lunedì 25 aprile 2022

DI LELLO ARREDAMENTI: MEZZO SECOLO DI STORIA NEL MONDO DEI MOBILI

LA GRANDE ESPOSIZIONE DELLA "DI LELLO ARREDAMENTI"
ceduta alla Banca Commerciale Italiana (ora Banca Intesa) nel 1986.


Vincenzo Di Lello ha dato alle stampe “Storia dei fratelli Di Lello (per memoria ai posteri)”, un interessante volumetto fuori commercio, in cui racconta la loro storia nel settore degli arredamenti nella seconda metà del ‘900.

Il tema è di estremo interesse per la storia locale, giacchè nell’immediato dopoguerra l’industria del mobile con i suoi prodotti di serie ha fatto chiudere quasi tutte le botteghe dei falegnami, che a Vasto erano oltre 70.  Alcuni di loro però hanno seguito l’onda del cambiamento e si sono trasformati in venditori di prestigiosi marchi nazionali, allestendo anche eleganti esposizioni  di mobili in grandi spazi come i Di Lello in città, Fiore e Memmo sulla SS16 alla Marina.        

“Il mio racconto inizia da quando nel 1948 mio fratello Carmine comincia a fare il falegname in proprio, coinvolgendo me e Luigi ancora bambini”, dice Vincenzo Di Lello.  “Nel volume passo poi a descrivere il modo in cui è cresciuta la falegnameria, con l’acquisto delle nuove macchine e la produzione dei primi mobili in serie; per giungere infine nel 1973 alla grande esposizione in Corso Europa e alla massiccia presenza del marchio “Di Lello Arredamenti” sul mercato locale. La nostra principale fortuna in quegli anni fu la concessionaria in esclusiva per la vendita delle cucine Salvarani. L’immagine della ditta era molto consolidata a livello nazionale  e la richiesta dei suoi prodotti era notevole, anche perché sostenuta da molte iniziative pubblicitarie da parte nostra”. 

Ampi dettagli nel volume sugli aspetti sopra sintetizzati. “La prima falegnameria in corso Mazzini 190 avviata nel 1948 era scarsamente attrezzata”, ricorda Vincenzo. “Comunque riuscivamo a fare gli infissi, le madie per il pane, culle per neonati, scolapiatti in legno da appendere sopra i lavandini da cucina e quant’altro poteva servire all’umile vita dei comuni mortali di quei tempi”.

 Nel 1954 Carmine acquistò  una moderna macchina per la lavorazione del legno, chiamata IMA 35 che si costruiva a Pescara, ma dovette rimanere lì’ in attesa per due anni perché l’Enel non riusciva a fornirci la forza motrice per innumerevoli difficoltà. Corso Mazzini all’epoca era estrema periferia!” dice Vincenzo. “Nel ’56  l’energia fu fornita e la falegnameria divenne degna di tale nome. Nel 1957, quando  tornai a casa in congedo, la situazione era questa:  Carmine maestro di bottega aveva 27 anni, io 20 e Luigi 18. Con noi, come apprendisti, altri ragazzi del quartiere. Una bella forza lavorativa, in questa piccolissima falegnameria di soli 30 metri quadrati! Molti lavori però li facevamo fuori, davanti alla bottega, sopra i cavalletti.”

La preziosa macchina poteva fare 5 lavorazioni con precisione e velocità: sega circolare, pialla a filo, a spessore, bucatrice e fresatrice per cornici e battenti. E altro ancora, come la duplicazione dei pezzi singoli già preparati. Da qui l’idea di passare alla produzione di arredi in piccole serie e venderli direttamente alla clientela che cresceva naturalmente. Attività sicuramente più redditizia”.

“In quegli anni realizzammo anche arredamenti per tre grandi negozi di Vasto: Casalinghi Quagliarella in piazza Rossetti, alimentari di Nicola Stivaletta in Via Cavour e la  Pasticceria di Nicola Baccalà in Via Marchesani. Ed anche un fantasioso “letto a scomparsa con sopra una libreria, munita di un piccolo bar con anta a ribalta, su cui c’era il disegno di un trabocco, presentato alla Fiera dell’Artigianato a Vasto ed acquistato da un visitatore fiorentino”.  

 Nel frattempo l’attività cresceva e i Di Lello si trasferirono in un vicino locale più grande,  in Corso Mazzini 200  (angolo di Corso Europa) e acquistarono nuove macchine per eseguire le piccole serie di arredamenti. Producevano credenze per cucina, camere da letto e sale da pranzo, seguendo le mode, il design  e le tendenze del momento.

“Ma tale produzione durò solo qualche anno perché la qualità dei nostri mobili pur sempre artigianali non poteva più competere con quella industriale perfetta e raffinata”, confessa Vincenzo.

“Di qui nel 1964 l’idea di aprire  un negozio di mobili, trasferendo la falegnameria al piano sottostante in Corso Europa 3 (adesso pizzeria). L’attività commerciale andava bene, ma aveva bisogno di maggiori spazi. Fu deciso quindi di cessare la falegnameria e utilizzare quegli spazi per l’esposizione dei mobili. “Ed  anche di costituire la nuova società “Mobili Fratelli Di Lello snc”, di Carmine Vincenzo e Luigi, con la licenza commerciale a me intestata” aggiunge  Vincenzo. “Questo passaggio da costruttori di arredi a commercianti ci ha portato fortuna, in particolar modo per essere riusciti a diventare subito i concessionari di zona del dirompente marchio Salvarani, che in quel tempo apriva il primo negozio in Italia, a Pescara in Viale Regina Margherita, a fianco di Piazza Salotto e un gran magazzino a Montesilvano per il deposito e consegna dei suoi elementi componibili per cucina”.

Furono quelli gli anni del boom dell’industria del mobile. In Germania riaprì la storica Esposizione di Colonia, nel 1961 fu inaugurata a Milano la prima edizione del Salone del Mobile.  Nacquero industrie di arredamento in Brianza, in Toscana, nel Parmense, nel Pesarese e anche in Abruzzo, in zona di Mosciano Sant’Angelo. Dette industrie crearono un esercito di Rappresentanti, che giravano in lungo e in largo l’Italia, per vendere sia i semilavorati  per costruire mobili, sia gli arredi industriali per tutte le case e i gusti degli Italiani.

C’è da dire che anche Vasto era in pieno boom economico. E con la costruzione dei nuovi quartieri (a San Paolo, Via del Porto, via Conti Ricci,  via Giulio Cesare, Quartiere dei Fiori, Vasto Marina e via dicendo), crebbe notevolmente la richiesta di mobili per le nuove abitazioni.

“Il nostro piccolo negozio ormai cresciuto fino a 400 mq di superficie non bastava più. Dappertutto sorgevano grandi esposizioni di mobili, anche in Abruzzo specialmente a Nord di Pescara. Così anche noi ci siamo dovuti adeguare, tanto che nel 1973 abbiamo inaugurato la nuova e grande Esposizione in Corso Europa 9, con l’onorata presenza del Sindaco Nicola Notaro, venuto insieme al Senatore Giuseppe Spataro e altri politici vastesi di quel tempo”.  In tale occasione la Società ha cambiato nome, con “Di Lello Arredamenti srl” creando anche un marchio, utilizzato nelle molte iniziative pubblicitarie della ditta.

Il lavoro con la Salvarani fu molto intenso e veniva seguito con grande attenzione dai fratelli Di Lello,  dal primo sopralluogo a casa a prendere e le misure, alla consulenza per la migliore scelta, ai tempi di consegna, all’accurata fase di montaggio, al rispetto della garanzia e all’assistenza post  vendita. Ma nel 1981 i Di Lello si sono trovati a gestire il contraccolpo dovuto al clamoroso fallimento della Salvarani, un marchio che rappresentava il fulcro della loro attività .

Il business è comunque andato avanti con altri prestigiosi marchi italiani, ma il comparto cominciava  a mostrare i primi segni di declino  (dimostrati per esempio dalla chiusura di Expo2000 e CIM a Pescara).  In questo contesto, nel 1986, fu deciso di accogliere la proposta di cessione dell’immobile alla Banca Commerciale Italiana  (ora Banca Intesa) in cerca di una sede più prestigiosa. 

L’attività commerciale comunque continuò  con la vendita dei mobili di nuovo presso la sede storica. Fino al 1992 anche con Vincenzo Di Lello.  Poi il testimone passò alle nuove generazioni.

 Ringraziamo Vincenzo Di Lello per questa sua testimonianza. Ha colmato un importante vuoto storico: mancava a Vasto una ricostruzione storica del passaggio dal lavoro artigianale dei falegnami (asse portante dell’economia locale),  alla grande produzione di massa dell’industria del mobile.  Una importante traccia scritta, a futura memoria!

 NICOLA D’ADAMO

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