COMUNICATO
Martedì si è svolto il coordinamento nazionale unitario di Pilkington Italia, in cui ha partecipato anche la direzione aziendale: si sono analizzati temi riguardanti il mercato, l’andamento economico, il business degli stabilimenti, l’insaturazione degli impianti con relativo esubero di personale e il contratto d’espansione.
L’Azienda ha evidenziato che i volumi produttivi per l’anno corrente e per i prossimi anni sono purtroppo influenzati negativamente dalla riduzione delle vendite di auto (oltre il 20%-25% in meno rispetto al periodo pre-Covid19), questo determina forti perdite economiche per l’Azienda e fermate ricorrenti ed improvvise.
Inoltre il nostro settore produttivo è piombato in una crisi profonda poiché, oltre al calo delle vendite, alla difficoltà di trovare materia prima, alla transizione verso l’elettrico che fatica a decollare si sommano i COSTI ENERGETICI legati al GAS quasi triplicati con bollette che ogni mese hanno un costo maggiore di 6-7 milioni di euro, costi che stanno mettendo in ginocchio e minando la sopravvivenza dell’attività produttiva e che non possono nemmeno essere ribaltati al cliente, questo aspetto aumenta il divario competitivo con i competitors europei interni ed esterni che si approvvigionano da fonti alternative (energia nucleare e rinnovabile) e che non hanno subito rincari. L’avvio del programma di trasformazione annunciato dal Gruppo continuerà a focalizzarsi sulla riduzione dei costi e sull’accelerazione delle automazioni di processo che dovranno consentire di ristabilire nel più breve tempo possibile l’utile economico di esercizio e la generazione di liquidità. L’azienda inoltre ha evidenziato che il calo del mercato auto del 20%-25% impone una riorganizzazione ed un ridimensionamento almeno dello stesso peso, aspetto che per il sito di San Salvo significa un numero consistente di esubero di lavoratori. L’azienda dietro pressante richiesta della parte sindacale ha comunicato di aver chiesto al Ministero del Lavoro la volontà di aderire ai contratti di espansione sebbene sono molto costosi, il ministero ha dato disponibilità al confronto delle parti nel mese di febbraio: tale programma può coinvolgere solo una parte di lavoratori in esubero, ossia coloro che hanno i requisiti pensionistici di vecchiaia ed anzianità contributiva a non più di 60 mesi dalla pensione, però tale strumento non può annullare l’esubero bensì solo attenuarlo, quindi l’azienda dovrà ricorrere ad altre forme di riduzione del personale considerato anche la scadenza della cassa integrazione guadagni ordinaria il prossimo 13 febbraio.
La parte Sindacale ha espresso contrarietà ai licenziamenti collettivi e ha chiesto all’azienda di chiarirne la portata degli esuberi nonché di mettere in campo iniziative volte a migliorare la saturazione delle linee produttive, a partire dal rifacimento dei Float, oltre a trovare nuove opportunità di business per tutelare i livelli occupazionali tra gli Stabilimenti di San Salvo, Bravo e Primo. La parte sindacale ha inoltre chiesto di far accedere al contratto di espansione un numero consistente di lavoratori e trovare soluzioni alternative ai licenziamenti collettivi mediante il ricorso agli ammortizzatori sociali, così che, come sempre è accaduto, nessun lavoratore esca dal ciclo produttivo in modo forzoso e creando le condizioni per un ricambio generazionale vitale per le rapide evoluzioni del mondo del lavoro.
Inoltre è necessario anche il sostegno delle istituzioni alle attività produttive, vero cuore pulsante della nostra economia, sicuramente strategico in questo momento storico, pertanto si necessita di interventi mirati su temi cruciali, quali: COSTI ENERGETICI, fiscalità sui redditi, infrastrutture, etc.., tutti aspetti che possono permettere alle aziende locali di competere ed essere ancora leader nel mercato.
Il prossimo appuntamento è quindi nel mese di febbraio per l’incontro al Ministero del Lavoro, la parte sindacale ha chiesto anche un incontro in tempi brevi sugli altri temi, seguiranno aggiornamenti.
San Salvo li, 03 febbraio 2022
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