sabato 11 settembre 2021

11 settembre, il racconto di uno dei soccorritori: "Torri crollate, enorme ammasso di macerie e tutti alla ricerca di persone ancora vive"

Mario Andreani


A PARLARE IL VASTESE MARIO ANDREANI  A NEW YORK DA OLTRE MEZZO SECOLO

Venti anni fa, l'11 settembre 2001, alle 8.45, due aerei di linea dirottati da Al Qaida furono fatti schiantare contro le Torri Gemelle a New YorkNel giro di 1 ora e 42 minuti entrambe le torri crollarono. I detriti e gli incendi causarono poi il crollo parziale o totale di tutti gli altri edifici del complesso del World Trade Center.

Mario Andreani
Un terzo aereo, fu fatto schiantare contro il Pentagono, sede del Dipartimento della Difesa, causando  il crollo della facciata ovest dell'edificio. Un quarto aereo, venne fatto inizialmente dirigere verso Washington ma precipitò successivamente, in Pennsylvania, a seguito di una eroica rivolta dei passeggeri. 

Gli attacchi causarono la morte di 2.977 persone (più 19 dirottatori) e il ferimento di oltre 6.000.

Quella mattina dell’11 settembre, venne coinvolto nei soccorsi anche un vastese doc, Mario Andreani, a New York dalla fine degli anni ’60, ora pensionato,  ma all’epoca dipendente della MTA (Metropolitan Transportation Authority).   

Così Mario ricorda quel terribile giorno: “Quel giorno ero a 8th Street e Broadway, in Manhattan, non lontano dalle Torri. Verso le nove del mattino si sentiva una confusione  tremenda arrivare da quella direzione, ma non vedevo niente,  con tutti quei palazzi! Mentre cercavamo di capire cosa stesse succedendo, arrivò l’ ordine di rientrare  immediatamente alla base. Si capì subito la dimensione del disastro,  si cominciarono organizzare i soccorsi. Verso le tre del pomeriggio arrivammo al World Trade Center: trovammo le Torri crollate, un enorme ammasso di macerie, tanta polvere,  e soccorritori frenetici e silenziosi alla ricerca di persone ancora vive. Un mio collega mi domando: “Ma dove siamo a Beirut?”






Toccante è anche il ricordo di quel giorno di sua moglie Ida Tenaglia

originaria di Orsogna: "Io e le mie figlie siamo grate a Dio ogni giorno che mio marito sia tornato a casa sano e salvo l’ 11 settembre 2001, anche se stanchissimo di lavoro.  Quella mattina stava guidando un camion (MTA) a Manhattan quando gli è stato detto di tornare alla base per poi  andare al World Trade Center, per quello che era successo. Lui non ama raccontare la scena che ha visto quando è arrivato lì. Lo shock è stato enorme. Ma noi tutti in famiglia ricordiamo bene l’ansia per l’attesa del suo ritorno a casa; le tristi notizie che si susseguivano in tv;  e la disperazione  di tante famiglie che cercavamo i loro cari.  Il mio cuore va a tutti quelli che hanno perso i loro famigliari  in quel giorno devastante e ai numerosi scomparsi. Possano tutti riposare in pace e dare la forza alle loro famiglie".

“Oltre ai riconoscimenti alle forze dell’ordine ed a pompieri,  - si legge in un ritaglio di giornale - bisogna anche ricordare i lavoratori della MTA (Metropolitan Transportation Authority. (dove lavorava Mario ndr) Furono tra i primi ad arrivare sul luogo del disastro quell’orribile  giorno. Aiutarono le persone a venir fuori dagli edifici ancora in fiamme e portarle in salvo. Successivamente parteciparono allo sgombero dalle macerie dell’intera area. (…) Anche loro meritano un riconoscimento”

Alcune foto con Mario Andreani si riferiscono a quei momenti. La seconda,  con Mario alla guida di questo enorme mezzo di sollevamento è del 9 dicembre 2001. Si cominciava a liberare l’area attorno a Ground Zero.

Nicola D'Adamo

al centro Mario Andreani

Ground Zero: lavori di sgombero, Mario Andreani alla guida del mezzo (9 dicembre 2001)







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