lunedì 19 aprile 2021

Dal taccuino di Angelo Del Moro: E’ UN’ARTE MOLTO ANTICA, ALZARE IL GOMITO E BERE


E’ UN’ARTE MOLTO ANTICA, ALZARE IL GOMITO E BERE

di Angelo Del Moro

Sappiate che l'accusa di bere troppo, indirizzata con sorrisini di sufficienza chi alza il bicchiere, potrebbe ritorcersi contro chi la pronuncia.

Perché il bere non è soltanto un' arte nel senso elementare della scelta dei vini, un buon bicchiere aiuta a far arretrare la timidezza, scioglie inibizioni, magari fornisce il coraggio di inviare un tenero sms notturno a una donna, allontana le malinconie, facilita la comunicazione, ma è anche uno stile, una filosofia di vita, nobile quanto qualsiasi formula di pensiero.

E' quanto ci racconta il filosofo belga Lauret de Sutter, saggista e docente di diritto a Bruxelles, con "L'arte di essere ubriachi", Giornetti e Antonelli editori, pag. 144, euro 18.

Un saggio dove si va oltre la banalità aneddotica dei personaggi famosi con la passione del bicchiere, come la regina Elisabetta II che inizia con il gin e scorzetta di limone quale aperitivo, per proseguire con un bicchiere di vino a pranzo, e chiudere la serata con un calice di champagne. L'autore (che già nel 2020 aveva dato una buona prova con il saggio ispirato dal Covid "Cambiare il mondo - L'epidemia e gli dei") introduce il tema con convinzione, scrivendo che "Bere è bere la civiltà". Lo si fa per uscire dalla mediocrità della vita, per non essere tentati dalia banalità e dal piangere lamentandosi della crudeltà del destino. E' quella che si chiama "ontologia dell'ebbrezza" , inizia dalle riflessioni consumate in un bar notturno, per intraprendere una cavalcata che va dai calligrafi giapponesi agli alchimisti, ai primi distillatori che produssero i superalcolici. Tenendo presente una regola, "L'etica del bere", che deve tener conto di una massima: "Non si beve in un modo a casaccio, per sprofondare in un'ubriachezza inutile".

VASTO, 13 aprile 2021.


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