martedì 19 gennaio 2021

I terremoti a Vasto attraverso i secoli

Recuperiamo un interessante articolo del prof. Francesco Mugoni dal titolo “I terremoti a Vasto attraverso i secoli” pubblicato a dicembre 2002 sul periodico “La Notizia” dell’Università delle Tre Età, istituzione dove Mugoni quell’anno teneva un corso di storia dal titolo "Figure, fatti e personaggi della storia locale". 

da "La Notizia" dicembre 2002
foto di repertorio

I terremoti a Vasto attraverso i secoli

Le scosse telluriche da sempre hanno lasciato un segno sinistro nella memoria della gente, drammaticamente colpita da improvvisi crolli degli immobili e dalla perdita delle vite umane, straziate dalla furia della natura: è quanto è successo nel Molise, a San Giuliano di Puglia, dove, ad accrescere l'immane tragedia, tutta una scuola è crollata, seppellendo sotto le macerie i poveri alunni di un'intera classe delle Elementari (compresa la stessa sfortunata insegnante!).
Quella sismica è una realtà che non di meno ha preoccupato gli storici locali, perché fondamentale e ricorrente nella storia dell'Abruzzo: il Marchesani, l'Anelli, il Maciano, il De Benedictis, ma anche il Romanelli, l’Antinori, il Priori, il Polidori, hanno puntualmente registrato i terremoti che nei secoli scorsi hanno interessato la nostra Frentania nello specifico la città di Vasto.

Da una prima lettura dei loro resoconti, che, pure se parziali, trovano sostanziale conferma in approfondite analisi tecniche a carattere interregionale, si ricava che la nostra città non è stata mai epicentro di un sisma, almeno a far data dal 1088, o giù di lì, dal 1120.

La storia degli ultimi dieci secoli ha registrato in Abruzzo una cinquantina di terremoti, di cui 20 distruttivi, fra i quali sono tristemente noti quelli del 1461, 1703 e 1706 dell'area aquilana e, il più distruttivo della storia, quello della Marsica, del 1915, con 30.000 morti!

Diverso, quindi, per fortuna, è il discorso storico per la città di Vasto, dove gli abitanti, in sostanza, anche stavolta hanno subito, come in passato, relativi danni (se mai hanno provato tanta paura, al punto che diverse persone, il dramma del terremoto, non l'hanno ancora "digerito": il Marchesani parla di "orrendo terremoto" del luglio del 1805, ma aggiunge subito che a Vasto "né una casa né una vita" fu distrutta; solo che la gente fu costretta a " baraccare di notte nel Piano del Castello"; nel 1703 anche il Maciano parla di "terremoto foltissimo ad hora quattro et grande spavento", i vastesi si precipitarono fuori casa, quindi "facevano un fuoco chi alla Dogana (Largo Diomede) chi al Palazzo, chi al Tommolo e chi fuori Porta; e tutta la notte non si dormì mai"; il solo danno che egli registra: "finì di ruinare San Pietro in Linari"; per il 1627 l'Antinori e il Polidori ricordano un terremoto che sconvolse la nostra zona, ma anche quella volta l'epicentro si trovava ad Accumoli (Rieti), e a Vasto non si ebbero forti danni; secondo gli storici, effetti disastrosi causarono pure i sismi del 1461 e del 1456. che però ebbero i rispettivi epicentri a L'Aquila e a Benevento, quindi lontano dalla nostra città che se la cavò con pochi danni e come al solito succede, con molto spavento, per effetto delle scosse telluriche spaventose.

In sostanza, il messaggio che proviene dalla Storia locale (ma anche dal Serv. Sismico Naz.) si direbbe chiaro, rassicurante per i vastesi: bisogna solo imparare a convivere con il rischio terremoto (e con le terribili scosse!), tenendo comportamenti corretti e ricorrendo sul serio all'arma della prevenzione antisismica, nella costruzione degli edifici, pubblici e privati.

Francesco Mugoni

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