venerdì 20 novembre 2009

...Quando Luigi Anelli veniva accusato di scrivere lettere di raccomandazione...


Dall’enciclopedia libera Wikipedia, alla voce “raccomandazione” si legge: “Nel linguaggio comune la raccomandazione consiste in una pratica, largamente diffusa in Italia, di segnalare qualcuno con il chiaro intento di porlo in una situazione di vantaggio rispetto ad altri in particolari situazioni (selezioni, concorsi, ecc.). La raccomandazione costituisce di norma la sola possibilità per entrare nei ranghi più elevati della funzione pubblica…”.
Oggi voglio parlarvi proprio di un caso di raccomandazione accaduto nel 1899, che ha fatto molto scalpore, tanto che lo storico e giornalista Luigi Anelli, ha pubblicato un numero unico di un giornale (una vera rarità!), senza titolo, ma davvero gustoso.
La “pubblicazione quotidiana, mensile, annuale, a seconda…”, proposta dall’Anelli, ha visto la luce il giorno 19 novembre, spedito gratuitamente a tutti coloro che ne avrebbero fatto richiesta e con la seguente avvertenza, dal tono piuttosto minaccioso, “Per intelligenza del pubblico si avverte che questo primo numero potrebbe anche non essere l’ultimo”.
Allora vediamo l’episodio che ha fatto arrabbiare lo storico vastese, tanto da indurlo all’ironica, ma neanche poi tanto, pubblicazione. La molla che ha fatto scattare la rabbia nell’Anelli è la notizia apparsa sul giornale locale Istonio, nel quale il sig. Luigi Pietrocola smentisce di essere stato raccomandato dall’On. De Riseis.
Anelli così ricorda il dialogo avuto con il Pietrocola due mesi prima: “Figurati che ho preso parte a due concorsi, e non ho trovato un cane al quale m’avessi potuto raccomandare. Dei miei amici politici è inutile parlare, perché non hanno voce in capitolo; degli avversari, a chi affidarsi? E intanto, dopo aver studiato tanti anni, debbo ancora vivere a carico dei miei genitori. A proposito, ora che ci penso: il Comm. De Riseis è molto potente e potrebbe giovarmi. Perché non mi fai una lettera per lui?”.
Luigi Anelli declina l’invito in quanto non ha relazioni strette con il De Riseis, tanto da proporgli delle raccomandazioni. Ma il discorso fatto in via intima e confidenziale tra i due, comincia a passare di bocca in bocca per tutta la città, tanto che ormai tutti affermano e accusano l’Anelli di aver scritto le due lettere per il Pietrocola, la prima per raccomandarlo e la seconda per disdire la prima lettera.
Ma Luigi Anelli non ci sta e accusa il Pietrocola che il suo intento non è quello di scoprire chi ha messo in giro quelle maldicenze, piuttosto quello di mettere in cattiva luce lo storico vastese facendo credere alla gente che l’autore delle lettere sia proprio l’Anelli. Così va da coloro che l’accusano e ad ognuno si fa rilasciare una dichiarazione. Per brevità e come esempio ne riportiamo solo uno, quello di Silvio Monacelli: “Per debito di lealtà, ed a richiesta del Sig. Luigi Anelli, dichiaro che, avendo interrogato il medesimo sulle voci che giorni addietro correvano relativamente alle due lettere da lui scritte pel Sig. Luigi Pietrocola all’on. Giuseppe de Riseis, egli mi smentì recisamente la cosa. Aggiunse però che il Pietrocola, a proposito di un concorso testè indetto, ebbe a domandargli una raccomandazione presso il suddetto deputato, raccomandazione ch’egli non potè favorire al richiedente, non avendo con l’on. De Riseis rapporti tali da permettergli l’invio di simili lettere”.
E conclude l’Anelli. “Dopo tutto questo, se riesce facile al Sig. Luigi Pietrocola di disdire un fatto che realmente accadde, ma che non può materialmente provare, perché avvenuto fra me e lui, senza alcun testimone, rimane sempre manifesta la sua malafede quando in presenza del farmacista Rossi volle attribuire al Sig. Francesco Benedetti parole che questi non ha mai pronunziate, e che su questo foglio sono state dal medesimo Benedetti pubblicamente smentite. E con ciò faccio punto… per ora!”
Lino Spadaccini

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