sabato 20 novembre 2021

RIAPERTURA DI VIA COSTA CONTINA: PROBLEMI EMERSI DOPO LA PRIMA PULIZIA DEL TRACCIATO

 Ecco le soluzioni proposte da un nativo del luogo.

A sinistra il tracciato della Costa Contina  

di NICOLA D'ADAMO 

Il Comune sta faticosamente cercando di “trovare la quadra” per la riapertura del tracciato della Costa Contina, la strada vicinale che da Palazzo d’Avalos  collega alla Marina attraversando fondi che una volta erano fiorenti orti.

Da nativo del luogo mi permetto fornire alcuni suggerimenti  per realizzare un’opera bella, funzionale  e duratura.

Il tracciato - che nelle settimane scorse è stato ripulito da alberi, canne,  rovi e arbusti - ha fatto emergere una serie di problemi da risolvere ora in corso d’opera.

Il lavoro da fare è molto più impegnativo di quello previsto, le varianti sicuramente richiederanno anche nuovi  fondi.

 Proviamo ad elencare alcuni problemi:

  •  Ridefinizione del tracciato dopo la frana degli anni ’60. Il primo tratto non presenta grandi differenze, ma nell’ultimo tratto il terreno è scivolato  per cui è stato necessario addossare il nuovo tracciato a monte.
  • E’sorto però un problema di pendenze che  si potrebbe risolvere spianando il terreno  con le ruspe e creando una salita graduale dal punto più basso fino ad un ponticello di metà percorso.
  • Lungo il tracciato,  in questi 30-40 anni di abbandono,  hanno messo radici:  alberi, rovi, canne, arbusti ecc.  Se non si estirpano a fondo,  tali radici nel giro di un anno renderanno la nuova strada impraticabile.
  • La strada a Costa Contina finalmente ridà accesso ad alcuni fondi  “preclusi”, per cui al percorso “pedonale” si deve assegnare anche la funzione di “transito mezzi  agricoli”.
  • Lungo tutto il tracciato ci sono diversi attraversamenti di canali di scolo di acque sorgive e/o piovane, per cui  bisogna prevedere alcuni ponticelli.
  • Una volta nell’ultimo tratto, lato sinistro a scendere, esisteva un canale (vallone) che raccoglieva da monte acqua sorgiva e piovana. Ora non esiste più. Da valutare se è necessario riaprirne uno vicino al muro del complesso edilizio.
  • Si potrebbe approfittare dell’occasione per far qualche indagine di tipo archeologico attorno alla chiesa della Madonna della Neve distrutta dalla frana del 1816. Oltre alle fondamenta del sacro edificio, si possono anche cercare tracce della “prima” Fonte Nuova di cui parla il Marchesani: “Antico profondissimo pozzo di perenne acqua esisteva a destra della strada, per la quale da porta S. Maria discendevasi verso la marina, a poca distanza dalla città. Nel 1814 il Sindaco Pietro Muzj ebbe cura di condurne le acque per sotterraneo doccione in fontana edificata appositamente accanto alla Cappella di Madonna della Neve, come in marmorea iscrizione vi si leggeva: il nuovo edifizio facilitava il prendimento dell’acqua. Lo scoscendimento del 1816 sovvertì la strada, distrusse la Cappella e la fontana, disperdendo irreparabilmente la polla”.
  • Infine, la c osa più importante: se fatta a dovere, la strada sarà molto gettonata, per cui bisogna inserire  in bilancio le necessarie spese annuali di manutenzione.

NICOLA D’ADAMO

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