sabato 28 settembre 2019

TUTTO PRONTO PER LA FESTA DI SAN MICHELE: gli appuntamenti, la storia della devozione al Santo Patrono

ANNO 2002

di Lino Spadaccini
TUTTO PRONTO PER LA FESTA DI SAN MICHELE.
Sarà S. E. Mons. Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto, a presiedere domani alle ore 11, presso la chiesa di S. Maria Maggiore, la Solenne Concelebrazione Eucaristica, in onore dell'Arcangelo Michele, Patrono della Città del Vasto.
Il programma dei festeggiamenti, allestito dal Comune di Vasto, prosegue questa sera la Notte Bianca, con lo spettacolo principale affidato a Jefeo, il trapper noto per la partecipazione alla trasmissione televisiva Amici di Maria De Filippi.
Nella giornata di domani, il programma dei
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festeggiamenti prevede due esibizioni, alle 10.30 ed alle 20.30, all'interno del Cortile di Palazzo d'Avalos, dell'orchestra di fiati "Vasto Wind Orchestra", mentre a piazza Rossetti è prevista l'edizione 2019 di Vasto in Passerella (rinviata la scorsa settimana a causa del maltempo).

Lunedì 30 settembre il clou dei festeggiamenti con l'esibizione della Banda Musicale della Polizia di Stato ed il concerto di Ron a piazza Rossetti.

La devozione dei vastesi verso l'Arcangelo Michele ha origini antiche. Ogni qualvolta una calamità colpiva o minacciava la nostra città, il popolo acclamava a gran voce la protezione dell’Arcangelo Michele. In particolare si ricordano due episodi. La prima avvenuta nel 1805 quando per l’esplosione di un nuovo vulcano nel vicino Matese, si sentirono ripetute scosse telluriche, che causarono ingenti danni in molti paesi limitrofi, ma non nella nostra città.
Altra circostanza, ben più terribile della prima, avvenne tra il marzo del 1817 ed il gennaio del 1818, quando una terribile epidemia costò la vita ad oltre 2500 persone. Solo grazie al prodigioso intervento del Principe degli Angeli la malattia venne scacciata. Proprio in seguito a quest’ultimo evento, mentre la popolazione era raccolta all’interno della chiesa di San Giuseppe, dov’era esposta la statua dell’Arcangelo Michele alla venerazione dei fedeli, venne pubblicamente richiesta la sua elezione a protettore principale della nostra città. Soltanto dieci anni più tardi, nel settembre 1827, all’interno del consiglio comunale, venne formulata la richiesta ufficiale da inviare al Pontefice Leone XII, per l’ottenimento del patronato.
Verso la fine del 1836 il colera scoppiato nella vicina Rodi minacciava il contagio anche nel territorio del Vasto: il popolo vastese, che aveva ancora negli occhi le scene strazianti di quello che era accaduto solo vent’anni prima, cominciò a pregare ed a premunirsi per evitare il male. Nel dicembre successivo, il Sottintendente Coletti ordinò un triduo di ringraziamento a S. Michele, affinché preservasse la città dal colera. In ricordo venne coniato un medaglione d’argento con su inciso: La fedelissima città di Vasto al glorioso protettore S. Michele Arcangelo, a’ 31 Dicembre1836.
Passarono solo pochi mesi e di nuovo il temibile cholera morbus si riaffacciò alle porte della città. Agli inizi del luglio 1837 risultarono particolarmente colpiti gli abitanti di Portocannone, nel vicino Molise. Il 13 luglio venne riscontrato il primo caso di contagio. Per preservare la città dall’epidemia venne portata in processione la statua dell’Arcangelo. "Buona quantità di popolo si recò a prendere la statua dell’Arcangelo S. Michele a breve distanza dalla città ove è sita la sua Cappella", si legge sul volume Se il Colera Morbus che ricorre epidemicamente in Europa sia una perniciosa, del medico e letterato vastese Giacinto Barbarotta, "La processione fu commovente; e i contadini, a piedi scalzi, tra le lagrime le preghiere l’agitazione ec. Si defaticarono non poco; e nel ritorno che fecero alle proprie case". La processione, in realtà, provocò ancor più il diffondersi dell’epidemia, così come nella successiva processione della statua di Sant’Antonio.
Fortunatamente la malattia colpì solo di sfuggita le nostre terre. Anche questa volta i devoti vastesi ringraziarono il loro protettore per averli preservati da un bilancio più pesante. Venne effettuata anche una raccolta di fondi per restaurare la chiesa e la statua del Santo: venne sostituita la spada in legno con altra d’argento lavorata a Vasto, si pose sul simulacro un nuovo elmo d'argento fatto arrivare da Napoli e un nuovo ricco mantello, mentre la chiesa venne consolidata, ampliata e decorata nell’anno 1852, così come riportato sull’iscrizione dettata dal canonico Giacomo Tommasi, posta sull’architrave della cantoria.

Fino alla fine degli anni ’70 del secolo scorso, la processione del Santo Patrono si svolgeva la mattina del giorno 30 settembre, al termine della S. Messa Solenne.
Oggi, come un tempo, la processione vespertina è sempre molto partecipata grazie alla presenza delle confraternite vastesi, delle associazioni civiche e religiose, delle autorità civili e militari e di tantissima gente, che con fede e devozione accompagna la statua dell’Arcangelo lungo il percorso di ritorno alla propria cappella.

Lino Spadaccini


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