giovedì 22 aprile 2021

ACQUA: lettera aperta di Italia Nostra a SASI e ERSI

ITALIA NOSTRA DEL VASTESE:  la dettagliata analisi si conclude con un appello: " Si chiede agli enti competenti di attivarsi al fine di ottimizzare la gestione dei servizi idrici adottando le migliori e più aggiornate tecnologie al fine di ridurre le enormi ed ormai insostenibili perdite d’acqua, che rendono necessari ed improcrastinabili gli interventi di ripristino o di sostituzione delle condotte".

ECCO IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA >>>>


Alla SASI

sasispa@legalmail.it

All’ERSI

protocollo@pec.ersi-abruzzo.it

LETTERA APERTA

Il 21 febbraio del 2020 ha avuto luogo il riuscitissimo convegno “Progettare con le tecnologie no-dig i canali fognari ed acquedottistici”, organizzato a Lanciano dalla SASI (https://www.serviziarete.it/giornata-tecnica-sasi-lanciano-2020/.

Il giorno seguente ha avuto luogo la conversazione pubblica col biologo Giovanni Damiani su “Acqua, Clima e Montagna” per iniziativa delle le sezioni vastesi del CAI e di Italia Nostra (https://www.zonalocale.it/2020/02/20/acqua-clima-montagna-incontro-con-il-biologo-giovanni-damiani/44247?e=vasto).

Una quasi coincidenza, frutto della mera casualità.

Giovedì scorso, 15 aprile 2021, si è tenuta la video-conversazione pubblica,condotta da Franco Scarabelli, sul tema “Preservare l’Acqua Potabile e l’Ambiente: il contributo delle nuove tecnologie”, con la quale si è tentato di arrivare ad una primasintesi tra le istanze della tutela ambientale ed il soddisfacimento dei bisogni idrici umani. Al termine di questa prima tappa di un percorso che si prevede lungo, possiamo quindi oggi affermare con consapevolezza che  la necessità di preservare due grandi risorse come l’acqua potabile e l’ecosistema in generale, rende doveroso per chi deve gestire un servizio vitale come l’erogazione dell’acqua e lo smaltimento e la depurazione degli scarichi umani, svolgere il servizio nella maniera più efficace e rispettosa delle risorse e dell’ambiente. Per questo un grande aiuto può venire dalla conoscenza e dall'utilizzo di tecnologie a basso impatto ambientale per individuarne percorsi e stato di conservazione delle reti di distribuzione e scarico e per programmarne la manutenzione con quei sistemi e tecniche diffusi, normati e conosciuti, che consentono di rinnovare o installare le condotte senza dover scavare, risparmiando così enormi disagi ai cittadini, veri proprietari dei servizi. Come ormai assodato, e normativamente codificato in Italia con norme UNI apposite, le tecnologie senza scavi per la conoscenza dei percorsi e dello stato delle condotte interrate e per la loro riabilitazione o risanamento sono talmente diffuse in Italia che ci si chiede perché non se ne veda l’utilizzo ampio e programmato anche nel nostro territorio e nelle nostre città.

La crescente urbanizzazione del territorio e la conseguente esigenza di migliorare l’accessibilità ai servizi di ogni genere da parte degli utenti, rende particolarmente difficile la posa in opera delle reti di servizi in un territorio già intensamente sfruttato e depauperato. Le reti di servizi che riguardano diversi settori strategici (il trasporto e la distribuzione dell’acqua, il trasporto e la distribuzione di gas e combustibili, il sistema fognario, il sistema elettrico, la telecomunicazione via cavo, il teleriscaldamento, ecc...) interessano principalmente il sottosuolo e talvolta devono anche superare degli ostacoli naturali quali fiumi e pendii. Sia nelle città che nelle aree naturali, la posa egli interventi sulle reti tecnologiche realizzate attraverso scavi a cielo aperto, comportano pesanti interferenze in superficie, in particolare con la viabilità e con le normali attività cittadine. Al fine di minimizzare tali interferenze, negli ultimi anni si è fatto sempre più affidamento alle tecnologie “trenchless”(“senza trincea”) che, a differenza del tradizionale scavo a cielo aperto, assicurano, a fronte di un leggero aumento dei costi di esecuzione, minor impatto ambientale e maggiore efficienza di realizzazione. Tali tecnologie, denominate anche “no-dig”, letteralmente “senza scavo”, consentono allo stesso tempo anche un deciso abbattimento dei rischi per la sicurezza degli operatori nelle aree di scavo. Inoltre, con l’utilizzo delle tecniche tradizionali di scavo si trascurano del tutto alcuni importanti fattori negativi sull’impatto ambientale e sociale che lo scavo a cielo aperto può comportare, quali, ad esempio, l’aumento dell’immissione di gas di scarico nell’aria, il disagio al traffico pedonale e veicolare, il danneggiamento e l’ usura del manto stradale, l’aumento di emissioni di polveri nocive, l’incremento di inquinamento acustico, il considerevole disturbo alle attività commerciali in prossimità dei cantieri, ecc… Tutto ciò si traduce in realtà in un costo economico-sociale raramente calcolato che ricade sulla collettività. Al contrario, l’impiego di tecnologie no-dig permette di eseguire opere di manutenzione e riutilizzo di reti di servizio in zone urbane riducendo al minimo le operazioni di scavo e di conseguenza lo smantellamento delle sedi stradali, diminuendo anche i volumi del materiale di risulta delle operazioni di demolizione destinati a discarica.

Si chiede, pertanto, agli enti competenti di attivarsi al fine di ottimizzare la gestione dei servizi idrici adottando le migliori e più aggiornate tecnologie al fine di ridurre le enormi ed ormai insostenibili perdite d’acqua, che rendono necessari ed improcrastinabili gli interventi di ripristino o di sostituzione delle condotte.

Si tratta, insomma, di riprendere il percorso iniziato  con il convegno del 21 febbraio 2020 e di portarlo coerentemente avanti, come ormai è di prassi nella stragrande maggioranza del territorio italiano.

 

Davide Aquilano

Presidente della sezione di Italia Nostra del Vastese

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