venerdì 4 giugno 2021

Il Fascino della Trash Art

di Lucia Desiati

L’arte ha la grande capacità di veicolare simboli e pensieri in ogni epoca, è vero però che uno dei maggiori problemi irrisolti è la definizione di bellezza, nell’arte infatti il bello è sempre soggettivo e mutabile. Una particolare corrente artistica identificata con il nome di Trash Art si occupa di utilizzare materiale di scarto, evidenziando la possibilità di trovare il bello estetico in ogni cosa ritenuta
importante per l’artista.
In questa corrente tutto può essere utilizzato e rimesso in circolo produttivo, basti solo ricordare la magnifica frase scritta da Antoine de Lavoisier, padre della chimica moderna (nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma).
La materia rifiutata, entra quindi nel mondo dell’arte per esprimere particolari istanze contemporanee, l’interessante è che l’opera d’arte non viene realizzata solo con materiali della tradizione ma si contamina con il quotidiano traendo spunto dalla cultura consumistica attuale. 
Pensando al passato anche Picasso nella sua celebre tela ovale del 1912 apre la strada al collage. Il desiderio fondante della trash Art è attivare il senso di responsabilità e stimolare consapevolezza nella collettività. 
Forse questa è un epoca dove si ha veramente bisogno di Ecologist artist per infondere consapevolezza e profonde riflessioni sulle nostre abitudine poco rispettose verso madre natura, poiché viviamo in un epoca di enorme produzioni di rifiuti. 
La cultura trash è ovviamente priva di regole e vive sull’improvvisazione ma si pone naturalmente come linguaggio di denuncia. Giulio Ferrone docente di letteratura Italiana presso l’università La Sapienza di Roma afferma che ”In assenza di valori forti non rimane che mettere in mostra la superficialità del quotidiano quindi trash diviene fenomeno culturale artistico e spia di comportamenti sociali”.

Lucia Desiati

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