Oggi 13 dicembre si festeggia S. Lucia, protettrice degli occhi.
Un tempo la festa era sentita a Vasto. Molti andavano a Messa per festeggiare una Santa di cui erano devoti. E i parroci di allora celebravano addirittura tre messe, quasi fosse domenica, e i fedeli affollavano ognuna di quelle celebrazioni, soprattutto la prima alle sei e mezza.E già a quell'ora erano pronte, per la benedizione e la distribuzione ai fedeli, due rosette piccolissime di pane azzimo che ricordavano il martirio di Santa Lucia. A fine messa, uno alla volta, ci si accostava all'altare e si riceveva dalle mani del sacerdote questo piccolo ricordo di pane che si baciava e si riportava a casa per farlo assaggiare a tutta la famiglia all'ora di pranzo. Alcuni conservavano a lungo “l'ucchiucille di Sanda Lucì”, per una preghiera alla Santa o per la richiesta di un aiuto.
La grande la devozione per S. Lucia a Vasto è dimostrata anche da cappelle dedicate alla Martire e dalla presenza di quadri e statue nelle chiese vastesi.
La presenza più rilevante era la chiesetta di S. Lucia sulla omonima via, che lo storico Luigi Marchesani così descriveva: "Il Palazzino di S. Lucia, che comprende la Cappella dedicata a questa martire ed è fiancheggiato da murati giardini, fa tuttora bella mostra di sé nel nord-est della città, dall’altro capo della valle dell’Angrella. Fu casino de’ Canonici di Tremiti, che a Cesare Michelangelo d’Avalos lo venderono, e questi in vaga villa lo ridusse, piena di cedrati venuti da Roma e da Firenze". Il complesso rimase di proprietà dei d’Avalos fino agli anni ’60, divenne anche sede provvisoria della futura parrocchia di San Giovanni Bosco, ma poi con i decenni è andato in totale abbandono.
Un’altra presenza era la misteriosa “Torretta di S. Lucia” che si trovava nell’attuale zona della Fonte Nuova, all’incrocio delle due vecchie strade di Porta Palazzo e di Porta S. Maria. In molti ipotizzano che forse era un rudere di un’altra cappella dedicata a S. Lucia!
Infine per il popolo il giorno più corto dell’anno è S. Lucia, non il 21 dicembre: “Sanda Lucìje, lu jurne cchìu ccorte che cce sìje”.
Nicola D’Adamo
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