QUALI PREVISIONI? "ULTIMAZIONE LAVORI PISTA COMPLETA FRA 3 ANNI, MA VASTO MARINA-VIGNOLA POTREBBE ESSERE APERTA PER LA PROSSIMA ESTATE"
In questi giorni si fa un gran parlare dei ritardi nella realizzazione della Via Verde della Costa dei Trabocchi, un’opera fondamentale che potrebbe contribuire in modo determinante alla ripresa del dopo covid. Non essendo esperti di piani di sviluppo territoriale abbiamo pensato di fare il punto della situazione con uno dei massimi esperti locali di opere pubbliche, l’ing. EDMONDO LAUDAZI, capogruppo in Comune della lista Nuovo Faro.
Al tecnico, tra l’altro, abbiamo chiesto di elencare tutte le questioni aperte e quale strada intraprendere per una loro soluzione. Molte le novità.
Ing. Edmondo Laudazi (Nuovo Faro)
R. Purtroppo il progetto preliminare della “Via
Verde” è stato redatto dagli Uffici della Provincia di Chieti, agli inizi degli
anni duemila, dopo la dismissione del vecchio tracciato ferroviario, sulla base
di documenti informativi non particolareggiati e non sufficientemente
verificati. E’ evidente che l’impegno
economico più rilevante è stato destinato alla tratta Ortona/ Val di Sangro,
mentre per la tratta vastese è stato ipotizzato di utilizzare la viabilità
provinciale esistente e la viabilità rurale interna alle aree protette, senza
prevedere gli oneri per gli espropri .
La scelta di affidare, molti anni dopo, ad un
appalto integrato – una specie di appalto concorso - che contemperasse la progettazione esecutiva
e la formulazione delle offerte alle stesse Ditte partecipanti alla gara è
risultata ulteriormente penalizzante,
poiché non si è proceduto ad aggiornare le mutate condizioni orografiche del tracciato, a verificare alcune proprietà che le FFSS avevano già alienato a
privati, le condizioni di uso dei luoghi, deteriorati dal dissesto e dalla
mancanza di manutenzione dei percorsi
ipotizzati sulla carta .
La revisione
progettuale del Comune di Vasto è stata carente, perché ha privilegiato la sola
questione propagandistica ambientale, a scapito della funzionalità della opera,
senza rendersi conto di quello che sarebbe accaduto in concreto.
Il risultato
evidente è che il progetto esecutivo
appaltato ha, da subito, manifestato enormi criticità, soprattutto in
territorio di Vasto .
D. Quale è la lista dei lavori ancora da fare ?
R. A parte le problematiche da risolvere nella
zona di lago Dragoni a Torino di Sangro dove il tracciato dovrebbe essere
ricavato addirittura sul mare, nella zona di Ortona dove si è dovuto aggirare
alcune gallerie che erano state cedute e dove sembrerebbero insorgere delle
problematiche locali di dissesto
idrogeologico, nella zona di Casalbordino dove la Amministrazione Comunale ha
dovuto investire di suo per sistemare il tracciato che era stato erroneamente
ipotizzato sui marciapiedi del lungomare, permangono le irrisolte problematiche che insistono nel territorio di
Vasto .
D. Ing. Laudazi, possiamo spiegare, uno per uno, di che problema si tratta e come si può risolvere ?
Certamente
possiamo procedere ad una sommaria elencazione, con delle possibili soluzioni ,
ma un dettaglio progettuale
richiederebbe tempi e contesti elevati. Comunque ci proviamo, partendo
da Nord .
-
La tratta che
parte dal confine di Casalbordino
attraversa la Riserva Regionale di Punta Aderci: è stata
realizzata in parte sul vecchio tracciato ferroviario dismesso ed in parte
sulla viabilità rurale esistente, scegliendo una pavimentazione delicata, brecciata e non conglomerata, per ragioni
ambientali. Sarebbe stato meglio evitare l’attraversamento della zona protetta
dove staziona una selvaggina pericolosa per il transito dei pedoni e dei
ciclisti. Tale viabilità è inoltre utilizzata, in promiscuo con le biciclette,
dai mezzi agricoli e dalle vetture dei
proprietari dei terreni circostanti per le coltivazioni e dalle attività
ippiche di un esistente maneggio, risultando di consistenza fragile, di
larghezza insufficiente e pericolosa.
Sarebbe stato meglio utilizzare la viabilità comunale di Torre Sinello e separare la pista ciclabile
dalla Riserva; ma comunque occorrerà reintervenire presto sulla pavimentazione,
sulla eventuale recinzione del tracciato ciclabile e sull’ allargamento dei percorsi.
- La tratta che
esce dalla Riserva Naturale di Punta
Aderci e si immette nella Zona industriale portuale era stata,
sciaguratamente, pensata con l’utilizzo
promiscuo della viabilità dell’Arap e della
strada provinciale Vignola-Punta Penna. Un miscuglio assurdo di
biciclette e di camion, interferente perfino con l’ingresso del Porto: scoperto
l’inghippo e compresa la irrealizzabilità della progetto, dopo oltre 3 anni, non si sa ancora dove si intende
passare e non risultano coperti i
relativi costi della indispensabile variante. Persino due milioni di euro
concessi dal Ministero dell’Ambiente al Comune non sono stati ancora
assurdamente utilizzati per fare interventi a sostegno del tracciato e dormono
da circa 6 anni. Abbiamo formulato almeno quattro ipotesi progettuali che
raccordassero meglio la Via Verde con il fosso Apricino e con la ulteriore pista ciclabile del Vallone
Lebba , ma nessuna risposta è fino ad oggi pervenuta.
- La tratta che da
Vignola arriva a Vasto Marina
presenta la problematica delle utilizzazione delle vecchie gallerie ferroviarie,
agibili in sede di presentazione delle offerte , ma ritenute insicure e
da manutenere in sede esecutiva: anche in questo caso sono insorti ritardi, ma
è possibile ritenere che entro la prossima estate almeno questa tratta
potrebbe essere aperta alla utilizzabilità
dei cicloamatori e dei turisti.
- La tratta ,
infine, che dalla vecchia Stazione
ferroviaria di Vasto, dovrebbe ricollegarsi con la pista già esistente a Vasto
Marina lido
e che è - a sua volta - già agganciata alle piste ciclabili di San
Salvo, non ha ancora definito il tracciato di raccordo lungo il Fosso marino e
non risulta essere stata ancora progettata, né finanziata. Si tratta di realizzare il tracciato che,
cinque anni fa, il Nuovo Faro aveva proposto nei suoi programmi elettorali.
Resta altresì da risolvere la incongruenza attribuita alla pista ciclabile
della Via Verde , nel tratto di Vasto Marina, dove insieme alle biciclette
passano le migliaia di pedoni che vivono a cavallo della SS16 e che attraversano la ciclovia per andare al
prospiciente arenile, passando nella Riserva Naturale di Marina di Vasto.
Pazzesco .
D. La sua
previsione per la ultimazione dei lavori, quale è ?
R. Se verranno trovate le necessarie risorse
economiche nell’ambito degli accordi tra
le Regioni Emilia/Marche/Abruzzo/Molise,
o con la utilizzazione di appositi fondi della Provincia di Chieti o del
Comune di Vasto, credo che in tre anni si potrebbe ultimare almeno un tracciato
ciclabile completo. Il tratto da Vasto
marina a Vignola potrebbe essere aperto, se oggetto di parziale riconsegna del relativo cantiere,
entro la estate prossima . Resteranno da affrontare i problemi delle
infrastrutture di servizio lungo il tracciato e della manutenzione ordinaria
delle opere realizzate , in contesti geografici molto fragili .
R. Risulta che
ci sia un progetto generale di acquisizione e di progettazione di interventi
per il recupero di tutte le vecchie Stazioni ferroviarie presenti sul tracciato
della Via Verde. Dispiace che dopo tanto tempo il Comune di Vasto non abbia
formalizzato una sola idea autonoma di utilizzo; dispiace altresì che persino
il manufatto della vecchia sottostazione elettrica non sia stato ancora
acquisito per una possibile utilizzazione pubblica . Ci sono i progetti de Il
Nuovo Faro, ma il sindaco Menna ed i suoi sodali fanno finta di niente . Solo
riunioni a gogò con le associazioni degli appassionati delle due ruote .
Speriamo di poterli attuare nella prossima tornata elettorale.
Siamo convinti
che con l’intervento dell’Anas , nell’ambito della definizione del nuovo
tracciato di Variante alla SS.16, molto si potrà aggiustare, rimuovendo circa
20 anni di immobilismo amministrativo su una opera sbandierata ai quattro venti
per il ritenuto conclamato valore
strategico, nei connessi settori del turismo costiero, ma in verità oggetto di
scarsissimo interesse da parte della Amministrazione.
Io sono un
convinto assertore della autonomia gestionale dei singoli Comuni per le parti che interessano i vari
territori. Mi preoccupo, a tale
riguardo, che non sia stata ancora
ipotizzata una ipotesi economico
finanziaria dei costi della futura gestione e dei necessari servizi di
supporto. Queste ragioni, insieme alla storia pessima che sta caratterizzando la realizzazione
dell’opera , mi inducono ad ipotizzare
il rimando ad un organismo unitario di gestione dell’intero tracciato, per
assicurare la uniformità di trattamento e le corretta valorizzazione economica
e funzionale del brand della “Costa dei
trabocchi della provincia di Chieti.
Ringraziamo l’ing. Edmondo Laudazi (Lista Nuovo Faro) per tutti i dettagli forniti. Ora i problemi sul tappeto sono chiari, speriamo che la politica voglia accelerare per la conclusione dei lavori il più presto possibile.
Nicola D’Adamo
2 commenti:
Vera delusione, tutto rimandato alle prossime votazioni. Siamo in Italia.
Troppi ritardi..Vera delusione.
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