dal sito della Parrocchia di S. Maria Maggiore di Vasto
UN PRESEPE APERTO
Il presepe di Santa Maria Maggiore presenta quest’anno un impianto piuttosto tradizionale con alcuni riferimenti simbolici che meritano di essere conosciuti. Vicino alla grotta di Betlemme i primi ad arrivare sono i pastori che rimangono incantati dalla luce del Bambino che può essere a sua volta raggiunto da più punti del presepe: si tratta di una cittadella “aperta” raggiungibile da tutti i confini.
Proprio accanto alla Madonna, appoggiata in basso, si nota
una rudimentale croce di legno, profezia del dono totale di amore, che caratterizzerà Gesù da adulto. Continuando a camminare intorno al presepe, si potranno ammirare scene di vita quotidiana lungo le strade e negli edifici, sia del registro superiore che in quello inferiore, in cui non mancano riferimenti alla città di Vasto come “Fonte Nuova” e la stessa chiesa parrocchiale, quasi a ricordare che il mistero dell’Incarnazione va vissuto nel presente e non riguarda un lontano passato. Tutti possono incontrare il Signore a condizione che aprano il cuore e imparino la via dell’umiltà.Davanti l’ingresso di S. Maria Maggiore, si trova un personaggio
noto ai parrocchiani e a molti vastesi, ossia Valter Marinucci (confratello
della Sacra Spina, cerimoniere e curatore per anni del presepe) morto
improvvisamente il 31 marzo scorso. Molti degli edifici del presepe sono stati
realizzati da lui negli anni scorsi e il sorriso della sua statuina, unito al
suo gesto di accoglienza, vogliono simbolicamente invitare ad entrare in Chiesa,
stazione di ristoro verso Betlemme.
Sempre dinanzi alla chiesa si nota una lanterna verde,
appello a non dimenticare i profughi al confine bielorusso: le famiglie
polacche infatti che in questi mesi hanno espresso la loro disponibilità ad
accogliere i disperati, hanno collocato davanti alle loro case una luce verde.
Allo stesso modo il presepe vuole ricordare a ciascuno, proprio coloro che
cercano un cuore-casa accogliente.
Proseguendo verso l’uscita, si potrà apprezzare anche una casa che
mostra tutti i particolari nei suoi interni con un camino e prodotti tipici
esposti insieme ad utensili vari; anche questo angolo è comunicante con la
grotta di Betlemme a significare che il vissuto quotidiano delle
persone costituisce il luogo concreto per la visita di Dio. Subito dopo si
noterà una piccola cascata che scende dalla collina che realizza una profezia
sul messia tratta dal profeta Amos: “In quei giorni…dai monti stillerà
il vino nuovo e colerà giù per le colline.” (Amos 9,13). Il tempo del
Messia insomma è giunto e si può vedere e sentir scorrere il vino che effonde
anche il suo profumo. Il presepe costituisce così anche una esperienza multi
sensoriale coinvolgendo la vista, l’udito e l’olfatto.
Proprio all’uscita del presepe si noterà un soldato che
volta le spalle alla Grotta e guarda in modo sorpreso e minaccioso il
visitatore: la statuina rappresenta tutti coloro che non si coinvolgono
nella ricerca del Signore, rimanendo vittime delle proprie paure. Alla fine
della visita, ritrovandosi frontalmente al presepe, si noterà la varietà
dell’umanità a volte alla ricerca di Dio altre volte distratta. Lo scorrere
inesorabile del tempo, che dalla notte passa al giorno, ricorda infine che la
lezione dell’umiltà di Betlemme è sempre attuale e urgente.
Buon Natale a tutti!
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