Regionali 2024: la destra vince a tavolino, se l’opposizione va in ordine sparso
Per la Schlein (PD) l’Abruzzo potrebbe essere il suo
primo laboratorio politico, il banco di prova per creare un’alternanza politica
in Italia tra conservatori e progressisti.
A febbraio del prossimo anno si voterà per la Regione, a
giugno per le Europee: le segreterie dei partiti già stanno scaldando i motori
per i due appuntamenti.
Da tempo il presidente della Regione Marco Marsilio ha
ufficializzato la sua ricandidatura per un secondo mandato ed è
già in campagna
elettorale, pronto per l’avvio del Giro d’Italia a maggio dalla Costa dei
Trabocchi e
per le cerimonie della posa
della prima pietra dei nuovi ospedali abruzzesi, tra cui quello di
Vasto.
A destra tra i vari gruppi politici gli attriti non mancano,
ma si sa che poi riescono sempre a trovare la quadra. Anche perchè in questo
caso la competizione elettorale abruzzese assume valenza nazionale, nel senso
che se viene confermato il centrodestra, viene premiata la linea Meloni, se al
contrario vince il centrosinistra è un campanello d’allarme che segnala una
inversione di tendenza.
Comunque osservando le coalizioni ai blocchi di partenza si
capisce subito che il centrodestra ha un lavoro abbastanza facile per la
composizione della squadra, mentre il centrosinistra dovrà faticare parecchio
per comporre il complesso mosaico dello schieramento “allargato”.
Sui social negli ultimi tempi parecchi simpatizzanti di PD,
Sinistra, M5S e Calenda/Renzi stanno suggerendo ai loro gruppi di lasciar stare
i distinguo ideologici e di attenersi alla semplice regola della somma
algebrica, se vogliono giocare la partita.
Se vanno separati con tre
candidati governatori la partita non si gioca nemmeno, il centrodestra vince a tavolino. E non regge nemmeno la teoria che gli
abruzzesi una volta votano a destra ed una volta a sinistra. Ora il contesto è
diverso e il trend premia il centrodestra. Non per niente lo scorso settembre
la Meloni si è candidata proprio in Abruzzo.
Per sovvertire questa tendenza c'è bisogno di un fine lavoro
di ricucitura dell’ampia galassia della sinistra, liste civiche e terzo polo. Operazione
difficilissima a cui si potrebbe dedicare Elly Schlein che proprio oggi verrà
proclamata neo segretaria del PD, assieme a Bonaccini presidente.
L’Abruzzo potrebbe essere il suo primo laboratorio politico,
il banco di prova per creare un’alternanza politica in Italia tra conservatori
e progressisti. Ma la strada è irta,
piena di ostacoli e personalismi. Non sarà facile per lei, in poco tempo, trovare
una sintesi di coalizione, creare una squadra competitiva, stabilendo obiettivi
comuni, definendo un programma condiviso, e soprattutto trovando l’accordo sulla
figura da candidare a Presidente e sulle altre da presentare come consiglieri.
Nel centrodestra, che
oggi ha la vittoria in tasca, si naviga in acque tranquille. Non si mostrano segni di preoccupazione, l’unico problema
all’interno dei gruppi è guadagnarsi una
candidatura sicura per un seggio a Palazzo del’Emiciclo.
Di proposito, per il
momento evitiamo di giocare ai “totocandidati”, nei riparleremo quando la
situazione sarà un po’ più chiara.
Nicola D’Adamo
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