lunedì 7 dicembre 2020

E' GIUSTO UTILIZZARE PREZIOSE OPERE D'ARTE DELLA PINACOTECA COME ELEMENTI DI ARREDO DEGLI UFFICI DEL COMUNE ?

La storia di 4 opere mancanti del Premio Vasto

 di LINO SPADACCINI 

Se la scorsa estate i Musei Civici di Palazzo d’Avalos hanno registrato un boom di visitatori, grazie ad un’offerta culturale integrata sempre più interessante, una parte del merito è da attribuire anche all’esposizione del Premio Vasto, ormai tornato stabilmente nell’antica residenza dei

d’Avalos.

La mostra “Premio Vasto 2020. Opere dalla Collezione”, curata da Lorenzo Canova e Carlo Fabrizio Carli, è stata interamente dedicata alle opere acquisite e di proprietà del Comitato Premio Vasto e destinate alla città. Molto interessante anche l’elegante catalogo con la pubblicazione di tutte le opere, ad eccezione di quattro, in quanto, come evidenziato nel volume stesso, “al momento risultano irreperibili”.

Queste le opere mancanti:

Casa delle crete” di Orfeo Tamburi, pittore nativo di Jesi, formatosi nell’ambito della scuola romana; vincitore del primo premio di un milione di lire nell’ambito dell’8a Mostra di pittura figurativa “Carlo Della Penna” del 1966;

Caduta di Icaro” di Andrea Carnemolla, artista nato a Chieti nel 1939, da considerarsi come una delle voci più qualificate della pittura abruzzese a livello nazionale negli ultimi decenni del ‘900; 6° premio-acquisto dell’Azienda di Soggiorno e Turismo di Vasto, nell’ambito del dodicesimo Premio Vasto del 1970;

Strane correlazioni” di Antonio Di Fabrizio, pittore nativo di Penne, vissuto a Pescara; premio-acquisto “Mario Lepore” di lire 300.000, scelta fra quelle dei pittori partecipanti più giovani al XIV Premio Vasto del 1972, secondo il desiderio espresso dal Dott. Alfredo Paglione;

Trono del despota” di Giuseppe Fiducia, pittore nato ad Anversa degli Abruzzi nel 1952, opera realizzata a penna delle dimensioni di cm.70x100; premio-acquisto del Comune di Vasto di lire 100.000, nell’ambito del quindicesimo Premio Vasto del 1973.

Delle quattro opere segnalate, in realtà tre sono quelle effettivamente mancanti, in quanto quella di Antonio Di Fabrizio è stata ritrovata, successivamente alla stampa del catalogo, presso il Liceo Artistico di Vasto.

Le opere appena citate, già non erano state reperite nel 2017, per la 50a edizione del Premio, in occasione dell’allestimento della mostra “Frammenti di memoria dalla Collezione Premio Vasto” curata da Daniela Madonna, quando vennero esposti una parte dei quadri dell’intera collezione.

L’opera di Orfeo Tamburi sappiamo che era presente nell’ufficio dell’ex Sindaco di Vasto, Luciano Lapenna. Dopo i lavori eseguiti tra il primo ed il secondo mandato, il quadro è stato probabilmente spostato da qualche altra parte.

Questo pone all’attenzione un problema che avevamo già segnalato qualche anno fa: opere donate alla Città o, come in questo caso, di proprietà del Premio Vasto, che nel corso degli anni sono state prelevate, con o senza autorizzazione, per tappezzare uffici comunali, nella sede centrale e negli ex palazzi scolastici, in qualche istituto scolastico cittadino e nella scuola civica musicale.

Opere non trattate con la giusta attenzione che, molto spesso, vengono ritrovate danneggiate, o accantonate nei luoghi più disparati. Solo per fare un esempio, il quadro di Carlo d’Aloisio da Vasto, accantonato dietro un armadio, è stato ritrovato perché dava fastidio al personale che si occupava delle pulizie.

Attraverso i cataloghi del Premio, siamo riusciti a recuperare le immagini dei quattro quadri “irreperibili”, nella speranza che, attraverso la pubblicazione, qualcuno possa riconoscerli e segnalarli al Comitato del Premio Vasto.

Da quanto abbiamo appreso dal Comitato, le opere non torneranno a tappezzare gli uffici sparsi nella città, ma verranno custoditi con cura in appositi spazi. Anzi, è auspicabile che le opere entrino a far parte di una mostra permanente all’interno di Palazzo d’Avalos, magari da esporre a rotazione, visto il numero elevato, e che quindi resterebbero a disposizione della cittadinanza. Una collezione che arricchirebbe l’offerta culturale di Palazzo d’Avalos, rappresentando un’ulteriore attrattiva per i tanti turisti che ogni anno scelgono la nostra città quale meta delle proprie vacanze.

Lino Spadaccini

I quadri mancanti 






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