sabato 12 giugno 2021

Dal taccuino di Angelo Del Moro: LA LIBERTÀ DI STAMPA E LE IMMAGINI DEI BAMBINI


LA LIBERTÀ DI STAMPA E LE IMMAGINI DEI BAMBINI

di Angelo Dl Moro

C'è una regola che i giornalisti debbono rispettare: è la regola: si chiama la Carta di Treviso. Stabilisce che "va garantito l'anonimato del minore coinvolto in fatti di cronaca, anche non aventi rilevanza penale, ma lesiva della sua personalità, come autore, vittima o teste". L'obbligo viene meno "allorché la pubblicazione sia tesa a dare positivo risultato a qualità del minore e/o al contesto familiare e sociale in cui si sta formando".

In pratica, il volto di un piccolo campione di scacchi si può mostrare, al pari di quello di un bimbo, con disabilità o no, se ciò coincide col suo interesse e vi è il consenso dei genitori; il volto di una vittima di abusi del figlio di un rapinatore o di una nota coppia che ha appena divorziato, no.

Il diritto di cronaca, in queste occasioni, è secondario rispetto alla tutela dì un individuo ritenuto (comprensibilmente ) fragile,

I confini non sempre sono chiari e non mi piacciono le limitazioni alla libertà di stampa, ma stavolta il vincolo mi pare sensato. Peraltro, capisco chi usa lecitamente immagini forti per convincere il prossimo ad aprire i portafogli o a devolvere il 5 per mille: si chiama pubblicità, anche se in certi casi assomiglia a un ricatto morale, e lo scopo è raccogliere soldi, senza i quali non si aiuta nessuno.

VASTO, 3 giugno 2021

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