domenica 20 dicembre 2020

Dal taccuino di Angelo Del Moro: ANCHE SE PUO' SEMBRARE UNA BESTEMMIA...


ANCHE SE PUO' SEMBRARE UNA  BESTEMMIA... 
di Angelo Del Moro

Anche gli animali pregano Dio. Lo garantisce il Papa. Quando escono dalle tane, alzano gli occhi al cielo e pregano Dio. Può sembrare una bestemmia associare il nome di Dio a un animale ma a ben riflettere è proprio così. Del resto, un canto di lode, una preghiera in cui uomini e donne si rivolgono in chiesa al Signore.

La notizia diventa ancora più gustosa se a confermarla è il Papa, il Pastore per eccellenza di quel gregge chiamato "comunità dei credenti ", ma particolarmente attento anche ad altre mandrie, branchi e greggi veri.
Nell'udienza generale del 9 dicembre, Bergoglio, durante la catechesi sulla preghiera, ha detto testualmente, citando San Paolo e Tertulliano: "Non siamo i soli a pregare questo sterminato universo, ogni frammento del creato porta inscritto il desiderio di Dio. Tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. In noi risuona il multiforme gemito del creato: degli alberi, delle rocce, degli animali. Prega ogni essere creato, pregano gli animali e le fiere; quando escono dalle stalle o dalle tane, alzano la testa al cielo e non rimangono a bocca chiusa, fan risuonare le loro grida secondo le loro abitudini. E anche gli uccelli, non appena spiccano il volo, cinguettano qualcosa che pare preghiera.

Quindi per Papa Francesco, gli animali non solo sono dotati di un'anima senziente (si chiamano animali, appunto, perché hanno un'anima). Ma addirittura pregano.


Letta così, potrebbe suonare come una tesi eretica, offensiva verso l'essere umano e irriguardosa verso Dio. E invece no, in queste parole si intravede per la prima volta, da parte di Francesco, un approccio non ideologico alla questione del creato, non un ecologismo o un animalismo di maniera, come quello affiorato nell'enciclica Laudato sì. Al contrario, gli animali vengono inseriti in un progetto superiore, nel grande piano del creato proteso verso Dio. C'è un orientamento metafisico, una destinazione trascendente nel loro elogio. Quasi a dire che la Natura va rispettata non solo in sé, ma anche in quanto testimonianza dell'amore di Dio e voce che quell'amore canta. Da Greta si può passare a Cristo.

Il Papa così si mostra pienamente francescano, nel senso senso di San Francesco quelle dei Cantico delle Creature. Fa una lode degli esseri viventi, animali, piante ed elementi, e in più dice che queste stesse creature lodano, anzi pregano, il Creatore. Dal disegno divino nessuno e niente resta escluso. Perfino il belato di una pecora o l'abbaio di un cane sono dotati di un significato sacro, religioso. In principio era il Verbo ma, perché no, anche un' ululato.

Francesco tuttavia non rovescia l'ordine del creato, non equipara gli esseri in modo improprio, non rimpiazza l'umano con I' animale. L'uomo resta vertice della creazione, "noi siamo gli unici a pregare coscientemente, ci rivolgiamo al Padre ed entriamo in dialogo con il Padre, afferma infatti Bergoglio. Allo stesso tempo però il pontefice lascia agli animali la possibilità di emulare, di cantare gloria al Signore con i loro versi o battiti di ali. L' antropocentrismo viene tutelato, ma diventa compatibile con l'altra dignità di tutte le creature. 

Del resto, il primo a sancire la nobiltà degli uomini è stato Gesù Cristo che, come ricorda don Pierluigi Plata nel libro Fratello Agnello, Sorella Volpe, nomina nel Vangelo tre specie diverse, dai cani alle tortore, dai corvi ai vitelli, non solo in chiave allegorica per le sue parabole e neppure solo come fonte di sostentamento per l'uomo, ma spesso come simboli in cui Lui stesso si identifica: si pensi a "Ecco l'agnello di Dio", al paragone tra sé e una gallina o allo Spirito Santo rappresentato da una colomba.
Ma si pensi anche all'icona del pesce con cui veniva raffigurato Cristo dalle prime comunità cristiane.
E poi, visto che siamo in tempo di Avvento è bello ricordare che i primi ad aver visto il Bambinello nascere, oltre a mamma e papa, sono stati due animali, un bue e un asinello.
Ci piace pensare che, oltre a riscaldarlo col loro fiato, nella mangiatoia, le due bestiole pregassero anche per Lui.

Vasto, 10 dicembre 2020

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