L’ENOGASTRONOMIA E’ IL FUTURO DEL NOSTRO TURISMO
Ben vengano eventi come “Wine & Food
Festival”, ma bisogna valorizzare di più i prodotti del mare e coordinare le
iniziative di promozione in un unico progetto.
Ormai è noto a tutti che l’enogastronomia sta sempre più assumendo una nuova centralità nel turismo, trasformandosi da componente accessoria nelle vacanze dei turisti ad elemento di interesse e di spinta verso la scoperta di destinazioni nuove o già conosciute.
“Questa nuova centralità - dicono gli esperti - è da ascriversi a una combinazione di fattori non strettamente legati al turismo, ma di portata più ampia. L’enogastronomia è divenuta un elemento pervasivo della vita sociale, ha iniziato ad essere sempre più considerata un modo per stare bene, divertirsi, sperimentare, stare in compagnia. Inoltre ha assunto la valenza di strumento di trasformazione culturale e antropologica. Da evidenziare che il cibo e il vino sono espressioni di un territorio, elementi d’identificazione e di differenziazione rispetto agli altri. Conoscerne le origini, i processi e le modalità di produzione significa scoprire il territorio le vicende storiche, artistiche e sociali, la vita delle persone del luogo. In tal senso, l’enogastronomia ha iniziato a configurarsi come una forma di esperienza culturale”.
Da questa riflessione emerge che di fatto c’è uno stretto collegamento tra patrimonio alimentare e “identità territoriale”.
Sulla necessità di esaltare l’identità locale vogliamo riferire di un episodio di quasi vent’anni fa – di cui abbiamo già parlato in precedenza - per far capire come sono lenti i processi di cambiamento. Dal 2004 al 2006 il compianto Luciano Lapenna fu assessore al Turismo della Provincia di Chieti. In quel periodo invitò un professore dell’Università di Bologna a parlare di turismo in un convegno all’Hotel Palace. Il docente si soffermò a lungo sulla necessità di promuovere azioni per esaltare la “identità locale” perchè oramai “il turista è stufo di andare in vacanza con le grandi catene che hanno villaggi o residence nel mondo con le stesse stanze, gli stessi menu, gli stessi intrattenimenti e gli stessi servizi, perché quando torna in città non si ricorda bene se è stato a Sharm El Sheikh, Honululu o nei Caraibi! Il turista di oggi invece vuole scoprire cose nuove ed autentiche dal punto di vista storico, culturale e enogastronomico; e portare a casa il ricordo di una bella vacanza con esperienze mai fatte prima”.
Queste riflessioni sulle nuove tendenze circolavano già 20 anni fa.
Ma qual è la situazione ad oggi nella nostra zona?
Sulla ormai arcinota “Costa dei Trabocchi” quello che manca in campo gastronomico è valorizzazione dei prodotti del mare, con eventi tipo il “Festival del Brodetto” di Fano, perché tutto sommato per la promozione dei prodotti della terra qualcosa sta venendo fuori in questi anni.
Ci riferiamo ad eventi come il Festival itinerante del Prodotto Topico ideato dal collega Orazio Di Stefano; la Sagra del Carciofo di Cupello; i Festival o le sagre della Ventricina che si tengono in vari paesi del territorio; cantine aperte e frantoi aperti; le piccole sagre sui prodotti locali ed altri eventi enogastronomici.
Il problema di tutte queste iniziative, sparse e spontanee, è che non fanno parte di un unico progetto e che non vengono promosse con largo anticipo sui mercati del turismo.
Secondo il “Rapporto sul Turismo Enogastronomico 2019”, curato da Roberta Garibaldi, l’enogastronomia rappresenta oggi un importante driver di viaggio per i turisti italiani. Ma quali sono le esperienze che il turista gradisce maggiormente?
La studiosa propone alcuni esempi: “conoscere e assaggiare i prodotti tipici;andare in un ristorante per un’esperienza culinaria memorabile; mangiare in ristorante gourmet;mangiare e bere in un locale che rappresenta un punto di riferimento per i residenti; visitare mercati o fiere agricole; partecipare ad un festival del cibo, del vino o della birra; visitare un’azienda agricola o frutticola;partecipare ad un tour enogastronomico; prendere parte a corsi o lezioni di cucina; visitare una cantina o percorrere una strada del vino; visitare un birrificio o percorrere una strada della birra; visitare una distilleria o percorrere una strada a tema; altre tipologie di esperienze”.
Il nostro Abruzzo può soddisfare molte di queste richieste, grazie proprio al suo ricco patrimonio di prodotti e di strutture. Si è capito che la Via Verde della Costa dei Trabocchi - ancora da ultimare - è una importante carta da giocare, ma c’è bisogno di mettere in campo molte iniziative di “cooperazione” fra tutti gli attori del sistema e di armonizzare i vari programmi con obiettivi chiari. E questo è il compito di chi fa politica a livello locale , provinciale e regionale.
Il turismo può dare ancora tanto alle nostre comunità e questa è una delle strade da percorrere per ottenere buoni risultati.
NICOLA D’ADAMO
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