martedì 19 gennaio 2021

Giorno della Memoria 2021: incontro Unitre /Unesco su Etty Hillesum in diretta web

Per il Giorno della Memoria 2021, dedicato alle vittime della Shoah, l’Unitre di Cupello, l’Unitre di Vasto e il Club per l’UNESCO di Vasto presentano l’incontro in diretta web “UNA LUCE NELL'INFERNO”, sulla vita e gli scritti di Etty Hillesum, ebrea olandese vittima dell’Olocausto, uccisa ad Auschwitz nel 1943. 

Relatrice Bianca Campli e letture di Giuliana Antenucci. L’appuntamento è sulle pagine Facebook “Università Tre Età Cupello” e “Università delle Tre Età Vasto” - Mercoledì 27 Gennaio, ore18:30. L'evento è curato e condotto da Fabio Bruno.

Etty Hillesum era un’ebrea olandese, nata nel 1914 ad Amsterdam e morta ad Auschwitz nel 1943, una dei sei milioni di Ebrei vittime del delirio nazista. Tuttavia, ciò

che la rende eccezionale e memorabile - e che può fare di lei non solo un monito ma anche un modello di umanità che parla anche a noi contemporanei - è la profonda spiritualità e l’amore per l’umanità dolente che la circondava e che affiorano dalle sue lettere e dal suo diario. Scriveva nel 1942 ad un suo amico “…sai, io ho tanto amore in me stessa per tedeschi e olandesi, per ebrei e non ebrei, per tutta l’umanità”.

Leggendo i suoi scritti si comprende quale fosse la sua strategia di sopravvivenza: erigere una barriera interiore contro l’orrore crescente dell’occupazione tedesca e della persecuzione degli Ebrei.

In Olanda, la sua patria, nel luglio del ’42, ebbe un posto nel Consiglio Ebraico. I Consigli, posti sotto la responsabilità di membri importanti delle comunità ebraiche, furono creati dai Tedeschi per razionalizzare il trasferimento di tutti gli Ebrei in Polonia, anche se la verità ufficiale era che servivano a stabilire chi fosse idoneo ad essere trasferito in un campo di lavoro, che per gli ebrei olandesi era quello di Westerbork.

Il ruolo all’interno del Consiglio esentava Etty dall’internamento nel campo, ma fu lei a chiedere di esservi trasferita come “Assistente Sociale” e vi arrivò proprio quando iniziarono le deportazioni verso Auschwitz. Ogni lunedì un treno entrava nel campo e il martedì ripartiva con più di mille uomini, donne, bambini, vecchi, malati.

Il campo di Westerbork divenne, paradossalmente, la sua casa e lei il “cuore pensante” delle baracche. Scriveva ad un amico: “In qualche modo mi sento attratta da quel pezzetto di terra in mezzo alla brughiera, su cui sono stati scaraventati tanti destini umani … braccati a morte attraverso l’ Europa”.

Coloro che l’avevano conosciuta e che le sono sopravvissuti parlano tutti della “personalità luminosa” che Etty pose, senza riserve, al servizio della propria gente, tanto che rifiutò sempre qualsiasi proposta di aiuto per fuggire, avendo deciso di condividere fino in fondo il destino dei suoi confratelli.

Hetty seppe trovare nel campo, in mezzo all’inferno, ciò che non era inferno, una perla luminosa che custodiva dentro di sé e che cresceva in grandezza e luminosità fino ad arrivare a noi “… tutto avviene secondo un ritmo più profondo che si dovrebbe insegnare ad ascoltare, è la cosa più importante che si può imparare in questa vita”.

Il 7 settembre del  ’43, arrivò al campo l’ordine di includere Etty, i genitori e il fratello nel trasporto verso la Polonia. Dopo 3 giorni arrivarono ad Auschwitz: i genitori furono mandati nelle camere a gas lo stesso giorno, il 30 novembre toccò a lei.

Bianca Campli

 

N.B.: Le parti in corsivo sono estratti di lettere scritte da Etty Hillesum (Lettere 1942/43, Gli Adelphi, 2013).

 

Nessun commento: