Seconda colonna "SARACENI T." Sacrario della Foiba di Basovizza (TS) |
La storia dei 97 finanzieri trucidati nel 1945 dalle truppe di Tito, approfondita da numerosi siti del Friuli Venezia Giulia.
Ogni anno tra gennaio e febbraio due importanti ricorrenze per commemorare le vittime degli orrori della seconda guerra mondiale.
Durante la scorsa settimana si sono svolti molti eventi sul "Giorno della Memoria" del 27 gennaio, che ricorda la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali e altro.
Questa settimana, sabato 10 febbraio, avranno luogo eventi legati al “Giorno del Ricordo”, giornata istituita nel 2004 per "conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.
L’aspetto più orrendo di questa seconda pagina di storia è rappresentato dal fatto i corpi delle vittime venivano gettati nelle “foibe” che sono delle cavità naturali carsiche, tipo inghiottitoi verticali o pozzo; la cui particolare conformazione - stretta man mano che scende in profondità per poi riallargarsi in un bacino - ha reso difficile in seguito persino il recupero dei cadaveri e l’identificazione dei morti.
Il Giorno del Ricordo cade il 10 febbraio, perché il quel giono del 1947, furono firmati i trattati di pace di Parigi, che assegnavano alla Jugoslavia l'Istria, il Quarnaro, la città di Zara con la sua provincia e parte della Venezia Giulia, tutte zone in precedenza appartenenti all'Italia.
Ma nel 2017 la città è venuta anche a conoscenza della triste vicenda umana di un vastese che era stato vittima delle foibe: il 22enne Tommaso Saraceni, nato a Vasto il 3 gennaio 1923, militare della Guardia di Finanza in servizio presso la Caserma Campo Marzio di Trieste e morto il 3 maggio 1945.
TOMMASO SARACENI |
La prima cosa da dire è che nel dopoguerra il Ministero aveva comunicato alla famiglia la morte “presunta” di Tommaso Saraceni . A sua madre comunque era giunta voce che era stato fucilato. Solo nel 2015 la famiglia ha ricevuto una lettera ufficiale dal Ministero con la notizia della morte “certa”.
Da sottolineare che negli anni successivi alla seconda guerra mondiale la terribile vicenda delle foibe è passata sotto silenzio.
Negli ultimi decenni però si intensificarono le ricerche, tra cui quella dei finanzieri trucidati a Trieste, in particolare la tragica scomparsa in blocco di 97 di essi il 3 maggio 1945. Dai documenti e dalle testimonianze si ricostruì l’intera vicenda: 97 Finanzieri in forza alla Legione di Trieste presso la Caserma “Campo Marzio” – prelevati il giorno prima dalle truppe jugoslave di Tito e indotti con l’inganno a consegnare armi e uniformi – vennero dapprima costretti a subire indicibili umiliazioni, per poi essere barbaramente trucidati e infoibati presso la foiba di Basovizza, andando così a scrivere “una delle pagine più orribili e vili del disegno criminale del maresciallo Tito”.
(NB, in realtà la foiba di Basovizza è non è una cavità naturale, è un capiente pozzo minerario di carbone, con una stretta imboccatura, abbandonato decenni prima perché improduttivo).
“Dopo l'olocausto degli ebrei nei campi di sterminio nazisti, quello delle Foibe di Basovizza
è stato certamente una delle più grandi tragedie che hanno colpito l'umanità”, scrive il sito Lega Nazionale. “Per le Foibe di Basovizza si è trattato di un preordinato massacro di “pulizia etnica” che mirava alla distruzione di tutto ciò che era “Italia” e “italiano” e ciò anche per favorire l'annessione alla Jugoslavia dei territori di Trieste, del Goriziano e dell'Istria”.Nel 1995, ricorrendo il cinquantennale dell'eccidio nelle Foibe dei 97 finanzieri della brigata di Campo Marzio di Trieste, la Guardia di Finanza scoprì una lapide commemorativa, affissa al muro della nuova Caserma della Guardia di Finanza di
SARACENI T. |
Basovizza, recante i nomi dei 97 finanzieri. Tra i nomi anche quello di “Saraceni T. ” di Vasto. Non solo. Nel sacrario della Foiba di Basovizza fu eretto un monumento e posta una lastra con gli stessi nomi.
Da allora le tristi vicende delle foibe cominciarono ad entrare nel dibattito politico e nel 2004 venne istituito il “Giorno del Ricordo" delle vittime delle foibe del 10 febbraio.
Finalmente nel 2017 per i 97 finanzieri trucidati arriva il meritato riconoscimento. Tra di loro anche il nostro Tommaso Saraceni che è stato insignito dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, della medaglia commemorativa in riconoscimento del supremo sacrificio offerto alla patria, durante una solenne cerimonia tenutasi presso la Camera dei Deputati, nell’ambito dell’annuale celebrazione del “Giorno del Ricordo”. Un onore per la famiglia, che delegò Teresa Saraceni, a ritirare a Roma la medaglia e l’attestato alla memoria dello zio Tommaso.
Poco dopo altri due riconoscimenti importanti: l’intitolazione della della Sezione A.N.F.I. di Vasto al finanziere Tommaso Saraceni - Vittima delle Foibe. E la decisione all’unanimità del consiglio Comunale di Vasto di intestargli una piazza o una via.
Nel 2019 in memoria di Tommaso Saraceni fu intitolato il largo in pieno centro adibito a parcheggio tra via Vittorio Veneto e via XXIV Maggio. Cerimomia ufficiale con la partecipazione delle istituzioni, famigliari, associazioni e cittadini.
Ma la famiglia Saraceni costituita da 8 figli (Tommaso, Michele, Saverio, Consiglia, Antonio, Anna, Gino (Nicola), Giovanni) purtroppo aveva già sacrificato per la Patria un altro figlio: Michele, arruolato nella Marina sull’incrociatore leggero Giovanni delle Bande.
Purtroppo l’incrociatore il 1° aprile 1942 fu colpito da un sommergibile britannico al largo dello Stromboli e affondò rapidamente, trascinando con sé Michele Saraceni e altri 380 uomini dei 507 che erano a bordo.
Le guerre portano sempre tanto dolore, basta guardare quello che sta succedendo oggi, ma sembra che l’uomo non voglia imparare dalla storia, che è maestra di vita.
Nicola D’Adamo
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