domenica 7 luglio 2024

VASTO NEL '900: iL TURISMO (5^ e ultima puntata)

Storia e curiosità del secolo scorso in sintesi
VASTO NEL NOVECENTO
di Nicolangelo D'Adamo

Il TURISMO

Per la sua posizione geografica Vasto ha una naturale vocazione turistica. Non sono molte le città italiane che dispongono di un ampio arenile, una lunga scogliera con spiaggette con il ciottolato ed una vasta riserva naturale (Punta Aderci): una fascia costiera, dal torrente Buonanotte alla foce del Sinello, di 12 km che potenzialmente potrebbe soddisfare le esigenze di molte tipologie di turisti. Infatti soprattutto negli anni settanta e ottanta sono sorti 40 alberghi, numerosi ristoranti e pizzerie, campeggi e dopo anche un Parco acquatico modernissimo come “Aqualand”.

Albergo Nettuno di Istonio (Vasto 1938 circa,  Collezione Ida Candeloro)



Agli inizi del secolo scorso il turismo marittimo era soprattutto un fatto locale. La silenziosa spiaggia di Vasto Marina, dall’attuale  monumento alla Bagnane a Stella Maris, aveva ben poco che potesse attrarre i turisti: l'Albergo Nettuno, un solo ristorante, il “Corvo Nero”, ed un altro albergo, costruito nel 1932, il “Vittoria”, di fronte alla stazione ferroviaria. L’unico stabilimento balneare, la “Sirena”, di proprietà della famiglia Manzi, stava in

mezzo al mare ed era dotato di camerini-spogliatoio ed un ampio salone centrale.

Più tardi cominciarono a comparire la cabine singole, che i vastesi chiamavano “Casotti”. Negli anni '60 furono realizzati primi dancing  - “da Mimì” , l
a “Ciucculella”, la “Pinetina”, che diedero maggiore vivacità alla spiaggia durante i mesi estivi. 

Nel dopoguerra nemmeno a Vasto città l’eventuale turista avrebbe trovato molto: i locali storici erano il Politeama “Ruzzi”, bella costruzione in stile liberty, l’albergo –ristorante “La Nuova Italia” in via Bebbia, aperto nel 1929 dalla famiglia Nardizzi. E per il brodetto di pesce il mitico "da Francesco" e "Zi Albina".
Mentre in piazza “Rossetti” c’era il ristorante il “Cavallino Bianco” e, dall’inizio degli anni cinquanta, in piazza “Marconi”, il bar Ristorante “Bellavista” con un’ampia terrazza sul mare che si popolava soprattutto di giovedì in occasione delle trasmissioni di “Lascia o Raddoppia” e poi di “Campanile Sera” a cui partecipò per tre serate anche Vasto. 

L’apertura nel 1959 del “Jolly Hotel” ai margini della villa comunale e subito dopo l’”Autostello-ACI”, sulla SS16 a Vasto Marina aumentarono e qualificarono la ricettività alberghiera. Gli annuali “Festival della Canzone Abruzzese e Molisana” e poi delle “Sirene” davano un po’ di vivacità e richiamavano l’attenzione dei vacanzieri.

Prima dell’apertura delle discoteche e delle balere estive, l’unico locale da ballo a disposizione dei vastesi era il dancing “Miramare” (aperto il 3 maggio del 1924) sul costone orientale della città. L’ampio salone del “Miramare” venne utilizzato anche come ristorante e per le feste di nozze, spettacoli teatrali e per la proiezione di films.

VASTO OGGI 

6 Vasto Oggi. L’emigrante degli anni cinquanta che tornasse oggi a Vasto stenterebbe a riconoscere la sua vecchia e angusta città: l’enorme aumento della popolazione (oltre 42.000 abitanti) ed il conseguente sviluppo dell’edilizia, pur se disordinato, hanno modificato i confini della città con la nascita di nuove strade, piazze, quartieri dove prima c’erano immense distese di uliveti. Inoltre la presenza di tre nuclei industriali: Piana S. Angelo a San Salvo, Punta Penna e Fondovalle Sinello, pur tra le difficoltà dell’attuale contingenza, hanno profondamente modificato l’economia locale dapprima, come abbiamo visto, basata solo su agricoltura, pesca e artigianato.

Vasto non è una città a vocazione unica: turistica, commerciale, industriale ecc. ma contemporaneamente ne ha sviluppate più d’una e questa specificità se ha impedito a Vasto di specializzarsi e svilupparsi su un settore economico definito, ha anche impedito che ne soffrisse i contraccolpi di crisi congiunturale o strutturale, potendo compensare con le altre attività le perdite del settore in crisi.

Nicolangelo D’Adamo.” L’Abruzzo nel Novecento” di U.Russo e E.Tiboni Ed EDIARS. Pescara, 2004

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