PER RICREARE L'ARMONIA TRA GENITORI SEPARATI E' IN ARRIVO IL MEDIATORE FAMILIARE.
di Angelo Del Moro
Gestire una separazione non è facile. "I percorsi che i genitori possono prendere per arrivare alla mediazione sono diversi”, dice la dottoressa Chiara Vendramini, psicologa clinica, mediatrice familiare, presidente
dell'associazione GeA (Genitori Ancora). “Solitamente I'accesso è mediato dalla figura degli avvocati, i primi professionisti ai quali la coppia che si sta separando si rivolge", precisa l'esperta. "Per questo lavoriamo molto in sinergia con loro, affinchè conoscano lo strumento della mediazione".Entrando nel vivo della questione, in che cosa consiste il vostro lavoro ?
"Il nostro è un lavoro d'accompagnamento e sostegno rivolto a papà e mamma in una fase in cui l'intensità del conflitto, le emozioni, le frustrazioni, il senso di tradimento e di fallimento di un progetto di vita prima condiviso sono talmente forti che possono portare, o hanno portato, la coppia ad interrompere qualunque forma di comunicazione funzionale a uno scambio, e a una collaborazione in quanto genitori ancora", risponde Vendramini”.
"Come mediatore familiare , offro uno spazio di 10-12 incontri, circa esclusivamente agli adulti". Lavoriamo con i genitori nella convinzione che un maggior accordo tra padre e madre porti ai figli soltanto benefici. La separazione tra genitori, non è mai priva di sofferenze, ma le ferite possono rimarginarsi se padre e madre restano, dopo la separazione, genitori insieme, malgrado il fallimento del progetto di vita comune, se sentono che papà e mamma hanno la regia di quello che sta accadendo. Il nostro obiettivo è anche quello di restituire ai genitori il loro ruolo di protagonisti, le scelte che riguardano loro e i loro figli affinchè riescano a ridefinire aspetti come l'organizzazione i tempi di visita, le vacanze estive, le telefonate, la relazione con i nonni, la scuola. Quello che facciamo è offrire loro gli strumenti giusti per un confronto, affinchè possano poi continuare questo cammino da soli. Da questo punto di vista la stanza di mediazione può essere una palestra, dove potersi allenare al confronto cercando e trovando una modalità di comunicazione per loro funzionale, facendo emergere i bisogni sottostanti a determinate richieste. E' importante porsi reciprocamente in una condizione di ascolto. Aiutare i genitori a usare la prima persona singolare "lo ritengo che sia meglio così" consente all'altro di sentirsi meno attaccato. Di solito quando i genitori arrivano da noi iniziano le loro frasi con "Non hai rispettato I' accordo", "tu non...”. Davanti alla seconda persona singolare ciascuno di noi è portato a sentirsi con le spalle al muro. Il tu è vissuto spesso come una forma comunicativa di attacco, soprattutto se inserito in un contesto conflittuale. Questo genera la chiusura o talvolta la fuga, da parte di chi si sente attaccato. Così facendo si crea un muro contro muro. Ecco allora che interveniamo noi, aiutando mamma e papà a trovare una modalità di relazione e comunicazione che sono le esigenze loro e dei figli.
VASTO, 18 maggio 2021.
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