giovedì 14 maggio 2009

Elezioni provinciali: riflessioni ad alta voce

Da Giuseppe F. Pollutri riceviamo e pubblichiamo:
Francesco Paolo D’Adamo, Coletti, Franceschini, Di Pietro, …la politica!
di Giuseppe F.Pollutri

In attesa che Tommaso Coletti, Presidente uscente della Provincia, anche in questo caso precisi e risponda ad un suo costretto e poco convinto sostenitore ed alleato per una rielezione, io (e, ritengo, come me tanti altri) ripeto anche su NoiVastesi, quanto spontaneamente e naturalmente mi sono chiesto e chiedo nel leggere lo sfogo-confessione, il dramma politicamente esistenziale, di Francesco Paolo D’Adamo. Peraltro, leggo che l’amico è comunque allineato e coperto (Collegio 28, Vasto 1) nella compagine per Colettiancorapresidente. Se aveva problemi, fino ad esserne “stufo” - come posso immaginare che fortemente ne abbia - nei suoi rapporti di collaborazione e di prossimità, in particolare con amministratori e politici di fede pd, “di zona” e nazionali, avrebbe dovuto pensarci e chiarirlo prima. No? O - sinceramente mi dispiace pensarlo - anche lui si è allineato al modo di essere e porsi in politica (come prima da “giudice”) dal suo Capo partito: - Non importa quel che si dice, importante è farsi sentire?
Ah! la politica, importante cosa, risaputa corruttrice … Ancora una volta, alla francese: Dommage!
Dimmi, …non capisco

All’amico Francesco Paolo D’Adamo, liberale come me di un tempo, avventizio e originale in un assembramento di sinistra, vorrei chiedere qualcosa, di semplice e fondamentale. Che fosse inviso al Pd (ma che col Pd, ed anche in forza del Pd si trova a far parte del Governo a Vasto) lo sanno tutti. In questi anni è stato possibile perché immagino non sia neppure ‘omogeneo’ (e lui lo sa) al modo di essere e di fare del suo capobastone da Montenero di B. A dire, se non “Basta”, almeno un “…ora mi avete rotto”, in qualche occasione mi sono impegnato a farglielo dire anch’io. Lui niente, era preso (troppo, per il sindaco) a promuovere Cultura. L’hanno …distratto dalla Cultura per affidargli il Commercio, il mercato (di Santa Chiara) le bancarelle del sabato (e il misero suk afro-arabo estivo alla Marina?) e qualcos’altro che riguarda il “Centro” …storicamente passato di là da venire, ma lui niente. A testa bassa, (espressione figurata per lui impropria), si è messo presto all’opera, nonostante il solito sguardo di malcelata sufficienza dei Signori della Piazza e del Palazzo. Ora, leggo, quasi incredulo, il suo dichiarare di “essere stufo”. Non tanto dei suoi malfidati di congrega, ma del Franceschini, segretario a tempo, che per pararsi dai D’Alema&Bersani, deve solo racimolare voti, senza guardare in faccia ai suoi (o dell’andato Veltroni) compagni-amici di cordata. Si sa, alla guerra…, così usa. Figurati, che questa poi è solo una Commedia, la solita, quella che poi tutti contribuiamo a mettere in scena, ognuno per una sua parte, mentre i cittadini da spettatori, dormienti, si svegliano sempre dopo, sempre tardi… “Ma insomma - starete pensando - cos’è che dopo queste divagazioni vuoi chiedergli a Paolo, che tu non sai?”
- Ecco, amico, liberale come me di un tempo passato, scusa, ma veramente mi sfugge (e forse non solo a me) “per quale motivo” tu “debba candidar(T)i, sprecare energie, impegnar(T)i, per far eleggere … Coletti”!
Senza volontà di provocazione alcuna (di certo), con tutta la mia rinnovata considerazione e stima, sinceramente chiedo.”
Giuseppe F. Pollutri

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