giovedì 2 luglio 2020

Storie di mare: ecco come si pescavano i "pelosi"!

Tutte le notizie su questo fantastico crostaceo
L'amico Paolo Baccalà ci ha girato questo racconto pubblicato su fb

Li piluse !
di Paolo Baccalà

Fino a 35/40 anni fa  -  quando ancora il mare tra "prete e scuie" era per pochissime persone  e il Vastese preferiva "la rene de la marine" -   i fondali rocciosi della nostra costa erano popolati da questi crostacei, "li piluse".
Bastava spostare un masso immerso o guardare in mezzo alle "incastrature" tra gli scogli per scovare
certi "cocoloni". I metodi di pesca erano svariati e ognuno si adattava a secondo delle proprie capacità e abilità, del periodo dell'anno e delle condizioni atmosferiche.

Nella pesca subacquea il periodo migliore per catturare i pelosi era la primavera. Particolarmente attivi, grazie alle temperature dell'acqua ancora rigide e dalla fase riproduttiva, era facile trovarli in cammino tra gli scogli e l'abilità nel catturarli era di prendere il tempo prima che potessero rintanarsi nella prima buca. La pesca per subacquei capaci era di "martavelluni" di diversi Kili di piluse. Con la bella stagione la pesca calava un po' di numeri.
Ad agosto era solito trovare carapaci svuotati.

Come tutti i crostacei entravano nel periodo della muta del carapace.
E in questo periodo senza la difesa della propria corazza si rintanavano come meglio potevano.
In ogni modo qualche peloso "molloso" veniva sempre catturato.

"Li pilusare" non affini alla subacquea, si dedicavano alla pesca "ngh la mazzocch" un pezzo di canna con un pesce ben incastrato e legato, il più delle volte "nu Muzzone" che invitava il peloso ad uscire dalla buca o magari ci si aiutava anche con un ferro, un attrezzo modellato ad arte, ottenuto da un filo ferro doppio da capanna, con in quale si "si scuculav li piluse dall' ngarrature".

Con il mare cattivo e magari in scaduta, questo crostaceo aumentava l'attività ad alimentarsi, favorito dall' "acca ntruvutate" e i pescatori lo insidiavano con i cerchioni, cerchi di una quarantina di centimetri di diametro fatti con tondini di ferro, almeno da 10mm, calzati con disavanzo da una rete abbastanza larga.

Come esca il solito "mozzone" pescato dentro il porto. Anche qui le catture erano abbondanti.
Quasi 40 fa la vita di questo crostaceo dalle carni prelibate ha subito un attentato nel nostro mare.
Avevo 8 anni e ci fu la prima invasione di "arciglioni" con un graduale e considerevole aumento per almeno 7/8 anni. Questo polpo troppo forte per il crostaceo ha decretato la sua riduzione ha decretato anche la quasi estinzione dell'astice fino ad allora presente nei nostri fondali.

Anche l'etica dei nuovi e più numerosi pescatori è cambiata.
Mio padre mi aveva insegnato che i pelosi femmina con le uova andavano liberati. Inoltre anche i più piccoli, dai quali non ci si mangia niente, non andavano catturati. Nel tempo, con la scusa tutto fa brodo, o sugo, anche quest'etica è stata infangata.. come tante altre e in tutti i campi del resto.
Paolo Baccalà

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