L’accoglienza: Il dono delle Giornate Umanistiche tra volontariato, letteratura e storia.
“Quando il bene è rivolto agli altri”
“Siamo tanti ma siamo pochi” ha asserito il Presidente dell’Avis di Vasto, ospite delle Giornate Umanistiche. Nella seconda Giornata dedicata al DONO, si è parlato infatti anchedi quanti operano nella gratuità del bene. L’AVIS, L’ADMO, AFFIDATI, l’AIDO, LA CONCHIGLIA hanno riportato la loro testimonianza, la loro infaticabile fiducia nell’altro da sé. Del sì, che può cambiare le vite e
dell’importanza dell’informazione, soprattutto tra i giovani. I rappresentanti delle varie associazioni hanno ribadito che informarsi, aderire ad una associazione, donare, essere presenti sul territorio, non è una “perdita di tempo” ma un arricchimento.A corroborare la tesi
della gratuità del dono e dell’accoglienza, le fonti classiche, enunciate dalla
Dottoressa Martina Di Nardo, ricercatrice in Letteratura Italiana
dell’Università di Chieti che, con “L’ospite perfetta” , il titolo del suo
intervento, ha condotto gli studenti e gli ospiti delle Giornate in un breve
viaggio letterario.
Da Omero ad Aristotele
da Foscolo a Gozzano, fino ad Agostinelli, dove l’ospite perfetta, la poesia, è
colei che accoglie e racconta di ospiti antichi.
La Preside, Prof.ssa
Anna Orsatti, al termine dell’intervento ha sottolineato, parafrasando Italo
Calvino del “Perché leggere i classici”, la bellezza dei libri che non “hanno
mai finito di dire quel che hanno da dire”. La sacralità dell’ascolto e
dell’attenzione degli studenti presenti nel corso di entrambe le Giornate, ha
avvalorato la teoria alla base di tutte le edizioni degli incontri: se si dice
qualcosa di importante, i giovani non si distraggono. I ragazzi hanno rivolto
ai relatori domande pertinenti che rivelavano, attenzione, preparazione,
interesse.
A conclusione della
Giornata, intervallata da video prodotti sulle tematiche del dono dagli
studenti, e dalla bravura dei docenti “musicisti” del PàntiniPudente che hanno
intrattenuto gli ospiti con un valido repertorio, la Tessera Hospitalis. Uno
dei simboli delle Giornate nella loro X Edizione, è stato infatti trattato
dalla Dott.ssa Katia Di Penta e dalla Dott.ssa Grazia Laverghetta. L’archeologa
e la storica dell’arte hanno accompagnato l’uditorio in un affascinante
excursus di letteratura, storia, arte archeologia, ricostruendo un mondo,
quello dei greci e dei romani che consideravano l’ospitalità sacra e
imprescindibile. L’ospitalità ereditaria
e antica che impediva a Glauco e Diomede di combattere perché congiunti dal
sacro vincolo dell’ospitalità; l’ospitalità, dicevamo della Tessera Hospitalis,
un oggetto che gli ospiti si scambiavano dividendolo a metà, recante i nomi
degli stessi, una proveniente da Trasacco riporta l’effige dell’ariete.
L’ospitalità sacra agli dèi, che potevano nascondersi negli ospiti, nei
bisognosi, ma anche l’ospitalità presenti nel vecchio e nuovo Testamento, il
bosco sacro di Romolo e così via, le relatrici hanno spaziato riferendo i vari
esempi di ospitalità concessa e di ospitalità negata.
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