sabato 20 aprile 2019

OGGI SABATO, LA PROCESSIONE DELLA MADONNA ADDOLORATA



di Lino Spadaccini

Il Sabato Santo, giorno di lutto e di silenzio, nella mattinata si rinnova la suggestiva processione della Madonna Addolorata, statua lignea di rara bellezza, opera dell’artista napoletano Giacomo Colombo. Dalla chiesa di S. Francesco di Paola, a piazza Rossetti, muoverà la processione per le strade del centro storico, con la partecipazione delle confraternite, i segni della passione e le donne vestite in abito nero in segno di lutto.

Il Sabato Santo non viene celebrata nessuna liturgia. Le chiese rimangono spoglie fino alla solenne Veglia pasquale di questa sera, quando si scioglieranno le campane per festeggiare il Cristo risorto.

Definita la "Madre di tutte le veglie", quella pasquale, la più importante dell’anno liturgico, inizia con la suggestiva "Liturgia della luce". Fuori dalla chiesa viene acceso il fuoco, che servirà per accendere il Cero pasquale, simboli questi di Gesù risorto che illumina il mondo vincendo l’oscurità della morte e del peccato. Il sacerdote, prenderà il cero pasquale e, tenendolo elevato, canterà per tre volte "Cristo luce del mondo". I fedeli in coro risponderanno"venite adoriamo". Nella chiesa buia, alcuni ministranti, dal cero accenderanno la loro candela e diffonderanno la fiamma a tutti gli altri fedeli presenti in chiesa.
Al termine della liturgia della parola,il sacerdote intonerà il canto del Gloria, mentre verranno suonate le campane a distesa per festeggiare la Resurrezione di Cristo.Dopo la proclamazione del Vangelo e l’omelia, seguirà la benedizione dell’acqua e il rinnovo delle promesse battesimali.


Chiudiamo con una poesia del canonico Francesco Vassetta, pubblicato nel 1886, dal titolo 

Maria a piè della croce

A piè del tronco, ove pendea languente
Dell'Uomo Dio la salma insanguinata,
Spettatrice e spettacolo dolente,
Giacea la Vergin Madre Addolorata.

Sollevarlo vorria pietosamente,
Ma da tutti si vede abbandonata:
Alza le palme al Cielo egra, gemente,
E pietade dal Ciel l'è pur negata.

Chiusa nel suo cordoglio, a luci immote
Nel Figlio alfin si affisa, e al suo dolore,
Che mosso un sasso avria, nïun si scuote…

Ma se si copre di mortal pallore,
Non le bagna una lagrima le gote,
Chè tutto il duolo è concentrato al core.


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