ANNO 2002 |
di Lino Spadaccini
TUTTO PRONTO PER LA FESTA DI SAN MICHELE.
Sarà S. E. Mons. Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto, a presiedere domani alle ore 11, presso la chiesa di S. Maria Maggiore, la Solenne Concelebrazione Eucaristica, in onore dell'Arcangelo Michele, Patrono della Città del Vasto.
TUTTO PRONTO PER LA FESTA DI SAN MICHELE.
Sarà S. E. Mons. Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto, a presiedere domani alle ore 11, presso la chiesa di S. Maria Maggiore, la Solenne Concelebrazione Eucaristica, in onore dell'Arcangelo Michele, Patrono della Città del Vasto.
Il programma
dei festeggiamenti, allestito dal Comune di Vasto, prosegue
questa sera la Notte Bianca, con lo spettacolo principale affidato a Jefeo, il
trapper noto per la partecipazione alla trasmissione televisiva Amici di Maria
De Filippi.
Nella
giornata di domani, il programma dei
FOTO DELLE PASSATE EDIZIONI>>>
festeggiamenti prevede due esibizioni, alle 10.30 ed alle 20.30, all'interno del Cortile di Palazzo d'Avalos, dell'orchestra di fiati "Vasto Wind Orchestra", mentre a piazza Rossetti è prevista l'edizione 2019 di Vasto in Passerella (rinviata la scorsa settimana a causa del maltempo).
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festeggiamenti prevede due esibizioni, alle 10.30 ed alle 20.30, all'interno del Cortile di Palazzo d'Avalos, dell'orchestra di fiati "Vasto Wind Orchestra", mentre a piazza Rossetti è prevista l'edizione 2019 di Vasto in Passerella (rinviata la scorsa settimana a causa del maltempo).
Lunedì 30
settembre il clou dei festeggiamenti con l'esibizione della Banda Musicale
della Polizia di Stato ed il concerto di Ron a piazza Rossetti.
La devozione
dei vastesi verso l'Arcangelo Michele ha origini antiche. Ogni qualvolta una
calamità colpiva o minacciava la nostra città, il popolo acclamava a gran voce
la protezione dell’Arcangelo Michele. In particolare si ricordano due episodi.
La prima avvenuta nel 1805 quando per l’esplosione di un nuovo vulcano nel
vicino Matese, si sentirono ripetute scosse telluriche, che causarono ingenti
danni in molti paesi limitrofi, ma non nella nostra città.
Altra
circostanza, ben più terribile della prima, avvenne tra il marzo del 1817 ed il
gennaio del 1818, quando una terribile epidemia costò la vita ad oltre 2500
persone. Solo grazie al prodigioso intervento del Principe degli Angeli la
malattia venne scacciata. Proprio in seguito a quest’ultimo evento, mentre la
popolazione era raccolta all’interno della chiesa di San Giuseppe, dov’era
esposta la statua dell’Arcangelo Michele alla venerazione dei fedeli, venne
pubblicamente richiesta la sua elezione a protettore principale della nostra
città. Soltanto
dieci anni più tardi, nel settembre 1827, all’interno del consiglio comunale,
venne formulata la richiesta ufficiale da inviare al Pontefice Leone XII, per
l’ottenimento del patronato.
Verso la
fine del 1836 il colera scoppiato nella vicina Rodi
minacciava il contagio anche nel territorio del Vasto: il popolo vastese, che
aveva ancora negli occhi le scene strazianti di quello che era accaduto solo
vent’anni prima, cominciò a pregare ed a premunirsi per evitare il male. Nel
dicembre successivo, il Sottintendente Coletti ordinò un triduo di
ringraziamento a S. Michele, affinché preservasse la città dal colera. In ricordo
venne coniato un medaglione d’argento con su inciso: La fedelissima città di Vasto al glorioso protettore S. Michele
Arcangelo, a’ 31 Dicembre1836.
Passarono
solo pochi mesi e di nuovo il temibile cholera
morbus si riaffacciò alle porte della città. Agli inizi del luglio 1837
risultarono particolarmente colpiti gli abitanti di Portocannone, nel vicino Molise. Il 13 luglio venne
riscontrato il primo caso di contagio. Per preservare la città dall’epidemia
venne portata in processione la statua dell’Arcangelo. "Buona quantità di popolo si recò a prendere
la statua dell’Arcangelo S. Michele a breve distanza dalla città ove è sita la
sua Cappella", si legge sul volume Se
il Colera Morbus che ricorre epidemicamente in Europa sia una perniciosa, del medico e letterato vastese
Giacinto Barbarotta, "La processione
fu commovente; e i contadini, a piedi scalzi, tra le lagrime le preghiere
l’agitazione ec. Si defaticarono non poco; e nel ritorno che fecero alle
proprie case". La processione, in realtà, provocò ancor più il
diffondersi dell’epidemia, così come nella successiva processione della statua
di Sant’Antonio.
Fortunatamente la malattia colpì
solo di sfuggita le nostre terre. Anche questa volta i devoti vastesi
ringraziarono il loro protettore per averli preservati da un bilancio più
pesante. Venne effettuata anche una raccolta di fondi per restaurare la chiesa
e la statua del Santo: venne sostituita la spada in legno con altra d’argento
lavorata a Vasto, si pose sul simulacro un nuovo elmo d'argento fatto arrivare
da Napoli e un nuovo ricco mantello, mentre la chiesa venne consolidata,
ampliata e decorata nell’anno 1852, così come riportato sull’iscrizione dettata
dal
canonico Giacomo Tommasi, posta sull’architrave della cantoria.
Fino alla
fine degli anni ’70 del secolo scorso, la processione del Santo Patrono si
svolgeva la mattina del giorno 30 settembre, al termine della S. Messa Solenne.
Oggi, come un
tempo, la processione vespertina è sempre molto partecipata grazie alla
presenza delle confraternite vastesi, delle associazioni civiche e religiose,
delle autorità civili e militari e di tantissima gente, che con fede e
devozione accompagna la statua dell’Arcangelo lungo il percorso di ritorno alla
propria cappella.
Lino
Spadaccini
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