi pieno di dolcezza veniva sotto qualunque intemperia da Sant’Onofrio acciò non mancasse nessuna alla Santa Comunione”.

Luigi Marchesani, nella Storia di Vasto, così descrive la chiesa: “Unica nave forma la chiesa, lunga palmi 72, larga 25. Altare maggiore con alta e bella statua di S. Chiara: Altari di S.Maria degli Angeli e del Salvatore. Nel Coro trenta sedili di noce. Campanile a muro con piccola campana. Le feste di que’ tre altari, di S. Chiara, un pezzetto del S. Legno della Croce, e le ossa di S. Candido”.
Nell’ottobre 1917 il Monastero venne chiuso per lo scarso numero di suore e tra il 1931 ed il 1933 venne demolita in quanto “per le cattive condizioni statiche minacciava di crollare” (Delibera del Commissario Prefettizio del 15 dicembre 1933). Ma di questo ne parleremo la prossima volta.


LINO SPADACCINI



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