La suora venne barbaramente uccisa a Chiavenna (Sondrio) il 6 giugno 2000 da tre ragazze minorenni per un rituale satanico.
Il suo nome è legato a Vasto perché Suor Maria Laura fu educatrice all'Istituto Figlie della Croce di via Madonna dell’Asilo dal 1960 al 1962. E tutti ne hanno un ottimo ricordo.
Nella richiesta di intitolazione, Ritucci allega anche la vita di Suor Mara Laura Mainetti:
Suor Maria Laura Mainetti nasce a Colico (Lecco) il 20 agosto 1939. Riceve il battesimo a Villatico di Colico il 22 agosto 1939. A Roma inizia il postulato tra le Figlie della Croce il 22 agosto 1957. Emette i primi voti il 15 agosto 1959 a Roma. E’ insegnante a Vasto (Chieti), Roma, Parma e Chiavenna (Sondrio). Il 6 giugno 2000 è uccisa a Chiavenna.
UNA VITA SEGNATA DALLA CROCE. Teresina – questo è il nome di battesimo della futura Suor Maria Laura – nasce a Colico, in provincia di Lecco, il 20 agosto 1939, decima figlia di mamma Marcellina e di papà Stefano Mainetti.
Sappiamo quanto i primi mesi dei neonati, come il tempo della gestazione, siano fondamentali nella vita di una persona. Anche se inconsciamente, queste prime esperienze si imprimono in modo indelebile forgiando il carattere e l’identità dell’adulto. Teresina, a pochi giorni di vita, vive lo strappo doloroso dall’affetto materno, ma riceve anche tutta la forza dell’amore e del dono di sé: impara proprio dalla sua mamma a “morire per dare la vita”, impara a crescere e a farsi strada dimenticandosi per gli altri.
LA VOCAZIONE ALL’AMORE. Appena adolescente, Teresina intuisce la bellezza di una vita tutta donata nell’amore, e piano piano, il Cristo Crocifisso le apre orizzonti immensi di realizzazione, attirandola a sé.
“Della tua vita devi fare una cosa bella per gli altri“. Questo invito, rivoltole da un sacerdote durante una confessione, è decisivo. Teresina lo avverte come il progetto di Dio su di lei e risponde con disponibilità e prontezza. Ama la sua famiglia, il suo mondo, le sue vallate… ma altre “cime” l’attraggono irresistibilmente al dono totale di sé a Dio e ai fratelli.
A 18 anni fa la sua scelta: entra nella Congregazione delle Figlie della Croce. Quella frase rimarrà per Teresina – divenuta Suor Maria Laura nell’agosto 1959 – una luce vivida, una stella polare che orienterà e guiderà sempre la sua vita di Figlia della Croce.
UNA VITA ORDINARIA NELLA STRAORDINARIETÀ DELL’AMORE. Attingendo la sua forza dall’ascolto quotidiano della Parola di Dio e dall’Eucaristia, Suor Maria Laura si dedica con gioia e passione alla sua missione tra i bambini e i giovani, sempre disponibile verso quanti hanno bisogno di attenzione e di amorevole cura, nella consapevolezza di incontrare in ognuno “il mio Gesù“.
Le Suore della sua comunità così la descrivono:
“Era instancabile: sempre svelta e leggera, serena, come sospinta da una forza invisibile e invincibile. Sempre pronta ad accogliere, a rimboccarsi le maniche per servire, a scomodarsi per recare aiuto e conforto dov’era richiesto e dove scopriva una situazione di sofferenza, di povertà, di disagio di qualunque tipo. Amava tutti, ma i suoi «prediletti» erano gli ultimi. In loro vedeva il Cristo sofferente. «E’ il mio Gesù», soleva dire tra il serio e il faceto e accorreva senza farsi attendere”.
Il 21 marzo 2000 scrive ad una consorella :
“…ti auguro di cercare e trovare Gesù tra i tuoi poveri e nella quotidianità. Sarai felice davvero!”.
La sera del 6 giugno 2000, mentre si accinge a prestare l’aiuto richiesto da tre ragazze, viene uccisa dalle stesse. Muore pregando e donando loro il suo perdono.
Nella richiesta di intitolazione, Ritucci allega anche la vita di Suor Mara Laura Mainetti:
Suor Maria Laura Mainetti nasce a Colico (Lecco) il 20 agosto 1939. Riceve il battesimo a Villatico di Colico il 22 agosto 1939. A Roma inizia il postulato tra le Figlie della Croce il 22 agosto 1957. Emette i primi voti il 15 agosto 1959 a Roma. E’ insegnante a Vasto (Chieti), Roma, Parma e Chiavenna (Sondrio). Il 6 giugno 2000 è uccisa a Chiavenna.
UNA VITA SEGNATA DALLA CROCE. Teresina – questo è il nome di battesimo della futura Suor Maria Laura – nasce a Colico, in provincia di Lecco, il 20 agosto 1939, decima figlia di mamma Marcellina e di papà Stefano Mainetti.
Sappiamo quanto i primi mesi dei neonati, come il tempo della gestazione, siano fondamentali nella vita di una persona. Anche se inconsciamente, queste prime esperienze si imprimono in modo indelebile forgiando il carattere e l’identità dell’adulto. Teresina, a pochi giorni di vita, vive lo strappo doloroso dall’affetto materno, ma riceve anche tutta la forza dell’amore e del dono di sé: impara proprio dalla sua mamma a “morire per dare la vita”, impara a crescere e a farsi strada dimenticandosi per gli altri.
LA VOCAZIONE ALL’AMORE. Appena adolescente, Teresina intuisce la bellezza di una vita tutta donata nell’amore, e piano piano, il Cristo Crocifisso le apre orizzonti immensi di realizzazione, attirandola a sé.
“Della tua vita devi fare una cosa bella per gli altri“. Questo invito, rivoltole da un sacerdote durante una confessione, è decisivo. Teresina lo avverte come il progetto di Dio su di lei e risponde con disponibilità e prontezza. Ama la sua famiglia, il suo mondo, le sue vallate… ma altre “cime” l’attraggono irresistibilmente al dono totale di sé a Dio e ai fratelli.
A 18 anni fa la sua scelta: entra nella Congregazione delle Figlie della Croce. Quella frase rimarrà per Teresina – divenuta Suor Maria Laura nell’agosto 1959 – una luce vivida, una stella polare che orienterà e guiderà sempre la sua vita di Figlia della Croce.
UNA VITA ORDINARIA NELLA STRAORDINARIETÀ DELL’AMORE. Attingendo la sua forza dall’ascolto quotidiano della Parola di Dio e dall’Eucaristia, Suor Maria Laura si dedica con gioia e passione alla sua missione tra i bambini e i giovani, sempre disponibile verso quanti hanno bisogno di attenzione e di amorevole cura, nella consapevolezza di incontrare in ognuno “il mio Gesù“.
Le Suore della sua comunità così la descrivono:
“Era instancabile: sempre svelta e leggera, serena, come sospinta da una forza invisibile e invincibile. Sempre pronta ad accogliere, a rimboccarsi le maniche per servire, a scomodarsi per recare aiuto e conforto dov’era richiesto e dove scopriva una situazione di sofferenza, di povertà, di disagio di qualunque tipo. Amava tutti, ma i suoi «prediletti» erano gli ultimi. In loro vedeva il Cristo sofferente. «E’ il mio Gesù», soleva dire tra il serio e il faceto e accorreva senza farsi attendere”.
Il 21 marzo 2000 scrive ad una consorella :
“…ti auguro di cercare e trovare Gesù tra i tuoi poveri e nella quotidianità. Sarai felice davvero!”.
La sera del 6 giugno 2000, mentre si accinge a prestare l’aiuto richiesto da tre ragazze, viene uccisa dalle stesse. Muore pregando e donando loro il suo perdono.
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