In Abruzzo
45.000 disoccupati e 180.000 iscritti all’AIRE. Da sempre si dice che il mercato del lavoro è il termometro
più veritiero dello stato di salute dell’economia reale di un territorio.
Fra sei mesi l’Abruzzo tornerà alle urne per eleggere il nuovo consiglio regionale e il nuovo governatore . Sentiremo parlare molto delle ricette di ogni partito o coalizione per
lo sviluppo della nostra regione; e soprattutto di promesse elettorali di tutti i tipi.Ma ha ragione Draghi quando dice che dopo il covid e la guerra in Ucraina il mondo è cambiato e quello che valeva ieri, non vale più oggi.
Per cui, considerando tale contesto, ogni partito prima di fare le sue promesse elettorali dovrebbe chiaramente definire che tipo di regione vuole avere fra 10-20 anni e quali strategie deve mettere in atto per raggiungere tale obiettivo. Tutto ciò focalizzando l’attenzione sulla cosa più importante: se ci saranno i soldi per realizzare le azioni previste nel programma.
Fra i temi che verranno
sicuramente dibattuti, come in ogni campagna elettorale, ci sarà sicuramente il
lavoro, argomento che interessa migliaia di famiglie.
Due sono i problemi che si troverà di fronte il nuovo governo regionale: i 45.000 disoccupati circa che ci sono oggi in Abruzzo e i 180.000 abruzzesi iscritti all’AIRE (anagrafe Italiani Residenti all’Estero) che lavorano nel mondo e che sono in aumento di anno in anno. Parte di loro è in possesso di laurea e specializzazione e la loro fuga all’estero impoverisce la regione.
Il dato sulla disoccupazione è in linea con le regioni del centro sud, ma se si vuole agganciare la ripresa, le politiche regionali del lavoro devono avere assoluta priorità su tutte le altre.
E non bisogna far spaventare le imprese che vogliono investire in Abruzzo con veti di tutti i tipi, come il dibattito sterile che si era scatenato l’anno scorso sull’enorme parco eolico previsto in acque internazionali al largo di Punta Penna, di cui oggi si sono perse le tracce. Le imprese invece vanno incoraggiate a investire nei nostri territori. Bene il “colpaccio” di Amazon a San Salvo con centinaia di posti di lavoro oggi e altri ancora previsti nei prossimi mesi.
Lo stesso presidente della Repubblica Mattarella l’altro ieri all’Assemblea di Confindustria ha detto: ¨Le imprese sono veicoli di crescita, innovazione, formazione, cultura, integrazione, moltiplicazione di influenza, fattore di soft-power. E sono, anche, agenti di libertà. Generare ricchezza è una rilevante funzione sociale. È una delle prime responsabilità sociali dell'impresa”. Aggiungendo poi che è importante la ridistribuzione della ricchezza per eliminare le disuguaglianze.
Ma nonostante questo grande
numero di disoccupati, da noi come in
tutta Italia, molte imprese si lamentano
che non riescono a trovare persone disponibili per tante posizioni di
lavoro.
Una risposta semplicistica
potrebbe essere che molti preferiscono i
sussidi del Reddito di cittadinanza invece che lavorare. A cui si
potrebbe obiettare che la situazione era
più o meno la stessa anche prima del reddito di cittadinanza.
Ma ci sono anche giovani che prendono la valigia e non hanno paura di trasferirsi, anche all’estero. Oggi a Vasto ci sono 5.300 persone iscritte all’AIRE che lavorano nel mondo rispetto ai 4.200 di dieci anni fa.
Questi sono problemi molto complessi e di non facile soluzione, ma la Regione qualcosa può fare se concentra tutte le sue energie su questi temi.
Si dice che il mercato del lavoro è il termometro più
veritiero dello stato di salute dell’economia reale di un territorio. Quindi
“avviso ai naviganti”: il futuro della Regione Abruzzo si gioca sulla creazione
di posti di lavoro. Se di qualità meglio.
Nicola D’Adamo
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