venerdì 28 febbraio 2025

C’ERA UNA VOLTA IL CARNEVALE A VASTO


C’ERA UNA VOLTA IL CARNEVALE 

Vasto, 27 febbraio 2025,  nostalgico incontro tra vecchi ricordi

 Un tuffo nel passato.Quello bello, vero e gioioso che Vasto ha vissuto da quando un tenace parroco ha dato vita alla sfilata dei carri carnascialeschi. Don Felice Piccirilli, lui, il sacerdote che ha inaugurato la mensa dei poveri, ha nutrito e confortato i disoccupati che, almeno in occasione delle festività, ha donato serenità riempiendo a dismisura piazza Diomede e il corso De Parma. Dal 1957 fino al 1968 circa.

In omaggio a questo benefattore, ieri nel salone parrocchiale della Cattedrale di San Giuseppe, Loredana Eventi ha organizzato un incontro che ha ripercorso la storia della città di quel periodo. Tempi in cui le chiese erano frequentate dai vastesi di ogni età, luoghi nei quali ogni persona aveva il suo posto e il suo ruolo. Indispensabili tutti, ognuno necessario alla riuscita di qualsiasi evento. Purtroppo una pratica persa nel tempo– come ha ricordato nel suo interventodon Luca Corazzari, ospite e parroco della chiesa di san Giuseppe- che sarebbe auspicabile riprendere per il bene della comunità, se non altro per abolire l’ormai abusato “Non è compito mio”.

Grazie alle immagini illustrate dal poeta e scrittore Fernando d’Annunzio, coloro che hanno partecipato all’incontro, hanno avuto uno spaccato di vita degli anni. Cinquanta prima, poi Sessanta e Settanta. C’era tanta voglia di ricostruire. Nell’aria si respirava ottimismo e darsi da fareera un must, anche perché Don Felice trovava sempre il modo di coinvolgere tutti. C’era però anche tanta povertà e miseria – ha sottolineato Nicola Della Gatta, assessore comunale alla Cultura – ma, a ben vedere le foto, vissute con umiltà e orgoglio, tanto da far apparire sfarzosa una popolarissima sfilata di carri e pupazzi di cartapesta. Questa è stata la ricchezza della Vasto dell’epoca, rappresentata dalla magnanimità di don Felice. Il suo servizio pastorale ha riempito i cuori dei vastesi, lasciando scie ancora oggi in chi lo ricorda con affetto e riconoscimento. Uno di questi è don Gino Smargiassi, votato alla vita sacerdotale proprio da don Felice – ha ieri raccontato il Monsignore sul palco – e cresciuto sotto la tonaca servizievole del parroco. Don Gino, ormai ultranovantenne, è la testimonianza viva dell’umiltà di una generazione che sta scomparendo e che ha ricordato con gioia il suo percorso religioso in qualità di vice di don Felice Piccirilli.

Oltre alla ricerca dei valori perduti invocata da don Luca, nel corso dell’incontro è emerso anche l’intento di portare alla ribalta la lingua vastese, di trasmettere alle giovani generazioni l’immenso patrimonio culturale che si porta dietro. E ogni anno Fernando d’Annunzio ci riesce benissimo con “La Storie”, ormai giunta alla 31esima edizione. Un racconto di 20 strofe rimate in lingua vastese, “moderna” – come tiene a precisare l’autore – che ripercorre gli eventi locali, nazionali e di politica estera, accompagnato ieri dal suono della fisarmonica di Giovanni d’Ermilio. La melodia è la stessa eper ogni edizione il poeta pensa e scrive “La Storie”, rappresentandouno stimolo a fare, soprattutto per le autorità locali.

A coronare “C’era una volta il Carnevale” un dolce momento omaggiato da Donatella Ranalli, titolare dell’omonimo biscottificio. A tutti i partecipanti Donatella - che ha affermato di avere ‘le mani in pasta’ dall’età di 10 anni - ha offerto un sacchettino contenente un biscotto a forma di mascherina carnascialesca e una porzione di Cicerchiata, dolce tipico locale, la cui ricetta è stata presentata (rigorosamente in lingua vastese) dallo scrittore D’Annunzio.

Un altro momento emozionante è stato quando dal pubblico è intervenuta Maria Grazia Pezzuto, docente della Nuova Direzione Didattica di Vasto, che ha raccontato la sua testimonianza mentre una foto la ritraeva bambina nell’intento di ricevere il primo premio canoro, una bambola parlante, di una specie di Zecchino d’oro targato don Felice. Accanto a lei, un don Gino giovanissimo a suo sostegno. Era il 27 febbraio 1967, esattamente 58 anni fa.

“Sono soddisfatta di questo evento – ha dichiarato Loredana Lammanda, organizzatrice dell’incontro – perché ho visto tanto interesse e partecipazione, emozione da parte dei presenti nel vedere e sentire i racconti, soprattutto quello di don Gino. È stato bello e ringrazio tutti – ha aggiunto Loredana Eventi -. Quest’anno mi sono occupata di questa fascia d’età – ha concluso - con l’intento di coinvolgere ogni anno sempre più persone giovani e capaci di tramandare a loro volta questa tradizione”.


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