Abruzzo: salvare il mare e
favorire lo sviluppo economico
La necessità di mettere a sistema tutte le filiere del mare non suscita grande interesse politico, anche se l’ONU ha dichiarato il “Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile 2021-2030”e la Meloni ha istituito il Ministero del Mare.
L’Abruzzo ha 150 chilometri di costa da Martinsicuro a San Salvo: il nostro mare con le sue molteplici attività contribuisce non poco alla nostra economia.
Ma a due settimane dal voto per il rinnovo del governo regionale quasi nessuno parla delle politiche del mare. E quei pochi che
ne parlano si soffermano normalmente su tre aspetti: il caro gasolio per i pescatori, i finanziamenti per i porti, la direttiva Bolkenstein per le concessioni balneari e poco altro.Quasi nessuno parla della importante iniziativa delle Nazioni Unite “Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile 2021-2030”, che ha lo scopo di connettere le scienze del mare alle esigenze, alle aspettative e al benessere della società. Una dichiarazione importante che attraverso il lavoro e le esperienze di istituzioni, imprese, scienziati, responsabili politici, associazioni, società civile e altri, possa offrire soluzioni concrete per salvare il mare e nel contempo favorire lo sviluppo economico.
Sulla scorta di questo impegno bene ha fatto il presidente Meloni a istituire in Italia il ministero delle Politiche del Mare con a capo Nello Musumeci con l’intento di “favorire lo sviluppo dell’economia blu, mettendo a sistema tutte le filiere economiche connesse al mare, quali portualità, logistica, infrastrutture commerciali, nautica, pesca e turismo balneare”. Il contenitore è stato fatto, ora bisogna riempirlo di contenuti. Ed in questo anche la Regione Abruzzo può fare la sua parte.
Ma in particolare cosa propone il Decennio del Mare delle Nazioni Unite ?
L’iniziativa ONU ha lo scopo di contribuire al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS) dell’Agenda 2030, con particolare attenzione all’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 14 “Vita sott’acqua”.
Ma il “Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile 2021-2030”, fissa anche 10 sfide precise che rappresentano le priorità più immediate e urgenti da affrontare per raggiungere gli obiettivi entro il 2030. Esse mirano a unire i partner in un’azione collettiva su scala globale, regionale, nazionale e locale.
Essendo un documento elaborato e studiato dalle Nazioni Unite preferiamo riportare integralmente le dieci sfide, nella speranza che qualche candidato alla Regione voglia farsi promotore di iniziative per mettere a sistema tutte le filiere del mare.
Dal sito https://decenniodelmare.it/ (NB la parola “oceano “ nel nostro caso è “mare”).
Sfida 1: Comprendere l’inquinamento
Comprendere e mappare
le fonti terrestri e marine di inquinanti e contaminanti e il loro potenziale
impatto sulla salute umana e sugli ecosistemi marini. Sviluppare soluzioni per
rimuovere gli inquinanti e i contaminanti o mitigare il loro effetto.
Sfida 2: Fattori di stress multipli ed ecosistemi marini
Comprendere gli
effetti di molteplici fattori di stress sugli ecosistemi oceanici (marini e
costieri) e sviluppare soluzioni per monitorare, proteggere, gestire e
ripristinare gli ecosistemi e la loro biodiversità in condizioni ambientali,
sociali e climatiche mutevoli.
Sfida 3: Cibo dall’oceano
Generare conoscenze,
sostenere l’innovazione e sviluppare soluzioni per ottimizzare il ruolo
dell’oceano nell’alimentazione sostenibile della popolazione mondiale in
condizioni ambientali, sociali e climatiche mutevoli.
Sfida 4: Settori dell’oceano ed economia blu
Generare conoscenze,
sostenere l’innovazione e sviluppare soluzioni per uno sviluppo equo e
sostenibile dell’economia blu in condizioni ambientali, sociali e climatiche
mutevoli.
Sfida 5: Sbloccare le soluzioni al cambiamento climatico basate sull’oceano
Migliorare la
comprensione del nesso oceano-clima e generare conoscenze e soluzioni per
mitigare, adattarsi e costruire la resilienza agli effetti del cambiamento
climatico in tutte le aree geografiche e a tutte le scale, e per migliorare i
servizi tra cui le previsioni per l’oceano, il clima e il tempo.
Sfida 6: Aumentare la resilienza della comunità ai rischi oceanici
Migliorare i servizi
di allarme rapido multirischio per tutti i rischi geofisici, ecologici,
biologici, meteorologici, climatici e antropogenici legati all’oceano e alle
coste, e integrare la preparazione e la resilienza della comunità.
Sfida 7: Espandere il sistema globale di osservazione dell’oceano
Garantire un sistema
sostenibile di osservazione dell’oceano, in tutti i bacini oceanici, che
fornisca dati e informazioni accessibili, tempestivi e fruibili a tutti gli
utenti.
Sfida 8: Creare una rappresentazione digitale dell’oceano
Attraverso la
collaborazione di più parti interessate, sviluppare una rappresentazione
digitale completa dell’oceano, compresa una mappa dinamica dell’oceano, che
fornisca un accesso libero e gratuito per esplorare, scoprire e visualizzare le
condizioni passate, attuali e future in un modo rilevante per le diverse parti
interessate
Sfida 9: Fornire competenze, conoscenze e tecnologie a tutti
Garantire uno sviluppo
completo delle capacità e un accesso equo a dati, informazioni, conoscenze e
tecnologie in tutti gli aspetti delle scienze del mare e per tutte le parti
interessate.
Sfida 10: Cambiare il rapporto dell’umanità con l’oceano
Assicurare che i
molteplici valori e servizi dell’oceano per il benessere umano, la cultura e lo
sviluppo sostenibile siano ampiamente compresi, e identificare e superare le
barriere al cambiamento di comportamento necessario per un cambiamento di passo
nel rapporto dell’umanità con l’oceano.
Come si vede la lista è completa e, volendo, anche a livello regionale si possono mettere in cantiere parecchie iniziative. Il prossimo governo dell’Abruzzo finirà nel 2029. L’ONU ha fissato questi obiettivi per il 2030. Questa è la tempistica.
Nicola D’Adamo
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