Il lavoro
grande emancipatore dell’uomo
di Lucia Desiati
Erich Fromm psicanalista e scrittore di fama internazionale nel libro“I cosi detti sani”(Mondadori 1996) scriveva che il lavoro è il grande emancipatore dell’uomo,perché staccandosi dalla natura primordiale diventa ilcreatore sviluppando facoltà manuali,
artistiche ed intellettuali ed attraverso questo procedimento inizia ad esercitare il proprio potere sulla natura. Secondo lo psicanalista tedesco tutta l’evoluzione umana è fondata sul lavoro. Lavorare non implica solo sforzo fisico o intellettuale ma donale capacità di sviluppare sempre più le proprie attitudini in senso lato. E’ indiscutibile che l’essere umano ha bisogno dell’apprezzamento sociale e con il proprio operato lavorativo riesce a costruirsi l’identità personale e l’autostima che è fondamentale per un equilibrio psico-fisico ed economico. La crisi economica e finanziaria che ha colpito anche l’Italia ha portato un tasso di disoccupazione importante ed una domanda nasce spontanea: in caso di mancanza di lavoro una persona come affronta questa situazione visto che il lavoro per tutti noi occupa gran parte della giornata ? Molte ricerche e studi hanno analizzato questo dilemma, sottolineando la comparsa di una sindrome chiamata “la Hopeless-Depression”, che è una depressione che evidenzia la mancanza di speranza che conduce a situazioni di apatia, e riduzione progressiva delle proprie capacità lavorative intaccando chiaramente anche l’autostima. Quanto la componente psicologica nell’uomo abbia un ruolo fondamentale è ormai nota,quindi a detta degli specialisti e sociologi, diviene necessario uno spazio relazionale di ascolto per aiutare la persona a superare la problematica della disoccupazione attivando la proattività ovvero favorire il recupero delle risorse personali. Anche Kahlil Gibran filosofo e poeta libanese nel suo libro “Il Profeta“ così scrisse sull’importanza del lavoro imitando lo stile sapienziale degli scrittori sacri. “Quando lavorate siete un flauto il cui cuore trasforma in musica il sussurro delle ore. Chi vorrebbe essere una canna muta e silenziosa quando tutto intorno canta in sintonia” ?
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