domenica 15 settembre 2019

Dal taccuino di Angelo Del Moro: L'INVIDIA E' UN PECCATO O UNA MALATTIA ?

L'INVIDIA E' UN PECCATO O UNA MALATTIA ? 
di Angelo Del Moro

Certamente è un sentimento non sano, uno sentimento d’animo per cui, in relazione a un bene o una qualità posseduta da un altro, si prova dispiacere ed astio per non avere noi quel bene o quella qualità, e a volte il risentimento è tale da desiderare il male di colui che la possiede. L'invidia è una emozione negativa che si prova quando si viene a sapere che un altro ci ha superato, una vera e propria sofferenza che nasce da un confronto perdente, in un campo che è ritenuto per la persona invidiosa e può
diventare un sentimento duraturo, evolvere cioè in uno stato di malessere, di malumore e di malevolenza perpetua verso la
persona invidiata.

Nella cultura cristiana, l'invidia è uno dei 7 vizi capitali, per la psicologia essa è considerata una debolezza emotiva del paziente, una frustrazione accompagnata da infelicità, da senso di inadeguatezza e di inferiorità, con un deficit grave di auto-valutazione.

Secondo uno studio della University of Texas, l'invidia è un'emozione sviluppata come "sostegno" nella competizione per le risorse, come può essere la conquista di un partner o del cibo, e gli individui invidiosi che giudicano i rivali investono più in sforzi per raggiungere l'obiettivo e non restare indietro, essendo già in partenza sfavoriti nella selezione naturale. Comunque nessuno mai ammette l'invidia, sia per non rendere evidente la propria posizione inferiore, sia per non essere riconosciuto come uno che parla solo per invidia, ma è bene sottolineare che all'invidia è collegato anche un piacere, ovvero la soddisfazione che si prova davanti alle disgrazie altrui.

La psichiatria ha chiamato questo disturbo "schadenfrende", ovvero il fenomeno che insorge quando una crisi stronca un brillante rivale o la gioia nascosta che si percepisce quando un affascinante conoscente, fino ad allora ammirato ed adorato da tutti, ha avuto un grosso problema e deve scendere uno o più gradini, cosa che provoca un più che sottile piacere.

Ma sono le donne a manifestare pubblicamente in modo maggiore, soprattutto nel campo delle avvenenza, oppure nei confronti dei rivali che possiedono qualità che si vorrebbero avere come bellezza, gioventù, riconoscimento sociale, approvazione generale e successo, ma è emozione negativa che insorge anche in età infantile, quando cominciano le competizioni e si educano i bambini alla condivisione sociale.

In più l'invidia dei piccoli pazienti si può mescolare alla gelosia per l'affetto dei genitori, che si teme di perdere, e che si subisce per le loro preferenze o scelte effettuate ed imposte e non condivise.

L' invidia in genere lancia tre messaggi: sono inferiore, ti sono ostile e potrei anche farti del male.

Per questo l'invidia è distruttiva, richiede uno spreco di energie fisiche e mentali, minaccia la salute psicologica dell'invidioso, che diventa instabile e aggressivo, reagisce aspramente agli eventi ostili, e attribuisce il suo insuccesso alla sfortuna, invidiando ancora di più i risultati positivi del rivale.

Vasto, 11.09.2019

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