Modificata la legge:
più chioschi sulla Via Verde?
La modifica in extremis ad un articolo del “Testo unico in materia di commercio” infiamma la campagna elettorale. Ma è opinione di molti che bisogna trovare un giusto equilibrio tra l’esigenza di preservare il nostro fantastico patrimonio ambientale e quella di far crescere l’economia.
Fra un mese si va al voto e la campagna elettorale si sta sempre più surriscaldando.
Negli ultimi giorni a far discutere è la modifica in extremis ad un articolo del “Testo unico in materia di commercio” L.R. 23/2018. Il Consiglio Regionale infatti nell’ultima
riunione dell’8 febbraio 2024 ha approvato un emendamento che modifica il primo comma dell’art.54 “Attività' di somministrazione stagionale e temporanea” nel seguente modo, in maiuscolo le nuove parole aggiunte: “I Comuni stabiliscono e VERIFICANO le condizioni per l'esercizio dell'attività di somministrazione in forma stagionale, considerandosi tale attività svolta per uno o più periodi, nel complesso non inferiore a 90 giorni DI EFFETTIVA APERTURA e non superiori a 180 giorni DI EFFETTIVA APERTURA per ciascun anno solare”.A scatenare le tante proteste di opposizioni e associazioni è la frase “giorni di effettiva apertura”, che nasconderebbe la possibilità di trasformare la semplice autorizzazione stagionale di installazione di strutture temporanee (tipo gazebo, chioschi e altro) - da smontare alla scadenza - in strutture permanenti.
Tanto per fare un esempio: se un esercente vuole, può dividere i suoi 180 giorni concessi con tre mesi di apertura in estate (90 giorni) e con tutti i weekend del resto dell’anno (2 gg x 40 settimane, 80 giorni), così non è tenuto a smontare le sue strutture. Poi avendo già occupato quel posto è difficile negargli la conferma l’anno successivo.
Fa discutere anche un altro aspetto non marginale: come faranno i Comuni a controllare i giorni di apertura della struttura? Saranno i vigili a certificare?
Di fronte alle polemiche delle opposizioni, il consigliere regionale Fabrizio Montepara (Lega), presidente della I Commissione Bilancio e Affari Generali, così ha dichiarato alla stampa: “Trovo sconcertante come l’ansia della campagna elettorale faccia mistificare leggi e provvedimenti. Rispetto al Testo Unico sul Commercio, in sostanza, non cambia nulla. Ho soltanto voluto aggiungere le parole “di apertura effettiva” per poter agevolare gli imprenditori dei vari settori che operano in maniera stagionale”. Il consigliere specifica che “la norma riguarda gli operatori di tutto il territorio dell’Abruzzo, siano essi al mare, in montagna, in collina o in città” e che nell’emendamento non ci sono riferimenti alle norme urbanistiche e paesaggistiche dei comuni di riferimento”, che in sostanza rimangono quelle di prima.
Le opposizioni e alcune associazioni invece sono preoccupate per l’impatto che in questa modifica di legge potrà avere sulla Via Verde e sulla Costa dei Trabocchi.
“Il patrimonio ambientale della Costa dei Trabocchi, reso fruibile dalla pista ciclabile, è il vero volano del successo turistico di questi luoghi”, ha evidenziato nei giorni scorsi l’associazione “Nuovo Senso Civico”. “La sua preservazione è cruciale per il mantenimento e la crescita del turismo. Nei prossimi anni, se venisse meno questa condizione, assisteremmo ad una inevitabile inversione di tendenza, con ripercussioni negative per l'intera economia locale”.
Ma come si diceva, sui presunti pericoli di urbanizzazione selvaggia della Costa e sua trasformazione n modo irreversibile, il centrodestra risponde che non ci saranno effetti negativi perché non sono state introdotte nuove disposizioni in materia urbanistica, edilizia e paesaggistica, pertanto, per l’esercizio dell’attività di somministrazione temporanea si continuerà a far riferimento sempre alla precedente disciplina regionale e statale.
All’attacco il PD con il capogruppo Silvio Paolucci che dice : “Abbiamo detto un forte no alla privatizzazione della Costa dei Trabocchi, perché è una scelta assurda e dannosa, sia per l’ambiente e sia per la comunità e il commercio della zona. Da ‘Costa a casta dei trabocchi’, questo il passo fatto oggi da Marsilio e il centrodestra e le conseguenze, come al solito, le pagheranno gli abruzzesi”.
Non meno tenero il capogruppo del M5S Francesco Taglieri che ha detto “Il Centrodestra con l’ennesima forzatura istituzionale, ha aperto un varco legislativo che potrebbe preludere alla privatizzazione della Via Verde, dando il via a una urbanizzazione selvaggia della stessa. Una forzatura che rischia di compromettere definitivamente quello che è un prezioso patrimonio ambientale dell’Abruzzo”.
E’ rimasto inascoltato anche l’appello della Confesercenti lanciato prima della riunione del Consiglio: “La Via Verde rappresenta una grande sorpresa per il turismo abruzzese e italiano perché riesce ad offrire ai turisti una dimensione più sostenibile, diversa dalle mete tradizionali del turismo nazionale. Continuando su questa strada, i numeri saranno sempre più entusiasmanti”, hanno scritto il presidente regionale di Assoturismo-Confesercenti Gianluca Grimi ed il presidente provinciale di Confesercenti Chieti Franco Menna. “Se invece la Costa dei Trabocchi finirà per assomigliare alle altre mete tradizionali e cementificate, i turisti sceglieranno gli originali, non le copie. E sarebbe un enorme attentato al futuro economico delle nostre imprese ed al lavoro dei nostri giovani. Ecco perché chiediamo al Consiglio regionale di tutelare non le aspettative di singoli, ma il futuro dell’intera categoria”. Ma l’appello è caduto nel vuoto e l’emendamento è stato approvato.
Infine non si può negare che magari alcuni aggiustamenti alla legge sono necessari, ma bisogna operare con cautela; capire i problemi attraverso il doveroso confronto con i territori, le associazioni di categoria e i portatori di interesse; trovare un giusto equilibrio tra l’esigenza di preservare il nostro fantastico patrimonio ambientale e quella di far crescere l’economia.
Questa è l’opinione di molti e non è escluso che fra qualche mese con senso di responsabilità si rimetterà mano al provvedimento.
Sfugge a tutti però un particolare, che la Via Verde della Costa dei Trabocchi è ferma a Torino di Sangro. Da lì a Vignola (Vasto) essere ancora realizzata.
Nicola D’Adamo
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