riceviamo e pubblichiamo
L’interesse
del partito e della comunità sia sempre prevalente.
di RODRIGO CIERI
«Voi del Sud avete il vizio di litigare», una frase comune, ordinaria, ma detta a me da Paolo Emilio Taviani, politico, storico, economista, più volte ministro, tra gli esponenti più illustri della Dc, assume un invito autorevole a un chiaro comportamento politico.Non ho dimenticato quell’incontro avvenuto nei primi anni ’80 in piazza Rossetti a Vasto, dove era seduto su una panchina con Remo Gaspari. Volli salutare Remo Gaspari, il grande politico abruzzese di statura nazionale più volte ministro, che aveva un profondo rapporto di amicizia con Taviani. Gaspari, che spesso si divertiva, ma per ragioni di vantaggi elettorali, ad alimentare situazioni conflittuali all’interno di alcune sezioni, mi chiedeva informazioni locali.
All’inizio della mia ventennale attività di segretario di sezione della Dc celenzana mi aveva detto:«Non perdere tempo in polemiche. Rifletti bene su quello che fai e quando hai scelto e ritieni la cosa giusta, tira dritto.»Frase comune e ordinaria, ma autorevolmente influente detta da un capo autorevole.
Come si riesce a superare i litigi? Solo se si parla di politica e si trovano i punti di convergenza, quelli che uniscono.
Allora si metteva al primo posto l’interesse del partito che era sempre al di sopra di chi guidava al vertice a qualsiasi livello. Erano i congressi che eleggevano i segretari.
Assistiamo da parecchi anni alla pratica dei fenomeni oggi chiamati “leadership”, che poi sono pratiche molto antiche. A parte Berlusconi che è unico perché è lui e solo lui Fi, Schlein, di forte personalità, è stata eletta in congresso segretaria del Pd. Meloni, Calenda e Renzi sono fondatori dei partiti che guidano: Fdi, Azione, Iv.
Calenda e Renzi, anche per mostrare più forza nei confronti di Meloni, presidente del Consiglio dei ministri, hanno prima avviato il progetto di partito unico e poi lo hanno fatto naufragare, a meno che un colpo estroso non lo recuperi in “Zona Cesarini”.
Perché? In molti rispondono che non sono ragioni politiche, avendo in comune la gran parte degli obiettivi, ma perché due galli non possono convivere nello stesso pollaio. Entrambi posseggono forte personalità e non possono convivere. Uno deve fare un passo di lato o mettersi a disposizione dell’altro.
Il congresso fissato per ottobre avrebbe dovuto deliberare il leader, ma il congresso prevede dibattito e quindi confronto di idee e candidati che le sostengono. Il risultato in partenza è incerto.
Non è il partito in cima agli interessi, ma il proprio ruolo. Fallito il progetto, si sono scatenate liti e accuse di carattere personale sulle quali hanno buon gioco molti giornalisti e opinionisti in difesa dell’uno o dell’altro secondo il proprio orientamento politico, simpatia e qualche pregiudizio.
Gli aneddoti sopra ricordati di quei grandi politici Taviani a Gaspari, che erano di esempioper tanti militanti di partito, impongono una domanda: quale esempio danno due politici di valore, di alto livello, se non sanno trovare con la politica una idea di partito convincente, credibile, che sia di interesse collettivo e offra un contributo serio all’intera comunità?
Che cosa ne ricavano i giovani?
In entrambi i partiti ci sono politici, uomini e donne, di alto livello e capaci che stanno mediando, che stanno facendo pressioni perché non tutto sia perduto.
Rodrigo Cieri
Vasto, 18 aprile 2023
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