lunedì 27 settembre 2021

GIANNI CASTALDI RACCONTA LA SUA STORIA: UN AVVINCENTE VIAGGIO NEL MONDO DEL CALCIO ITALIANO DEL SECOLO SCORSO

Gianni Castaldi



di NICOLA D'ADAMO
“Il calcio è poesia e sentimento. L’arbitraggio è un modo diverso di fare sport”.
E’ con questa frase che l’ex arbitro Gianni Castaldi ha voluto iniziare il suo libro di memorie dal titolo Una lunga grande storia d’amore”, a cui ha aggiunto il sottotitolo “dal piccolo campo del mio paese “La Cavata” allo Stadio Aragona di Vasto, all’Olimpico di Roma”.

Si capisce subito che Castaldi intende ripercorrere le varie tappe che hanno contrassegnato la sua lunga carriera, partendo dal suo luogo di origine Montorio nei Frentani (CB), a cui è rimasto legato per tutta la vita. Tanto che chiarisce subito, nella seconda di copertina, che “l’intero ricavato del libro sarà devoluto in beneficenza alla Casa di Riposo “Don Crescenzo Selvaggio” di Montorio nei Frentani”.

Il racconto parte dalla sua adolescenza.
Le vicissitudini familiari - trasferimenti del padre impiegato delle Poste - hanno portato Castaldi (classe 1942) nel 1954 a Termoli e nel 1958 a Vasto, dove si iscrisse al corso Geometri dell’ITCG “F. Palizzi”.

Grazie ai compagni di classe riuscì ad ambientarsi e a ricrearsi un giro di amicizie. “Ebbi la fortuna di conoscere e familiarizzare con Mario Santarelli, fortemente impegnato nell’Azione Cattolica e nel CSI (Centro Sportivo Italiano) - scrive – fu proprio con lui e Gaetano Martone che riuscimmo a indire e partecipare ad un corso per arbitro della FIGC,organizzato da noi nella sede del CSI, su autorizzazione della sezione Arbitri di Chieti competente per territorio”.
Martone, Castaldi, Santarelli

Nel processo formativo, ricorda Castaldi, molto utili furono gli arbitraggi locali come gli accesi tornei parrocchiali o la Coppa Trigno tra paesi del comprensorio che ebbe molto successo nell’estate del 1963.

“Il 26 gennaio 1964 mi giunse la convocazione per sostenere gli esami e diventare “aspirante arbitro”di calcio”. Dato l’alto numero di partecipanti la Commissione si spostò a Vasto. “Questi i primi arbitri: Castaldi Giovanni, Martone Gaetano, Petrella Vincenzo, Ritucci Giuseppe, Ronzitti Gaetano, Santarelli Mario, Sigismondi Evandro, Zinni Antonio”.

L’anno dopo, il 17 gennaio 1965 ore 14.30, sul campo di Ortona, Castaldi debutta ufficialmente come arbitro. L’esordio fu felice e “la gara filò liscia come l’olio”. Il Commissario Speciale valutò bene il suo operato: “preludio di incoraggiamento per il futuro”.

“Il ruolo di arbitro non è semplice – spiega Castaldi – Essendo sostanzialmente quello di un giudice che amministra le regole di una competizione calcistica, l’arbitro viene sottoposto a giudizi perennemente critici dai sostenitori delle squadre in campo qualunque decisione assuma. Conoscere bene il regolamento per un’applicazione rapida e convinta, avere ottima preparazione atletica: queste le caratteristiche per ottenere buoni risultati.”

Castaldi si impegna nelle stagioni successive e nel 1968 viene promosso nel ruolo di “arbitro interregionale”.

Gianni Castaldi ricorda poi la nascita della sezione Arbitri dell’AIA a Vasto:“Negli anni successivi al primo corso noi giovani già in carriera ci preoccupammo di svolgere altri corsi sia per avere il numero sufficiente per aprire una sezione arbitri a Vasto che per creare un ricambio generazionale”. Il 1° maggio 1974 finalmente nasce la sezione Arbitri di Vasto: l’evento è ricordato con una storica foto di gruppo con una cinquantina di iscritti!


Da quel momento in poi la sezione AIA di Vasto divenne una fucina per la formazione di tanti nuovi arbitri.
Fra i primi a diventate arbitro Giuseppe (Pino) Castaldi fratello di Gianni che in seguito divenne parte integrante della famosa terna arbitrale di Vasto;lui e Gaetano Martone segnalinee e il fratello Gianni nel ruolo di arbitro. (Pino negli ultimi anni di carriera collaborò con i più famosi arbitri italiani e negli ultimi tre anni con Casarin in importanti partite di serie A). Tra i primi anche Mario Di Santo che “confermò il suo stato di forma in serie C”. E poi negli anni successivi tante nuove leve, ottimi giudici di gara, non solo nelle tante manifestazioni sportive locali, ma anche in eventi sportivi di rilievo a livello nazionale.
Gianni Castaldi ricorda alcuni di loro: “Vincenzo Sputore che raggiunse il traguardo della serie B, Lorenzo Spadaccini che diresse partire fino alla serie C, Massimilano Cavuoti anch’egli arbitro fino alla serie C e successivamente assistente arbitrale di serie A. Diressero gare di serie D: Domenico Capuzzi, Luciano Spadaccini e Francesco Spalletta, quindi Angelo Giancola che tagliò il nastro della serie A e successivamente fu Presidente e designatore degli arbitri abruzzesi”. In aggiunta Matteo Florio che trasferì alla sezione AIA di Chieti e che arbitrò in serie C e transitò come assistente arbitrale in serie A.
Ma la sezione AIA d Vasto formò anche arbitri per il Calcio a Cinque: “Insieme ai succitati -aggiunge Castaldi - voglio ricordare Lorenzo Di Guilmi Marco Messina e Davide Sallese che hanno raggiunto la serie A di calcio a cinque”.
Poi arrivò il Calcio Femminile e la sezione di Vasto organizzò corsi per ragazze, tra cui Giorgia Castaldi (figlia di Pino) che nel 1991 superò gli esami e diresse le prime gare nel settore di competenza.
Nel 1998, 25° della fondazione della sezione AIA di Vasto: grande festa al Teatro Rossetti con la presenza del presidente nazionale Gonella, dell’attuale presidente della FGC Gravina e di Riccardo Cucchi di “Tutto il calcio minuto per minuto” della RAI.


Tornando alla sua carriera di Arbitro, Gianni Castaldi ricorda i suoi passaggi dalla serie C (1974) alla serie B 1977 dove arbitrò fino al 1981, assieme a presenze in A come guardalinee. Furono anni intensi, anche con presenza in gare internazionali. Girava l’Italia in lungo e in largo. E ovunque andava, trovava compaesani a salutarlo! “Avevo raggiunto un obiettivo che all’inizio della carriera non immaginavo nemmeno”, scrive. “Mi sentivo pienamente soddisfatto di questo risultato”!

Nacquero tante nuove amicizie con gli arbitri di serie A, che lui spesso invitava a Montorio e Vasto.
 
Il bilancio finale della sua attività arbitrale, riportato in precise tabelle delle gare a cui ha partecipato, fu di 400 arbitraggi, di cui 156 partite nella Lega Nazionale Professionisti, 94 nella Lega Nazionale Semiprofessionisti, 127 nella Lega Nazionale Dilettanti.

Al termine della carriera, passò come consuetudine nel ruolo dei “Commissari Speciali”. Nel 1998 venne nominato nel Settore Tecnico Nazionale ruolo che ricoprì per 10 anni.

Castaldi conclude il suo volume con una lunga serie di episodi che hanno contrassegnato la sua attività. Non facendo mancare notizie sui rapporti con i maggiori arbitri italiani, in particolare con Concetto Lo Bello. Ed anche ricordando il suo cordiale amicizia con il suo conterraneo Aldo Biscardi.

Da questa pagine e dall’intero volume emergono ampie riflessioni sulla necessità di un arbitro di armonizzare il suo impegno domenicale con gli impegni di famiglia, di lavoro e di svago. Cosa non sempre facile. Numerosi i riferimenti alla sua vita nello sport e al di fuori dello sport. Castaldi parla del suo matrimonio con Luciana D’Ercole “una delle ragazze più belle della città”, della nascita del figlio Gianluca (oggi Senatore della Repubblica del M5S), del suo lavoro ai Telefoni di Stato ASST, della sua attività politica a Montorio e a Vasto.

Insomma “Una lunga grande storia d’amore” è un avvincente viaggio nel mondo del calcio del “secolo scorso”, in compagnia di un protagonista d’eccezione che parte dalle sue esperienze personali per raccontare un pezzo di storia del calcio italiano, con l’ausilio di numerose foto e testo estremamente scorrevole.

In apertura l’ex arbitro ringrazia per la collaborazione i giornalisti Antonella Scioccheti e Riccardo Cucchi che ha anche scritto la Prefazione, in cui tra l’altro sottolinea il difficile mestiere di arbitro sintetizzato nella frase di Flaiano: “Il più grande nemico degli italiani è l’arbitro, perché gli italiani non accettano il giudizio”!

Nicola D’Adamo

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