lunedì 13 marzo 2023

Regionali 2024: la destra vince a tavolino, se l’opposizione va in ordine sparso

Regionali 2024: la destra vince a tavolino,  se l’opposizione va in ordine sparso

Per la Schlein (PD) l’Abruzzo potrebbe essere il suo primo laboratorio politico, il banco di prova per creare un’alternanza politica in Italia tra conservatori e progressisti.

 A febbraio del prossimo anno si voterà per la Regione, a giugno per le Europee: le segreterie dei partiti già stanno scaldando i motori per i due appuntamenti.

Da tempo il presidente della Regione Marco Marsilio ha ufficializzato la sua ricandidatura per un secondo mandato ed è

già in campagna elettorale, pronto per l’avvio del Giro d’Italia a maggio dalla Costa dei Trabocchi e  per le cerimonie della posa della prima pietra dei nuovi ospedali abruzzesi, tra cui quello di  Vasto.

 A destra tra i vari gruppi politici gli attriti non mancano, ma si sa che poi riescono sempre a trovare la quadra. Anche perchè in questo caso la competizione elettorale abruzzese assume valenza nazionale, nel senso che se viene confermato il centrodestra, viene premiata la linea Meloni, se al contrario vince il centrosinistra è un campanello d’allarme che segnala una inversione di tendenza.

Comunque osservando le coalizioni ai blocchi di partenza si capisce subito che il centrodestra ha un lavoro abbastanza facile per la composizione della squadra, mentre il centrosinistra dovrà faticare parecchio per comporre il complesso mosaico dello schieramento “allargato”.

 Sui social negli ultimi tempi parecchi simpatizzanti di PD, Sinistra, M5S e Calenda/Renzi stanno suggerendo ai loro gruppi di lasciar stare i distinguo ideologici e di attenersi alla semplice regola della somma algebrica, se vogliono giocare la partita.   Se vanno separati  con tre candidati governatori la partita non si gioca nemmeno,  il centrodestra vince a tavolino.  E non regge nemmeno la teoria che gli abruzzesi una volta votano a destra ed una volta a sinistra. Ora il contesto è diverso e il trend premia il centrodestra. Non per niente lo scorso settembre la Meloni si è candidata proprio in Abruzzo.

 Per sovvertire questa tendenza c'è bisogno di un fine lavoro di ricucitura dell’ampia galassia della sinistra, liste civiche e terzo polo. Operazione difficilissima a cui si potrebbe dedicare Elly Schlein che proprio oggi verrà proclamata neo segretaria del PD, assieme a Bonaccini presidente.  

 L’Abruzzo potrebbe essere il suo primo laboratorio politico, il banco di prova per creare un’alternanza politica in Italia tra conservatori e progressisti.  Ma la strada è irta, piena di ostacoli e personalismi. Non sarà facile per lei, in poco tempo, trovare una sintesi di coalizione, creare una squadra competitiva, stabilendo obiettivi comuni, definendo un programma condiviso, e soprattutto trovando l’accordo sulla figura da candidare a Presidente e sulle altre da presentare come consiglieri. 

 Nel centrodestra,  che oggi ha la vittoria in tasca, si naviga in acque tranquille. Non si mostrano  segni di preoccupazione, l’unico problema all’interno dei gruppi è  guadagnarsi una candidatura sicura per un seggio a Palazzo del’Emiciclo.

 Di proposito,  per il momento evitiamo di giocare ai “totocandidati”, nei riparleremo quando la situazione sarà un po’ più chiara. 

 Nicola D’Adamo

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