giovedì 2 dicembre 2021

Monteodorisio: i frammenti della memoria




PICCOLO MONDO ANTICO

di Giuseppe Suriani

Tutte le volte che torno a Monteodorisio, terra adorata dei miei avi e della mia prima fanciullezza, ho la sensazione di tuffarmi in un piccolo mondo antico.
Paese fossilizzato in una struttura arcaica, fortezza, labirinto, sinuosità serpentine di vicoli, dal sapore secolare.
Le case sono strette le une alle altre, con finestrelle come occhi spenti, e vasi di gerani fiammanti sui davanzali.
Intorno la campagna piena di olivi e querce. E silenzio.

Un paese sospeso nel tempo: romitaggio di un'ora per incontri azzurri.
Gente non se ne vede. I giovani si sono precipitati in basso, verso Vasto, dove la vita si dibatte. La realtà si gioca alla base?

Al culmine, dove mi trovo, rimangono soltanto anime scarnite, che contano di volare più in alto alla prima schiarita.
Intorno è il vivo silenzio della collina, rotto da tenui suoni di campana, belati, richiami e mormorio del vento.
Mi guardo dentro nei ricordi.

Aspetto che riaffiorino. Qui la notte inizia al tramonto, con le prime frizzanti folate di vento e la nebbia grigia che sale dal fondovalle.
Riscopro i giochi di luce sulla piazza. Sulle loro scie escono le donne chiuse negli scialli, frettolose verso le cucine tiepide.

Palazzo Suriani
Ricordo il nostro Palazzo al centro del paese, un via vai continuo di persone come un fiume perenne di vitalità. E mia nonna, una donna dolcissima, per tutti dispensava doni, parole affettuose che alleviavano le pene della gente. Erano gli anni della guerra che dilaniò il velario dei cieli stellati della mia infanzia.

Oggi ricordo con tenerezza infinita i miei familiari scomparsi, anche gli avi che ho conosciuto solo attraverso i racconti dei nonni, e sono grato a tutti per aver attinto da loro, come dalle radici di un albero secolare, gli antichi valori della vita.

Il Santuario della Madonna delle Grazie, è un po' il punto di riferimento di tutto il paese; è lì che la fede asciuga molte lacrime di gente proveniente da tutte le parti d'Italia.
È lì che la Madonna dal viso bellissimo, incorniciato da una corona di dodici stelle e dispensatrice di Grazie, irradia amore.

A Monteodorisio, che fu un tempo Contea importante, non si è persa mai la dimensione umana, dell'essere. Oggi la vita quotidiana continua sotto l'area che sorvola il paese, sotto la pallida luna piena. Il paese, rattrappito nel suo isolamento, vive sempre.
Qui, ancora, si nasce e si muore, ma i frutti sono scarsi, come da un albero bruciato dal fulmine. Il pane, il latte, il vino, la pecora, la ricotta assorbono il lievito delle sue perenni fonti di vita.

L'amore resta il sicuro rifugio degli assetati della vita.
Nel richiamo d'amore le tenebre scendono precoci sugli ampi letti, asciugando lacrime e passioni.

Qui l'odore della terra è acre, caldo: qui l'eternità ha un senso umano. Interi secoli di esperienza si sono sfilacciati senza che una stella abbia abbagliato o profanato la sua immortalità.
Giuseppe Suriani

Qui l'uomo vive una sua dimensione naturale, fiori dal consumismo della società moderna.
Giù, verso Vasto, saettano le luci dei fari, tremulano, tra le foschie, i lampioni protesi verso la civiltà moderna.
Laggiù la vita ha perduto questo ritmo umano, questo pacato svolgersi delle stagioni, e ha perso anche gran parte del suo significato più sacro: ha perso il valore del tempo.

Giuseppe Suriani

NDR 
FOTO DI COPERTINA  DA “MONTEODORISO VINTAGE  DI FAMIGLIA”   https://www.facebook.com/groups/211712898932/ 

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